I marinai greci provenienti da Corinto sbarcavano spesso sulle spiagge del Roussillon, non alla ricerca di approvvigionamenti enoici, bensì di ferro dei Pirenei. Approdo dopo approdo, forse per sopperire all’astinenza da una bevanda che ben conoscevano, si decisero a piantare le prime vigne. Era l’VIII secolo a.C.: una sponsorizzazione prestigiosa per la viticoltura del Midi, dato l’alto valore enologico dei vignaioli greci.
Analizzando l’excursus storico del territorio, la vita della vigna non è filata via liscia. Dopo un acceso infervoramento viticolo a seguito della fondazione della colonia romana di Narbona (118 a.C.), seguì un rallentamento con l’editto di Domiziano del 92 d.C. e una nuova accelerazione sotto Probo (dal 276 d.C.), che favorì l’esportazione del vino in Italia. La disgregazione dell’impero romano aprì un’instabilità politica che diede modo a Vandali,Visigoti e Saraceni di scorrazzare nel Roussillon. Si dovette attendere l’incoronazione di Carlo Magno per ritrovare un po’ di pace e di stabilità. Per tutto il Medio Evo toccò alla Chiesa il compito di sviluppare la viticoltura attraverso l’opera dei frati benedettini e cistercensi, che offrivano il vino ai loro ospiti in sosta nei monasteri. Dal 1659, con il trattato dei Pirenei, il Roussillon si legò definitivamente al regno di Francia.
Una vita vissuta pericolosamente, tratteggiata da acerbi contrasti, come la rivolta capitanata da Marcelin Albert nel 1907 contro lo zuccheraggio del vino e il prezzo da miseria, con le sorprendenti dimissioni dei consigli comunali (furono 618) e gli scioperi delle tasse. Va sottolineata l’abnorme produzione di vino in tutto il Midi, che perdurò fino alla metà del Novecento.
Banyuls fu parte integrante di quella storia, anche se, storicamente, si concentrò sull’elaborazione di vini dolci a base di moscato, come era d’uso per i Greci. I vini secchi, presenti, non si conservavano a lungo. Nel XIII secolo erano i vini dolci a dominare, ottenuti tramite l’appassimento dei grappoli, l’aggiunta di miele, spezie ed erbe aromatiche, oppure arricchiti da mosto concentrato con zucchero. Una spinta decisiva alla creazione del Banyuls fu impressa da Arnaud de Villeneuve, che nel 1285 ideò il mutage, ossia l’aggiunta di alcol al mosto durante la fermentazione. I templari fecero proprio quel metodo, lo studiarono e lo svilupparono in un risultato eccellente.