Rionda, vigna da leggenda Mauro Carosso Nella storia del vino ci sono luoghi e personaggi che, nei decenni o nei secoli, hanno acquisito una dimensione leggendaria, quasi mitica, travalicando i confini della nicchia di esperti e appassionati, per diventare noti al grande pubblico. Parlando di grandi vigne, assurte al rango di immortali icone del mondo del vino, accanto ai di transalpina memoria - da La Romanée-Conti a Montrachet, da Hermitage a Les Mesnil a pochi angoli renani - figurano alcuni nomi legati al Barolo in grado di emozionare tutto il mondo: Cannubi, Bussia, Brunate, Monprivato,Villero, Cerequio,Vigna Rionda, tra i più conosciuti. clos L’introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive nei disciplinari del Barolo e del Barbaresco ha rappresentato non solo un eccitante stimolo all’assaggio e alla comparazione, e un’ulteriore articolazione commerciale dell’offerta, ma il recupero dall’oblio di un pezzo di memoria collettiva di grandissimo fascino. Il riconoscimento di tali Menzioni ha codificato ufficialmente un mondo di toponimi, nomi di vigne, cascine e appezzamenti, la cui origine spesso si perde nella notte dei tempi o nei racconti dei viticoltori più anziani, memoria storica di questo angolo di Piemonte. La ricerca che ha portato all’attuale definizione ha ratificato un patrimonio inestimabile, legando ancor più saldamente l’interpretazione di un vino al territorio che lo esprime: un comandamento fondamentale nel comprensorio del Barolo. Nella serie di eventi dedicati alle più grandi vigne del Barolo e del Barbaresco, l’AIS Piemonte ha ospitato a Torino, lo scorso maggio, una memorabile serata, offrendo l’occasione unica di degustare tutti i vini della Vigna Rionda attualmente in produzione. Unica anche perché, oltre a schierare tutti i vini che questa miracolosa collina regala, il centinaio di fortunati partecipanti ha diviso il piacere con gli stessi produttori, accorsi per la ghiotta occasione, rara in una terra come la Langa, in cui ancora sussistono alcune piemontesi ritrosie e diffidenze tra vicini di vigna, per orgogliosa tradizione familiare o per ruggini più o meno antiche. La Vigna Rionda o Riunda, come suggerisce il nome, è una vigna dall’aspetto morbido e arrotondato, situata nel comune di Serralunga d’Alba, sul versante occidentale, tra le Menzioni Geografiche Aggiuntive Damiano e Collaretto: poco più di dieci ettari (10,24 per l’esattezza), tra i 260 e i 360 metri di altitudine, quasi interamente coltivata a vigneto (96%), di cui oltre l’80 per cento dedicato al nebbiolo. A differenza di Cannubi, il cru di Barolo più noto, che vanta riferimenti storici con data certa (1752), tanto famoso da essere citato in etichetta ancor prima del nome stesso del vino, Barolo, per Vigna Rionda le tracce sono meno chiare e documentate. Le prime citazioni del cru in questione riguardano la fama che la vigna si era guadagnata negli anni per le qualità dell'uva prodotta, venduta o conferita. Su tutte, erano assai apprezzate la struttura, la potenza e la ricchezza zuccherina del frutto: valori fondamentali nel blend con uve di altri vigneti, eventualmente più delicate, profumate, ma esili, che rendevano equilibrato il Barolo classico, da sempre la tradizionale forma di espressione di queste terre, ma anche di molte altre. e dell’ , nella seconda metà dell’Ottocento rivela l’interesse crescente dell’industria vinicola per la zona del Barolo, e i viaggi di “parecchi industriali” per “impegnare le uve delle migliori posizioni ed esposizioni”. Giovanni Gagna, ampelografo autore Inchiesta agraria sulla fabbricazione del vino nelle Langhe Pur non comparendo nell’elenco delle migliori vigne di Serralunga (le “posizioni scelte”) nella del geometra Lorenzo Fantini (1879), redatta per l’Esposizione Provinciale di Cuneo, in cui si parla esplicitamente di “ ”, per tutto il