Riesling tedesco, atto secondo Massimo Zanichelli Per quanto spettacolare nel paesaggio viticolo ed eccellente nella produzione enologica, la Mosella, raccontata nello scorso numero della rivista, non esaurisce la grandezza del Riesling tedesco, che si dipana avvincente lungo il corso di altri fiumi in altri significativi e affascinanti territori. Ecco, dunque, uno sguardo sulle zone della Pfalz, del Rheingau e della Nahe, con introduzioni concise per lasciare spazio alla moltitudine degli assaggi, che spesso si inoltrano in una prospettiva verticale, indispensabile per un vino come il Riesling. Sacrificando molti validi Gutwein e Ortswein, l’articolo si concentrerà inevitabilmente sui vini da Grosse Lage – l’equivalente tedesco del Grand Cru, di cui i Grosses Gewächs o GG, almeno per le aziende aderenti al VDP (un’importante associazione dei produttori di maggior prestigio), rappresentano le versioni secche o Trocken – e sulla crème dei Prädikatswein come Auslese, Beerenauslese e Trockenbeerenauslese, gli incomparabili vini dolci tedeschi. La successione delle aziende di ogni singola regione segue un ordine geografico, non una classificazione di merito. PFALZ Delimitata a ovest dalla catena montuosa della Haardt e a est dal fiume Reno, la Pfalz o il Palatinato (il nome deriva dal palatium eretto dai Romani in questa regione oltre duemila anni fa) si estende per un’ottantina di chilometri dal Rheinhessen a nord all’Alsazia a sud lungo la Pfälzerwald, la foresta del Palatinato. Con i suoi 23.600 ettari vitati suddivisi in due Bereich (Mittelhaardt/Deutsche Weinstrasse e Südliche Weinstrasse), è la seconda regione tedesca per estensione (la prima è proprio il Rheinhessen con 26.500 ettari) e una delle prime in assoluto per la coltivazione del riesling. Per chi ha negli occhi la viticoltura estrema della Mosella, la Pfalz, con i suoi vigneti più lineari e pianeggianti, dai rilievi dolcissimi (160-200 metri di altitudine), sembra quasi un ritorno all’ordine. Eppure, i suoi Riesling non difettano di carattere e complessità, anzi. Merito di un microclima ideale (è uno dei più miti della nazione, con ben 220 giornate all’anno di esposizione al sole e poche precipitazioni) e soprattutto di un’estrema varietà pedologica: arenarie rosse, rocce calcaree, argille, scisti e basalti PHILIPP KUHN Laumersheimer Kapellenberg Riesling Alte Reben 2019, 2018 Laumersheimer Steinbuckel Riesling GG 2018 Laumersheimer Kirschgarten Riesling GG 2018, 2015 Zeller Schwarzer Herrgott Riesling GG 2018 Kallstadter Saumagen Riesling GG 2018 Laumersheimer Kirschgarten Riesling Auslese 2017 Laumersheimer Kirschgarten Riesling Beerenauslese 2015 Philipp Kuhn esordisce giovanissimo, a vent’anni, nella tenuta di famiglia (la cui tradizione agricola risale al XVII secolo e quella vitivinicola agli anni Settanta), firmando le sue prime bottiglie nel 1992. Nel tempo questo capace vignaiolo, che oggi, con ventotto vendemmie alle spalle, è un veterano a nemmeno cinquant’anni, è diventato uno dei nomi di riferimento della denominazione. Siamo a Laumersheim, nel Palatinato settentrionale, dove i Riesling risultano generalmente più caldi e maturi, come dimostrano le due annate del Kapellenberg Alte Reben, da vigne di sessant’anni (le più vecchie dell’azienda), o due importanti cru locali come lo Steinbuckel e il Kirschgarten. Più acuminato lo Schwarzer Herrgott a Zell, da una piccola parcella di quasi mezzo ettaro al confine con il Rheinhessen: è il vigneto più fresco e ventoso dell’azienda e come tale è l’ultimo a essere vendemmiato. Il vino ha sentori di pietra focaia e frutta gialla matura, un agrume laminato e vispo. Il Saumagen di Kallstadt (quasi un ettaro dei 33 di cui si compone la Grosse Lage) è considerato il cru principale della zona settentrionale e uno dei più potenti di tutta la Pfalz: una conca arida e asciutta di “terra fusca” (rossa), una specie di calcare ferroso, che bisogna spesso irrigare. Sensazioni di erbe, menta, cedro, spezie, con polpa gialla succosa, fondo minerale, finale di bella tonicità e crescendo sapido. Ancora più