- Amore, per questa sera ho preso le mazze di tamburo.
- Cara, ma è solo una serata con amici. Da quando ti sei data alle percussioni? E dove la mettiamo la batteria? Ci sarà da spostare la libreria! E poi i
vicini protesteranno!
Niente panico. Non occorre andare alla Scala, o a un concerto rock, per avvistare una Mazza di tamburo. A vibrare non è la membrana
sottile dello strumento musicale, bensì le nostre papille gustative. Con questo nome popolare si identifica un gustoso fungo commestibile, nome
ufficiale: Macrolepiota procera. Quando è ancora giovane, il cappello è di forma sferoidale, proprio come lo strumento che si fa rullare sul tamburo,
per poi allargarsi a ombrellone e appiattirsi. È detto anche “watusso dei funghi”, perché può raggiungere la ragguardevole altezza di cinquanta
centimetri. Occorre fare attenzione a non consumarlo crudo, stato in cui presenta una certa tossicità, che invece scompare completamente una volta
cotto. Ottime, ad esempio, sono le cappelle impanate e fritte, magari da abbinare alle fragranti bollicine del Trento Doc.
Il nostro Paese è ricco di prelibatezze. Alcuni prodotti, dal nome particolare o dall’aspetto insolito, possono generare qualche fraintendimento. I più
comuni sono familiari, a partire dai fioroni, che non sono girasoli bensì dolcissimi fichi, ma pure un formaggio a latte vaccino della Valsassina, al
cuore di bue, in vendita dall’ortolano e non in macelleria. E se con i tonnarelli è più difficile sbagliarsi (a scanso di equivoci, sono una sorta di
spaghettoni alla chitarra, da cucinare alla cacio e pepe, senza alcuna attinenza col mondo ittico), qualche perplessità potrebbero suscitarla nei meno
esperti le bombette pugliesi, che non sono una variante mignon dei bomboloni alla crema, bensì saporiti involtini di carne ripieni di formaggio.
E quante volte capita di sentire indicare un cibo con un nome diverso da quello che utilizziamo comunemente, a seconda della regione in cui ci troviamo.
Così, nominando i cornetti, c’è chi già pregusta il gelato che riempie la cialda da passeggio, chi invoca il cappuccino in cui inzuppare la punta del
croissant (o brioche? Ma questa è un’altra questione), e chi invece ne fa un gustoso contorno di fagiolini e patate.
Presentiamo un’invitante carrellata di prodotti che… non sono quello che sembrano.