Ventesimo secolo Vigna Rionda è famosa per la potenza dei vini e per l’eccezionale propensione alla longevità, fornita da una trama tannica considerevole. Impensabile, all’epoca, la vinificazione di singoli cru o la menzione in etichetta; le uve di questo vigneto sono ricercate per fornire struttura, austerità e stoffa a un vino spesso più gentile, ma meno mascolino di altre Monografia sulla Viticoltura ed Enologia nella Provincia di Cuneo crus zone. L’esposizione quasi interamente a mezzogiorno, il terreno calcareo e marnoso, povero di strato superficiale, il microclima: per la viticoltura delle Langhe tra Diciannovesimo e Ventesimo secolo Vigna Rionda è un luogo da cui attingere materia prima di qualità eccelsa, garanzia di un miglior prezzo spuntato con i mediatori d’uve rispetto ad altri versanti. Con il progressivo affrancarsi della viticoltura locale dalle dinamiche del conferimento e con il crescente numero di realtà che iniziano un percorso completo di produzione del vino, tra le menti più illuminate emerge il tentativo di qualificare la personalità dei singoli vigneti: siamo agli inizi degli anni Sessanta e il primato del primo cru di Barolo dichiarato in etichetta andrà alla Bussia, nel 1961. Vigna Rionda entra nelle corde di una delle personalità centrali per la storia delle Langhe: con occhio acuto da esperto , alla fine degli anni Sessanta Bruno Giacosa inizia ad acquistare le uve dalla famiglia Canale, creando per un paio di decenni un vino mitico, il Collina Rionda, uno dei maggiori responsabili della fama di Vigna Rionda nella storia del Barolo. négociant Non disponibile tutti gli anni (nel 1979 è Mauro Mascarello a comprare le uve, uscendo con una rarissima Vigna Rionda by Giuseppe Mascarello e figlio), restano leggendarie le annate come 1982, 1989, 1990, solo per citare le ultime gloriose etichette “rosse” della Riserva. La storia di questa creazione d’autore si interrompe agli albori degli anni Novanta. Tommaso Canale inizia a vinificare direttamente, e contribuisce con il proprio vino, solo per pochi anni e pochi pezzi, dal 2003 al 2006, all’etichetta Vigna Rionda dell’azienda Roagna. Il Collina Rionda di Giacosa diventa uno dei vini italiani più quotati, secondo quanto riportato nel 2015 dal portale di comparazione prezzi, che attesta il costo di una bottiglia oltre i 900 euro. Trait d’union tra i produttori che si sono avvicendati nella Vigna Rionda è la famiglia di Tommaso Canale senior: con la moglie Esterina acquista nel 1934 una delle parcelle di Vigna Rionda meglio esposte. Alla fine della Seconda guerra mondiale è reimpiantata dai figli Aldo e Aurelio, che gestiscono i due ettari, sino alla morte di quest’ultimo. Si tratta proprio delle uve che Giacosa utilizzerà per il suo Collina Rionda. Il nipote Tommaso Canale, figlio di Aldo, inizia a vinificare in proprio, condividendo la sfida con Davide Rosso, nipote di Aurelio e figlio di Giovanni Rosso (che aveva sposato Ester, figlia di Aurelio), e ricongiungendo un pezzo di storia familiare. La morte improvvisa di Tommaso nel 2010 lascia la vigna nelle mani di Davide e della madre Ester. La sua parte oggi misura poco meno di un ettaro: da quest’ultimo assestamento proprietario sono infatti emersi due nuovi protagonisti della Vigna Rionda, Guido Porro e Sergio Germano, cugini, entrambi già produttori di riferimento sulla scena di Serralunga. Con grande rispetto e un po’ di soggezione, entrano in possesso di un lembo di questo leggendario cru e optano per il reimpianto totale delle loro parcelle. La serata di AIS Torino è stata l’occasione per degustare dalle botti, in anteprima, il frutto del loro lavoro ancora in cantiere: la prima vendemmia è infatti solo del 2014, e il vino sta ancora riposando in cantina. La realtà che, a livello simbolico e per estensione del vigneto, rappresenta in modo più deciso l’identità