Circola da qualche settimana la notizia che l’italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo: dopo anni di un più che onorevole quinto posto, ha infatti superato il francese, avvicinandosi al podio sul quale oggi sfilano, in sequenza, l’inglese, lo spagnolo e, come facilmente intuibile, il cinese. Il dato ha suscitato qualche perplessità, arrivando ad alimentare il sospetto di un’ennesima fake news, malgrado la fonte rimandasse all’autorevolezza del Dicastero degli Affari Esteri, per voce dello stesso ministro Moavero. Analizzando l’informazione con attenzione, si evince che la classifica non fa riferimento alle lingue più diffuse nel pianeta, dove invece ci dobbiamo accontentare, per modo di dire, della ventunesima posizione.
Poiché il nostro idioma è decisamente complesso da imparare, questa classifica mette in risalto il consenso molto ampio che essa esercita in termini di desiderio di apprendimento. Questa capacità attrattiva potrebbe essere dettata dall’immediato collegamento con le nostre risorse culturali, storiche, ambientali, e con uno stile di vita assai apprezzato all’estero, senza dimenticare che la nostra è considerata la lingua del bel canto e di una buona parte della letteratura e della poesia, la lingua di fior di artisti del passato e che tuttora parlano architetti famosi, designer di grido e affermati stilisti di moda. Non sfigura nemmeno nel panorama della gastronomia internazionale dove, al netto del deplorevole fenomeno dell’italian sounding, non sono pochi gli italianismi che circolano.
Anche il mondo del vino, grazie ai livelli qualitativi raggiunti, ha fatto la sua parte; non è ancora riuscito a ottenere gli stessi benefici di altri settori, ma la strada è quella giusta. Il vino italiano è come la nostra bella lingua, difficile da imparare, perché caratterizzato da miriadi di declinazioni e sfaccettature, eppure in grado di affascinare proprio per i suoi tratti di originalità.
Il prossimo 11 maggio, in occasione della 9° edizione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio - la manifestazione creata dall’AIS per valorizzare l’affinità dei due comparti e dedicata quest’anno all’enoturismo -, l’attenzione sarà posta anche sul significato delle parole, che devono essere di facile comprensione a tutti, senza dover ricorrere a termini ridondanti o a bizzarri neologismi.
Perché quando parliamo di vino, il mondo ci guarda, ma soprattutto ci ascolta.
Buona lettura e buona Vitae a tutti.