to beer or not to beer
Riccardo Antonelli

Piccola esplorazione culturale per sfatare i luoghi comuni più radicati e diffusi in ambito brassicolo.

Uno dei più diffusi luoghi comuni è proprio questo:“Non consumate tanta birra, perché gonfia la pancia e fa ingrassare”. Dobbiamo rivedere questa azzardata affermazione, poiché negarne ogni fondamento sarebbe ugualmente errato e ingannevole. La birra gonfia. Abbiamo già scomodato l’impopolare “pancia da birra”, ma come ha fatto il nettare maltato a guadagnarsi una reputazione tanto bieca? La colpa non è dei birrai, piuttosto dobbiamo rivolgere l’indice accusatorio nei confronti dei publicans, baristi e acrobati dello spinaggio di massa che hanno diffuso un morbo controproducente per gli avventori. La difficoltà della mescita della birra è intrinseca nel prodotto stesso. Parliamo nel 99 per cento dei casi di un prodotto frizzante e che genera schiuma. Questa schiuma inevitabilmente rallenta il lavoro del publican, che ha escogitato negli anni i metodi più coloriti per evitarne la formazione. Vi sarà capitato di essere stati serviti con questa terribile tecnica: bicchiere molto inclinato, spina (o perché no, bottiglia) attaccata al bordo interno del bicchiere e via alle danze fino all’orlo del bicchiere dove, se possibile, lasciare non più di un dito di schiuma. Altra tecnica brutalmente di moda consiste nel “pucciare” la spina direttamente nella birra, a mo’ di cantuccio nel Vin Santo...


Stiamo parlando di un liquido frizzante, addizionato con CO2: se non permettiamo all’anidride carbonica di rompersi nel calice, resterà imprigionata all’interno del suo substrato (birra), e per noi assetati sarà inevitabile una bella pancia gonfia pronta ad attenderci alla fine della degustazione. Esistono tanti metodi per servire una birra correttamente, tutti più o meno volti (a seconda degli stili di birra) a limitare nel calice la CO2 naturalmente presente e soprattutto a rispettare e valorizzare le fatiche del Birraio. Immaginate quindi a cosa porti la brillante idea di bere direttamente dal collo della bottiglia. Un test molto in voga su Youtube potrà scioccarvi al riguardo: cercate “test schiuma birra” e capirete l’importanza dello sfatare questo mito.


Altro discorso è il concetto dell’ingrassamento. Se parliamo di calorie, a parità di quantità di prodotto servito, paragonando una birra poco alcolica a un vino altrettanto poco alcolico notiamo un apporto calorico nel vino maggiore di circa il 150 per cento. Tutto ciò deve farci riflettere, per avere ben chiaro ciò che assumiamo anche a livello di apporto energetico. Dopodiché, cari colleghi, vi comprendo... maledetto edonismo!