di Vigna Rionda è la cantina Massolino, che dal nome della vigna ha mutuato la propria denominazione sociale: Azienda Agricola Vigna Rionda di Massolino Fratelli. Si data al 1960 l’acquisto, svantaggioso per quegli anni, di una prima parcella (oggi sono quasi due ettari e mezzo), pagata in permuta con un ben più ampio appezzamento in altro luogo, segno di una storia che legherà indissolubilmente la famiglia a questo cru. Sono dieci i produttori che oggi rivendicano in etichetta la Menzione Vigna Rionda: tra i più nobili i Poderi e Cantine Oddero, che detengono poco meno di un ettaro nella porzione più orientale, con parte degli impianti che superano il mezzo secolo. Un’estensione simile è la parcella incastonata lungo il crinale dell’azienda di Luigi Oddero, l’altra realtà nata dalla scissione della storica Oddero dei Fratelli Oddero. Figura di spicco tra i mediatori di uve a Serralunga è Giaculin Anselma, padre dell’attuale produttore Franco, dell’azienda Giacomo Anselma. Legati alle vigne di Serralunga da quattro generazioni, detengono oggi mezzo ettaro piantato a girapoggio, acquistato negli anni Venti e reimpiantato settant’anni dopo. Un ettaro, all’estremo ovest della collina, appartiene all’azienda Pira Luigi, oggi guidata da Gianpaolo, insieme ai fratelli Romolo e Claudio, impiantata a rittochino nella prima metà degli anni Novanta e dichiarata in etichetta dal 1997. Presente a Vigna Rionda anche una delle realtà cooperative più significative del territorio, Terre del Barolo di Castiglione Falletto, il cui recente progetto di rivalutazione delle migliori vigne ed esposizioni nei cru storici del Barolo, con un approfondito studio sui diversi terreni, ha portato alla nascita della linea ArnaldoRivera. Dietro al nome dello storico partigiano, maestro e sindaco di Castiglione Falletto, si allineano oggi le Menzioni più prestigiose del Barolo, in tutti i comuni: è stato sottoscritto un protocollo ufficiale con i soci viticoltori per produrre uve di eccellenza. Non poteva mancare l’etichetta Vigna Rionda: le parcelle che la creano sono situate nel cuore di Vigna Rionda, proprio sopra la parte di Anselma. Regis, famiglia originaria di Fossano, chiude il panorama dei produttori di Vigna Rionda: dal 2005 l’azienda lamorrese imbottiglia direttamente i propri vini, tra cui la menzione in questione, da una striscia sottile tra le parcelle di Anselma e di Massolino. Geologia della zona del Barolo (A Cura Di Edmondo Bonelli) La zona di produzione del Barolo si sviluppa su un substrato costituito da rocce sedimentarie che si sono originate in un arco temporale piuttosto breve dal punto di vista geologico, corrispondente all’ultima parte del Miocene. Nonostante questo tratto comune, le formazioni mostrano notevoli differenze, sia nel processo di genesi sia nella composizione. Si incontrano così marne antiche, sabbie e arenarie, marne più recenti, gessi e depositi di palude, disposti in una serie continua. Il Bacino Terziario ligure-piemontese, un’ampia conca invasa dal mare, occupava buona parte del Basso Piemonte ed era contornato dall’arco alpino e dall’Appennino ligure, entrambi in fase di formazione. Sui fondali si andavano accumulando i sedimenti erosi dalle aree circostanti, che seppellivano via via gli strati più vecchi. Questa sequenza ininterrotta di depositi traccia una storia di oltre sei milioni di anni, connessa ai colossali movimenti che hanno determinato la costruzione dell’edificio alpino. Le origini più antiche delle Langhe risalgono a circa 30 milioni di anni fa, durante l’Oligocene Inferiore. I primi depositi si trovano nella zona sud-orientale (Ceva, Millesimo, Cairo Montenotte), a quaranta chilometri dalla zona del Barolo: sedimenti di paludi salmastre rappresentano l’ingresso del mare nelle strette valli delle primordiali Alpi, con testimonianze fossili di remote foreste