In Borgogna solo pochi metri costituiscono una distanza siderale, in termini di notorietà, fra due cru. Si assiste così alla celebrazione di un vino, mentre dell’altro si ignora persino l’esistenza.
il famoso e lo sconosciuto
Fabio Rizzari
Nel vino, come nel prologo di Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, vale la semplice verità: “Cari amici, bei bambini, qual è la cosa più bella quando si sta insieme? Ma raccontarsi delle storie!”.
Va bene il vino, quindi; ma va anche meglio, bevendo il vino, raccontarsi una delle sue innumerevoli storie.
Una storia del vino, per me forse la più bella e poetica, riguarda un vecchio vignaiolo borgognone. La riporta Jean-Francois Bazin - giornalista, esperto di faccende vinose francesi, a suo tempo Presidente del consiglio regionale della Borgogna - nel suo raro libro La Romanée-Conti (1994). E la trascrive, molto opportunamente, con i toni di una fiaba.
C’era una volta, nella Côte de Nuits, un vecchio vignaiolo che era prossimo ai cent’anni. Pensando a questo bell’anniversario, i suoi amici vollero riservargli una sorpresa. Non poteva forse identificare, a occhi chiusi, ogni cru, ogni millesimo e anche ogni proprietario da Gevrey a Premeaux? E allora! L’avrebbero messo alla prova, l’antenato.
Scovarono così una piccola parcella di vigna dimenticata tra due murgers (“muri a secco”), che non aveva diritto ad alcuna appellation, ma molto ben circondata. Piantarono qualche filare di vigna e, non domandatemi come, riuscirono a sfuggire alla vigilanza di tutti i controllori ufficiali, che - io credo - condividevano il loro segreto. Dal momento che avevano preso la decisione per tempo, attesero la quarta foglia e poi la quinta, quindi fecero due o tre pièce di vino.
Soffiate le candeline sulla sua torta dei cent’anni, il vecchio vignaiolo si trovò davanti alla faccenda.
Seduti intorno a lui in cerchio, come al Tastevinage, i suoi buoni amici gliene versarono un bicchiere e gli dissero:
- Tu che riconosci tutti i vini della Côte de Nuits, saprai facilmente indovinare questo!