La storia vitivinicola della Francia settentrionale è sempre stata complessa. Nella Champagne, zona di transito e di commercio lungo il cosiddetto “Chemin de la barbarie”, la ricerca di un’identità vinicola ha sofferto la presenza dei vini rossi provenienti dal Ducato di Borgogna e diretti nel Nord Europa. Roger Dion, nell’Histoire de la vigne & du vin en France, riesce parzialmente a chiarire l’excursus storico, districandosi tra l’accavallamento dei nomi dati ai vitigni e le scarne fonti.
In Champagne si commerciavano tessuti e vino del comprensorio, nelle categorie “vin formentel”, “vin de moreillons” e “vin de gros noir o de gouet”, le prime due dai prezzi più vantaggiosi rispetto all’ultima. Fromenteau e morillon designano due varietà di uve pinot, la prima a bacca di colore grigio rosato, l’altra a bacca nera. Questo certifica la presenza nella regione della famiglia dei pinot, quindi anche del noir, fin dal XIII secolo, anche se i riferimenti letterari indietreggiano all’epoca romana, con la descrizione dell’agronomo Columella. In realtà, il pinot noir si è presentato in Champagne con diversi nomi, generando un po’ di confusione. Nel 1275 appare come pinot vermeil, un secolo dopo è citato come pynoz, e prima dell’inizio del Quattrocento ecco il pinot fin, da abbinarsi a quel plant fin di Borgogna di cui si diceva un gran bene. Quest’alternanza di nomi è proseguita fino all’avvento della fillossera, rimescolando i vitigni come fossero biglie in un sacchetto.
All’inizio il pinot noir, chiamato morillon, competeva principalmente con il gouais rouge, più diffuso, ma superò il carattere ordinario di quest’ultimo e arrivò a esser chiamato Bourgogne pinot, con culla ad Aÿ.
Il pinot noir era coltivato in un’area estesa, fino all’attuale limite nord della coltura della vigna. Le condizioni climatiche estreme lo penalizzarono molto, facendogli perdere la sua guerra qualitativa nei confronti del noir di Borgogna. Quando il generale cambiamento enologico costrinse la Champagne a farsi bianchista, a cavallo tra 1600 e 1700, il noir si prestò con entusiasmo a non farsi colorare; furono gli anni in cui si appese alla porta il fiocco della nascita dello Champagne.