calde e umide che leggiamo negli strati ricchi di carbone, oggetto in passato di sfruttamento minerario. Sopra di essi, i primi veri sedimenti marini, anch’essi riccamente fossiliferi. All’inizio la profondità del mare era modesta; si generarono ambienti tropicali di basso fondale, con un mare caldo e limpido che permise lo sviluppo di barriere coralline oggi perfettamente conservate. Questi strati, denominati Formazione di Molare, in passato hanno ospitato estesi vigneti coltivati a dolcetto, ancora presenti nell’Ovadese. Circa 25 milioni di anni fa si ebbe un brusco aumento di profondità, per lo sprofondamento di tutta l’area connesso alla genesi alpina. Il bacino si trasformò quindi in un ampio braccio di mare, che giunse a misurare oltre 600 metri di profondità in alcuni punti. Queste caratteristiche si mantennero fino a 12 milioni di anni fa; in questo lungo periodo si depositarono le potenti bancate di arenarie frammiste a strati di marna che oggi costituiscono la vasta area dell’Alta Langa e della Langa Astigiana. Qui da tempi antichi si coltiva estesamente il moscato bianco, e più recentemente si è sviluppata la Docg Alta Langa, con uno spumante brut da pinot nero e chardonnay. Ripercorrendo la storia dell’antico mare piemontese alla fase in cui formarono le rocce che compongono oggi la zona del Barolo, connotata da variabilità geologica. La parte più antica, che conserva alcune peculiarità dei depositi dell’Alta Langa, prende il nome di Formazione di Lequio. Essa costituisce il substrato della collina di Serralunga e una parte di Monforte ed è caratterizzata dall’alternanza di strati di marna chiara compatta e livelli di sabbie talvolta cementate a dare la tipica Pietra di Langa. arriviamo si Al di sopra si è deposta la successiva formazione delle Arenarie di Diano, composta da un gran numero di strati sabbiosi. Sovente questi strati sono cementati e la resistenza all’erosione ha permesso la conservazione di parti di questa formazione sulla sommità delle colline più alte nei dintorni di Monforte. Le Arenarie di Diano si sono formate in seguito a grandi frane sottomarine, che trasportarono in profondità i depositi sabbiosi dalla costa. Sopra le arenarie, per oltre la metà del territorio si distendono le Marne di Sant’Agata Fossili, costituite per lo più da sedimenti fini, limosi e argillosi, che rappresentano una fase di deposizione “tranquilla”, senza forti correnti sottomarine. Al suo interno contiene una certa variabilità, con aree ricche di sottili strati sabbiosi oppure prevalenti livelli limosi. Circa 6,5 milioni di anni fa la sedimentazione delle marne fu sconvolta da uno dei più imponenti fenomeni geologici di sempre. I movimenti crostali portarono lentamente all’occlusione dello Stretto di Gibilterra. Il bacino mediterraneo si trovò così isolato e andò inesorabilmente incontro a un’intensa evaporazione, che condusse a un disseccamento quasi totale. Durante questo catastrofico evento si depositarono estese bancate di cristalli di gesso, che oggi si osservano sul versante occidentale della collina di La Morra-Verduno, a testimonianza della scomparsa del Mediterraneo e dei suoi abitanti per un lungo lasso di tempo. Questi depositi prendono il nome di Formazione della Vena del Gesso e compaiono nel resto d’Italia in una fascia fino in Sicilia. Dove prima c’era il mare si formarono inizialmente lagune salate, in cui si depositarono i gessi, poi paludi di acqua salmastra, simili all’attuale Maremma toscana. In questi acquitrini si accumulavano sedimenti fangosi, sabbie e ciottoli trasportati dai fiumi, la Formazione di Cassano-Spinola. Siamo arrivati a 5,4 milioni di anni fa e abbiamo raggiunto i confini nord-orientali della zona del Barolo, dopo essere partiti da Serralunga d’Alba. Tramite le tenere rocce che compongono il sottosuolo dei vigneti di nebbiolo, abbiamo viaggiato