birre e bracieri
Riccardo Antonelli

Osare negli abbinamenti ascoltando la voce delle proprie intuizioni è un esercizio stimolante, divertente, sorprendente. Mai provato birre e sigari?

Una delle cose che più apprezzo in un Sommelier, quando la trovo, è la capacità di osare negli abbinamenti. Osare, a ben vedere, fa parte di un linguaggio coraggioso e spontaneo, figlio di una dose d’incoscienza, che trova pacatezza d’animo nel momento in cui l’adrenalina viene schiaffeggiata da un vittorioso: lo sapevo!


Per potersi lanciare dalle vette più alte di questo gioco, occorre conoscere molto bene le regole fondamentali, ma per goderne appieno bisogna serpeggiare audaci tra le nozioni acquisite. Il tutto fino al momento in cui, sferzanti e con un pizzico di follia, ci si getta a capofitto verso un’intuizione. La vera epifania. Citando Erasmo da Rotterdam: “Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della Follia”.


Con questa leggerezza e questo pizzico di follia da anni “sperimentare”, osare negli abbinamenti, è per me una sorta di goloso parco giochi mentale. Un vezzo innocente da cui non riesco (e non voglio) uscire. Circa cinque anni fa, immerso in una sera estiva non troppo asfissiante, mi rilassavo in terrazza nel dopo cena, in compagnia di ottimi amici e di una piccola tradizione: sigari cubani, Rum e cioccolato fondente (certezze, mai scomode). Fu veloce quanto naturale, senza sapere in realtà cosa stessi facendo, provare a sostituire quel Rum, ottimo ma poco adatto al clima estivo, con la Trappist Achel Bier Blond stranamente avanzata sul tavolo di fronte. Fu la famosa epifania pocanzi descritta. Piacevole, spontanea, felice e folle. Aprì la strada verso un mondo personale, poco accademico o professionale e dettato esclusivamente dal severo giudice del mio palato. Molteplici quanto innocui tentativi protratti negli anni mi hanno quindi permesso di fissare qualche paletto di equilibrio in quello che è il difficile e azzardato mondo dell’abbinamento tra birre e sigari. Del resto, “La vita umana non è altro che un gioco della Follia”.