pinot nero?
Betti Mezzina

Un dato inequivocabile emerge nel mondo enologico tedesco degli ultimi decenni: la Germania, da sempre terra di raffinati e longevi vini bianchi, è sempre più rossa. Un vitigno in particolare, vendemmia dopo vendemmia, ha guadagnato spazio sottraendolo agli altri, il pinot nero, o Spätburgunder, com’è chiamato in terra prussiana. A questa tendenza non si è sottratta nessuna delle tredici regioni vinicole tedesche (Anbaugebieten), persino quelle poste a latitudini settentrionali quasi proibitive per la maturazione delle uve rosse, come Sachsen e Saale-Unstrut, gli unici due enodistretti appartenenti all’ex Germania dell’Est, anch’essi attratti dalla delicatezza seducente dello Spätburgunder, il “borgognone a maturazione tardiva”, contrapposto al Frühburgunder, “a maturazione precoce”, popolare nelle fredde regioni nordiche.

Franziska Nellissen, dell’ufficio stampa del Ministero federale dell’Agricoltura, dichiara: “Il forte aumento della coltivazione del pinot nero non è un fenomeno esclusivamente tedesco, ma globale. Fino a sessant’anni fa nel mondo esistevano solo 10.000 ettari allevati con questo vitigno, oggi sono circa 100.000. Lo Spätburgunder è considerato da molti il re dei vitigni a bacca rossa, così come il riesling è quello dei bianchi. Per dare risultati eccellenti, queste due varietà hanno bisogno di condizioni climatiche moderatamente calde, come quelle presenti nelle aree viticole tedesche. Ad aumentare la popolarità si aggiunge il ritorno negli ultimi vent’anni ai vitigni classici, tra cui il pinot nero. Le nuove varietà sono sostituite con uve tradizionali, spesso grazie all’aiuto finanziario del Programma di sostegno nazionale”.


I dati forniti nel 2019 dallo Statistisches Bundesamt (Destatis, l’Ufficio federale di statistica) mostrano che in Germania la superficie vitata del pinot nero è passata dai 7199 ettari del 1995 agli 11.767 del 2017. Nello stesso periodo si è assistito a un evidente calo dei rossi meno nobili ma più redditizi e resistenti, ottenuti da incroci come dornfelder, portugieser e trollinger, con una perdita totale di circa 2000 ettari. Volgendo lo sguardo più indietro, emerge che nel 1975 il pinot nero rappresentava solo il 3,5% delle vigne teutoniche, mentre oggi è il primo vitigno a bacca rossa allevato in Germania (11,4%) – seguito da dornfelder (7,5%) e portugieser (2,9%) – e la terza varietà in assoluto, preceduto da riesling (23.809 ha) e müller-thurgau (12.397 ha), in notevole calo da anni.