attraverso milioni di anni, ricostruendo una parte importante della storia naturale del Piemonte meridionale. La Vigna Rionda La Vigna Rionda si colloca a pieno titolo all’interno della Formazione di Lequio, che rappresenta il passaggio tra le formazioni dell’Alta Langa e quelle delle colline albesi, mostrando caratteri intermedi tra i due areali. Delle prime conserva la presenza di sporadici strati di Pietra di Langa, arenarie cementate utilizzate come materiale da costruzione, e sottili livelli di sabbia intercalati agli strati di marna chiara. Delle seconde possiede uno dei caratteri distintivi delle formazioni più recenti, ossia la prevalenza dei livelli marnosi su quelli sabbiosi. Il suolo, dunque, favorisce un rapido drenaggio dell’acqua grazie al contenuto sabbioso, che non permette alla vite uno sviluppo lussureggiante. Al contempo, mantiene una riserva idrica, dovuta alla frazione argillosa della marna, sufficiente alla pianta per perfezionare la maturazione del frutto anche in annate siccitose. Degustazione (a cura di Mauro Carosso e Andrea Dani) Meravigliosa e sorprendente la degustazione alla cieca dei dieci vini. Pur nella differenza di annate, stili, età delle viti, approccio in vigna e in cantina, emerge una profonda misura nella potente cifra stilistica del cru: un’elegante e classica proporzione della struttura integra e armonizza le doti di potenza, tannicità e muscolarità di certe espressioni in un quadro di apollinea plasticità. GIACOMO ANSELMA Piazza Cappellano, 2 – Serralunga d’Alba (Cuneo) Felice Anselma inizia a produrre vino agli albori del Novecento, vinificando le uve dei propri vigneti in Serralunga. Fin da subito la scelta è orientata a valorizzare i tre vitigni tradizionali del territorio: nebbiolo, dolcetto e barbera. Buona parte del vino veniva consumata nel ristorante Italia, di proprietà degli Anselma, meta di buongustai che onoravano la mensa e i vini della famiglia, diventando fedelissimi clienti. Oggi il nipote Franco continua con passione e determinazione l’attività di vignaiolo, seguendo lo stile e la filosofia che fu del nonno e del papà Giacomo. Il rispetto per la tradizione del Barolo di Serralunga si concretizza in un vino solido e autentico. Barolo Vignarionda Riserva 2010 Un vino per veri appassionati della tradizione del Barolo. Rivela pienamente il carattere di questa vigna: sostanzioso, ricco di sapore e di suggestioni olfattive. Limpido e trasparente granato, con un lieve cenno aranciato. Subito propone frutta matura e in confettura, marasca, susina, fragolina, scorza d’arancia; nobiltà floreali di violetta e glicine impreziosiscono l’olfatto, che si completa nei toni speziati e balsamici. Sorso vigoroso e pieno, dotato di grande equilibrio. Matura lungamente in botti grandi. MASSOLINO - VIGNA RIONDA Piazza Cappellano, 8 – Serralunga d’Alba (Cuneo) La Cantina Vigna Rionda della famiglia Massolino è stata fondata alla fine dell’Ottocento e prende il nome dal prestigioso vigneto di cui detiene un’ampia parte in proprietà. Un privilegio e un orgoglio che rendono Franco e Roberto scrupolosi nel valorizzare non solo questa grande vigna, ma anche gli altri vigneti nei Parussi, Parafada e Margheria, veri e propri cru di Serralunga. Attento custode della secolare storia di famiglia è Renato Massolino, lo zio di Franco e Roberto, un vignaiolo autentico, dotato di grande sensibilità e umanità. Il tempo trascorso con lui ci ha permesso di conoscere un pezzo importante della storia di Serralunga e dei personaggi che hanno contribuito alla notorietà del Barolo. La loro filosofia è molto semplice: rispettare le caratteristiche di ogni singola vigna e mantenere la personalità del vitigno nel calice, cercando di migliorare con nuove tecnologie e sistemi innovativi, ma rimanendo nel solco della tradizione. Barolo Vigna Rionda Riserva 2008 Si impone subito