atterraggio
su Lanzarote

Betty Mezzina

Il regista Stanley Kubrick scelse Lanzarote per girare le scene ambientate sulla luna nel prologo del film 2001: Odissea nello spazio, e la sensazione di essere atterrati su un pezzo di superficie lunare è quella che si prova giungendo su quest’isola dell’arcipelago spagnolo delle Canarie. Paesaggi aspri e spettacolari, singolari e cangianti, dominati dai colori accesi e contrastanti del nero della lava, del bianco delle case e del blu del mare, completati dagli accesi cromatismi dei minerali color ocra e rosso, dal grigio delle ceneri vulcaniche e dal verde della vite, in uno scenario di estrema bellezza. Così come autenticamente estrema è la sua peculiare viticoltura, vera sfida umana a tutti i parametri pedoclimatici solitamente ritenuti ottimali per ottenere vini di qualità; non a caso la definizione più usata per quelli di Lanzarote è “vini dell’impossibile”.

Lanzarote quasi sicuramente deve il suo nome al navigatore ligure Lanzarotto Malocello che la scoprì nel 1312. Come riporta lo storico canario Manuel Lobo Cabrera, la coltivazione della vigna fu introdotta dopo la conquista normanna ad opera di Jean de Béthencourt e Gadifer de La Salle, avvenuta quasi un secolo dopo; uve dedicate essenzialmente alla produzione di brandy di bassa qualità, esportato in America. L’isola non contribuì nemmeno alla produzione dei cosiddetti Canary Sack, i vini fortificati del XVI e XVII secolo, che giungevano nel Regno Unito dalle Canarie e dalla Spagna. La svolta qualitativa dei vini di Lanzarote si verificò solo grazie a una catastrofe naturale: l’eruzione vulcanica, durata ininterrottamente dal 1730 al 1736, che sconvolse la morfologia di quasi metà isola; avvenimento che permise, fra l’altro, la messa a punto della “sabbiatura”, chiamata picón, tecnica agricola applicata ancora oggi, in grado di preservare la vite dai suoi maggiori nemici – il caldo, la siccità e il vento – e utile a dar vita a vini di maggiore finezza e personalità. Negli ultimi decenni la vite è l’unica coltura che registra una certa espansione di superficie coltivata, trend dovuto più ai sussidi ricevuti dalla Comunità europea per il mantenimento di un paesaggio unico che non alla domanda dei vini, solitamente di qualità analoga ma più costosi rispetto a quelli della penisola iberica. Per tutelare questa singolare biodiversità, nel 1993 l’Unesco ha dichiarato Lanzarote “Riserva della Biosfera”, status che sottopone circa il 40% del territorio a regole e divieti.