il dominatore dell'Arena
Emanuele Lavizzari

Il Congresso di Verona proclama il toscano Valentino Tesi Miglior Sommelier d’Italia 2019.

Il mondo dell’enogastronomia è in continua, rapida evoluzione e le figure professionali richieste sono sempre più numerose e articolate. Non è solo chi presta servizio in un ristorante o gestisce una cantina a essere un Sommelier con la S maiuscola. Il Sommelier è prima di tutto un grande comunicatore del vino e del territorio. Di questo abbiamo avuto conferma in occasione del Concorso Miglior Sommelier d’Italia 2019, che lo scorso novembre a Verona ha visto trionfare il pistoiese Valentino Tesi. Consulente finanziario di professione, il neocampione italiano è al tempo stesso un divulgatore appassionato degli affascinanti racconti che nascono dai vigneti. Con lui abbiamo dialogato com’è consuetudine fare con i campioni italiani.

 
Valentino, il titolo nazionale è arrivato dopo un percorso lungo e impegnativo e, a detta di tutti, l’hai ampiamente meritato. Cosa rappresenta per te questa vittoria?
Il titolo Miglior Sommelier d’Italia è per me innanzitutto il raggiungimento di un sogno coltivato da quando sono appassionato di vino. Indubbiamente è un mezzo di grande visibilità e notorietà, può creare opportunità di lavoro e collaborazioni molto interessanti. Ho sempre considerato l’ottenimento di risultati come nuovi punti di partenza, per cui al momento sto riflettendo, mi sto guardando intorno, per trovare la mia strada in questo fantastico mondo, senza rinunciare ad approfondire la materia.


Cosa diresti su di te per presentarti ai nostri lettori che ancora non ti conoscono?

Ritengo di essere una persona semplice e diretta. Forse proprio queste due caratteristiche mi hanno messo in luce e sono apprezzate da chi mi ascolta. La vittoria non mi cambierà in questo, non salirò mai su piedistalli.