per la ricca tonalità granato, di vivace luminosità. Il naso è integro, profumato e austero; nonostante il lungo affinamento, ha ancora potenzialità nascoste da rivelare. Fiori appassiti, violetta e genziana, uno sviluppo speziato caratterizzato da liquirizia, chiodi di garofano, cannella, tabacco biondo e sinuose evoluzioni eteree. La traccia balsamica è la chiave di lettura di questa annata, che segna anche il sorso, ricco e potente, con netti rimandi all’olfatto. Persistente ed equilibrato, dal tannino maturo e gustoso. Riposa in botte grande. PIRA Via XX Settembre, 9 – Serralunga d’Alba (Cuneo) Uno dei comuni privilegiati per la produzione di uva nebbiolo da Barolo è sempre stato Serralunga. Negli anni Cinquanta le grandi cantine dell’Albese acquistavano il nebbiolo migliore da piccoli viticoltori che coltivavano gli erti vigneti con tenacia e grande fatica: in pochi, infatti, trasformavano le proprie uve in vino. Luigi Pira per anni vendette i suoi grappoli a importanti produttori albesi. Negli anni Novanta il figlio Gianpaolo inizia il percorso di produttore, consapevole del cambiamento che coinvolge il mondo produttivo delle Langhe. Oggi Gianpaolo, insieme ai fratelli Romolo e Claudio, è un sicuro punto di riferimento per gli appassionati del Barolo di Serralunga, Vigna Rionda, Marenca e Margheria. Barolo Vignarionda 2009 Colore granato molto intenso, scintillante nella sfumatura rubino. Olfatto suadente, generoso nella proposta fruttata di lampone e fragola, susina e mirtillo. Dotato di complessità speziata e balsamica, ricorda il tabacco, la liquirizia e una sfumatura di genziana. Profumi eleganti e precisi sono avvolti da nuance mentolate. In bocca esprime tutta la sua forza, una perfetta tannicità e grande equilibrio, rivelando le magnifiche qualità del vigneto. Superbo nella persistenza, lunga e gustosa, che riporta al palato le intriganti suggestioni olfattive. Matura in barrique e botte grande. GIOVANNI ROSSO Via Roddino, 10/1 – Serralunga d’Alba (Cuneo) Davide Rosso è un produttore attento e appassionato, perfezionista della qualità, autentico comunicatore del suo territorio. Il suo girovagare per il mondo a diffondere il verbo del Barolo ha certamente contribuito a far conoscere il grande vino di Langa. Nella nuova cantina di Serralunga Davide può finalmente lavorare in uno spazio adeguato, offrendo ai clienti un’immagine di livello prestigioso. Alle magnifiche posizioni di proprietà in Serralunga si sono aggiunti due ettari di Vigna Rionda dall’eredità di Tommaso Canale. Un ritorno a casa per la mamma Ester, che di cognome fa Canale. In questo vigneto Davide ha posto una cura particolare per ricavare un grande Barolo. Barolo Vigna Rionda Ester Canale Rosso 2013 Straordinario nel purissimo colore granato, ha una dotazione olfattiva di grande ampiezza ed eleganza. I profumi giovanili rivelano freschezza ed emergono lentamente, quasi a suggerire pazienza e calma al degustatore. Sono intensi e articolati sentori di frutti rossi, con aperture balsamiche e floreali, e dolci spezie a nobilitare il soave aspetto olfattivo. In evidenza il carnoso frutto della ciliegia, seguito da fragola macerata, violetta e rosa canina. Sontuoso ed elegante al sorso; potenza ed equilibrio sono le prerogative di questo grande vino che lascia al palato un lungo e magico ricordo. Maturazione in botte grande. ODDERO Borgata Tetti, 28 – La Morra (Cuneo) Storica azienda con sede a La Morra, guidata oggi da Mariacristina insieme al figlio e ai nipoti. Con la collaborazione di Luca Veglio in cantina e Sergio Blengio in vigna, ha iniziato un percorso di conversione al biologico, tenacemente convinta che tre siano gli elementi per ottenere un grande vino: il territorio, il vitigno e l’uomo. Mariacristina è una donna sensibile e meticolosa, supportata dal papà Giacomo, noto nell’Albese e non solo per