una storia
ad andamento lento

Maria Rosaria Romano

Se qualche volta siamo stati incantati dal fumo lento, in quanti desideri ci siamo persi, da quanti sogni siamo stati avvolti, quante strade abbiamo percorso volteggiando senza peso tra volute di fumo! Abbiamo condiviso la solitudine, popolandola di mille gradevoli immagini, comunicando, spesso in silenzio, i nostri pensieri. Nelle culture primitive il tabacco aveva una funzione terapeutica e divinatoria, poteva essere inalato, masticato, fumato, strofinato sul corpo per dare vigore, ma anche usato per clisteri allucinogeni oppure bevuto come una tisana. Le foglie secche offerte in segno di fratellanza a Cristoforo Colombo sull’isola di Guanahani nel 1492 lo lasciarono un po’ stranito; non sapeva cosa farne e probabilmente se ne liberò. Per gli indios che incontravano per la prima volta gli europei, quell’offerta era invece un modo di comunicare attraverso il tabacco. Pianta sacra venerata dai nativi amerindi, il tabacco era considerato un dono degli dei, identificato con il corpo di una donna e fumato nelle cerimonie religiose. A loro dobbiamo le prime immagini degli antichi fumatori, sino alle testimonianze rinvenute su un frammento di ceramica a Uaxactún, in Guatemala, e su un bassorilievo del Tempio della croce a Palenque, in Messico: qui i Maya raffigurarono il dio giaguaro che aspira fumo da un grande rotolo di foglie. Nella migrazione fra il 470 e il 630 d.C. verso la valle del fiume Mississippi, i Maya portarono con sé il proprio complesso codice rituale e l’uso esclusivamente maschile di coltivare e fumare il tabacco.

Il fumo, offerto agli spiriti supremi, è un elemento sociale e quindi pubblico anche fra gli indiani. È ancora una donna, la vergine Donna Bisonte Bianco, a intercedere perché il Grande Spirito doni ai Sioux la sacra pipa, elemento di unione fra i membri della tribù e canale di comunicazione con la divinità. Si tratta di una pipa particolare, ricca di simbolismi, dalla materia prima al modo di utilizzo e alle sue finalità: il fornello di red pipestone rock, pietra che rappresenta la terra progenitrice della vita, il cannello di legno, segno di tutto ciò che cresce in natura, e dodici penne dell’aquila capace di volare più in alto nel cielo. Fumata in circolo – unione dei quattro punti cardinali con il cielo e la terra –, era utilizzata per invocare gli spiriti della pace, per accompagnare l’anima dei defunti, oppure per accogliere un ospite o un nuovo membro della tribù.