l’impegno sociale e politico, che ha investito risorse e passione nella storica azienda familiare. Oggi possiede un patrimonio vitato considerevole, tra cui poco meno di un ettaro in questa menzione. Dall’annata 2006 il Barolo Vigna Rionda Riserva è commercializzato dopo un lungo riposo di dieci anni. Barolo Vigna Rionda Riserva 2007 Rosso granato intenso e luminoso. Dopo qualche momento di attesa il naso rivela profumi speziati, prepotentemente balsamici e fruttati, dal carattere maturo e avvolgente. La calda annata 2007 bene si identifica con questo vino che esprime tutta la sua maturità. Le note di erbe alpine, genziana e assenzio, unite a cenni boschivi e di liquirizia fanno da cornice ai fiori e ai frutti del nebbiolo. Il calore si dilata al sorso, mettendo in evidenza un tannino vigoroso ma maturo, una fugace freschezza e delicata sapidità. Il finale riprende il tono olfattivo caldo, caratterizzando la persistenza. Maturazione in botte grande. FIGLI DI LUIGI ODDERO Tenuta Parà, 95 – Frazione Santa Maria – La Morra (Cuneo) La famiglia Oddero ha scritto una pagina significativa della storia del vino di La Morra, un nome di sicuro riferimento per gli appassionati di Barolo. Nel 2006 Luigi Oddero decide di realizzare la sua azienda in borgata Santa Maria, una scelta difficile ma determinata, che si concretizza nella tenuta Parà, antica proprietà del vescovo di Alba caratterizzata dalla torre che fungeva da specola. Con la moglie Lena inizia la sua nuova avventura. I figli Maria e Giovanni insieme alla mamma continuano il percorso iniziato dal papà, scomparso nel 2010, un vero “gentiluomo di campagna, forte e fine dallo sguardo arguto”, come lo definì Mario Soldati in Vino al Vino, raccontando l’Italia enologica degli anni Sessanta. Barolo Vigna Rionda Riserva 2010 Eleganza e raffinatezza sono i caratteri distintivi di questo vino, che fin dal colore esprime la sua precisione declinata in una perfetta tonalità granato. Una versione che magnificamente si allinea agli altri vini, offrendo un’entusiasmante coerenza di questo eccezionale vigneto. Emana profumi balsamici e floreali, in cui la viola è integrata da sfumature di rosa e peonia. Seguono frutti rossi in confettura e fragranze speziate, liquirizia dolce, chiodi di garofano e una spolverata di pepe. Al sorso è coerente, delicato ma incisivo, con tannino maturo e avvolgente. Classico e persistente nel finale. Maturazione in botte grande. ARNALDORIVERA Via Alba-Barolo, 8 – Castiglione Falletto (Cuneo) La storica Cantina Terre del Barolo, fondata nel 1957, ha iniziato con la vendemmia 2013 un nuovo percorso. L’etichetta ArnaldoRivera racchiude molti significati ed è un gesto di riconoscenza nei confronti del fondatore, che fu maestro, sindaco tenace e appassionato difensore delle eccellenze del territorio. È stato sottoscritto un protocollo tra la cantina e i soci proprietari di vigneti nelle menzioni più rappresentative della denominazione per produrre uve d’eccellenza. Sette le grandi vigne che costituiscono il meglio della produzione enologica: tra queste anche la Vigna Rionda, piccolo appezzamento di proprietà di un socio della Cantina che ha aderito al progetto di valorizzazione. Barolo Vignarionda 2013 Invitante il colore, rosso granato di media intensità, particolarmente luminoso. L’esordio olfattivo è giocato inizialmente sulle note speziate e balsamiche; il legno usato nella maturazione ha lasciato ricordi delicatamente tostati che hanno bisogno di tempo per completarsi. Seguono richiami di fiori essiccati e di piccoli frutti in confettura, che completano e arricchiscono il percorso olfattivo. Al gusto è delicato e preciso, intenso nel sapore e piacevole nell’equilibrio. Un vino da attendere per apprezzarne appieno le potenzialità evolutive. La maturazione avviene in tonneau da 500 litri. REGIS Borgata Alessandria, 107 – La Morra (Cuneo) Per proporre una degustazione completa di Barolo Vigna Rionda abbiamo coinvolto tutti i proprietari, anche le aziende piccole e meno note. Il vigneto più piccolo nella Vigna Rionda è di proprietà della famiglia Regis di Fossano, attiva nel settore alberghiero da generazioni. Sorta a metà degli anni Settanta, l’azienda possiede vigneti nel comprensorio del Barolo a La Morra, Monforte, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba, e in Monferrato nel comune di Vinchio, cuore della Barbera d’Asti. Nel 2005 ha iniziato a vinificare nella cantina situata a La Morra parte delle uve, tra cui queste di Serralunga. Barolo Vignarionda 2011 Una sorpresa l’assaggio di questo Barolo, limpido e preciso nel colore granato. I profumi intensi esprimono inizialmente note speziate e balsamiche, con netti rimandi a erbe aromatiche e officinali, timo, assenzio, anice e viola; non manca il profilo fruttato di lampone e ribes. In bocca si rivela equilibrato, dotato di tannino gustoso e maturo, buona freschezza e delicata sapidità. Per morbidezza, austerità e finezza, anche questo vino si allinea alle aspettative che caratterizzano la Vigna Rionda. La maturazione avviene in botte grande di rovere. ETTORE GERMANO Località Ceretta, 1 – Serralunga d’Alba (Cuneo) La famiglia Germano ricalca i canoni classici dell’evoluzione della civiltà contadina di Langa. Nei primi anni del Novecento, Francesco e Alberto vendevano l’uva alle aziende del territorio. Ettore, figlio di Alberto, negli anni Cinquanta dà forma all’attuale azienda acquistando nuovi vigneti. Abile innestatore, impianta le vigne con una selezione massale, partendo da ceppi di vite centenari. Oggi il figlio Sergio continua la storia di famiglia sulla collina della Ceretta, puntando non solo sulla qualità del Barolo e dei vini rossi, ma anche sui vitigni a bacca bianca e sullo spumante. Punti di riferimento sono diventati il Langhe Riesling Hérzu e l’Alta Langa Brut, dalle alte vigne di Cigliè. Vino atto a (anteprima) Dotato di ambizione e precisione, Sergio vuole ricavare dalla Vigna Rionda un grande Barolo: le premesse ci sono fin dalla prima annata che assaggiamo in questo contesto. Il vino è ricco e complesso, decisamente giovane ma con grande potenziale. Rubino con iniziali sfumature granato; un profluvio di sentori fruttati di fragola, ciliegia e susina, poi liquirizia. Al sorso è avvolgente e incredibilmente morbido, con tannino presente e notevole freschezza. Lascia un persistente ricordo fruttato. Riposa in botte grande. Barolo Vignarionda 2014 GUIDO PORRO Via Alba, 1 – Serralunga d’Alba (Cuneo) Azienda familiare radicata da sempre nel territorio, con le vigne di Serralunga nel Dna, e proprietari dal 2011, per via ereditaria, di questo bel vigneto. Giovanni, papà di Guido, è la memoria storica degli avvenimenti che negli ultimi decenni hanno letteralmente stravolto la zona: dai suoi racconti emerge il radicale cambiamento di una comunità e di un paese. Guido non ha perso la calma e la testa, e con incredibile naturalezza continua a produrre ottimi vini, da bere senza attendere l’occasione. La sua è una filosofia molto semplice: fare qualità rispettando i canoni tradizionali, per produrre vini autentici e godibili. Vino atto a (anteprima) Una bellissima prova per Guido al suo esordio con la prima vendemmia delle giovanissime viti. Il vino esprime tutto il carattere giovanile fin dal colore, granato con intensi e luminosi riflessi rubino. I profumi generosi regalano suggestioni fruttate di ciliegia, susina e lampone. La parte speziata è delicata ed elegante nei toni di achillea e artemisia. Al gusto mostra grande freschezza e bevibilità, tannino di ottime proporzioni, gradevole sapidità. Un vino che arricchisce il pregio e le ambizioni dei produttori di questa vigna di Serralunga. Matura in botte grande. Barolo Vignarionda 2014