espressivi i vini dolci che provengono dal Kirschgarten di Laumersheim, un giardino (Garten) di delizie oltre che di ciliegie (Kirschen). Se l’Auslese ha naso di pietra focaia e frutta esotica, un sorso denso e vivo, di freschezza acida su toni esotici, una fusione di zucchero filato e acidità, la Beerenauslese è un’esplosione olfattiva di menta, rosmarino, mirto, salvia, con un palato di struggente dolcezza, di continue accensioni aromatico-officinali, dal finale irraggiante d’agrumi. BÜRKLIN-WOLF Ruppertsberger Gaisböhl Riesling GC 2018 Deidesheimer Hohenmorgen Riesling GC 2018 Deidesheimer Langenmorgen Riesling GC 2018 Ruppertsberger Reiterpfad Riesling GC 2017, 1999 Forster Ungeheuer Riesling GC 2017 Forster Pechstein Riesling GC 2015 Forster Kirchenstück Riesling GC 2014 Ruppertsberger Riesling Auslese 2015 Di tradizione plurisecolare – produce vino dal 1597, e a metà del Novecento era la più grande cantina privata della Germania – la tenuta di Wachenheim oggi conta su un’estensione vitata di 85 ettari, tutti a regime biologico dal 2001 per iniziativa di Bettina Bürklin-von Guradze, che dirige l’azienda dal 1990 e che ha scelto di rinunciare alla classificazione tedesca dei vini del 1971, giudicata troppo generica, per seguire quella più rigorosa del Regno Bavarese del 1828, molto simile alla classificazione della Côte-d’Or (sulle etichette compaiono infatti le sigle PC per Premier Cru e GC per Grand Cru, tutti prodotti con fermentazioni spontanee in botte grande). Dal 2012 la conduzione enologica è nelle mani dell’italiano Nicola Libelli, classe 1985, studi a Piacenza, Asti e Geisenheim. I Riesling sono precisi, rarefatti, in stile straff und stramm, dritto e teso. Il Gaisböhl è un monopole dai terreni di arenaria, un vigneto di acqua e calore che genera un Riesling di accenni minerali, sorso asciutto, sviluppo contrastato e chiusura salina. L’Hohenmorgen, il cru più caldo dell’azienda, è ancora reticente all’olfatto, ma possiede un palato succoso che gode di accelerazioni di sapore. Il Langenmorgen, settemila metri quadri promossi a GC nel 2013, ha sentori di erbe, muschio, agrume, e un palato polposo, sciolto, contrastato, molto sapido. L’Ungeheuer (0,93 ettari), che introduce le gemme di Forst, ha forti connotati minerali, elargizioni di menta, un profilo potente e penetrante, laminato ed elegante. Il Pechstein (1,7 ettari) ha grande vibrazione minerale (pietra focaia, sasso, roccia umida), ariosità balsamica e agrumata, sorso pieno di succo e tonicità, con finale tra il mentolato e il salino. Il celebre Kirchenstück, una parcella di 5400 metri quadri, magnifica la leggendaria raffinatezza di questo vigneto con un’allure olfattiva di erbe officinali, minerali, agrumi, un palato succoso-salato, vibrante: lo scrigno di Forst, l’essenza del Mittelhaardt. Il confronto tra il Reiterpfad 2017 e 1999 mette in luce l’importanza dell’evoluzione per i vini della casa e più in generale per il Riesling: se il primo è più promettente che espressivo, il secondo è uno sfoggio di agrume candito, foglia di menta, lime, con continue accensioni aromatiche, impatto minerale trasversale e notevole fibra acido-salina. L’Auslese chiude le emozioni di giornata con una botrite limpida e pura, un palato tenero e irresistibile, cristallino, che è un fiorire continuo di input d’agrumi (foglia di limone, scorza di pompelmo, lime) e di contrasti. MOSBACHER Deidesheimer Kieselberg Riesling GG 2019, 2018, 2017, 2013 Deidesheimer Kieselberg Riesling Spätlese Trocken GG 2003 Forster Ungeheuer Riesling GG 2019, 2018, 2017 Forster Pechstein Riesling GG 2019, 2018, 2016 Forster Freundstück Riesling GG 2019 Forster Jesuitengarten Riesling GG 2019 Forster Ungeheuer Riesling Auslese Goldkapsel 2015 Situata a Forst, il giardino delle Grosse Lage della Pfalz, la cantina è stata fondata nel 1921 da Richard Mosbacher Sr., che, con le sorelle, decise di dedicarla al padre Georg, ma la tradizione viticola di famiglia è ancora più antica, contando su più di due secoli di attività. Ingrandita e affermata dal figlio Georg Jr. negli anni Sessanta, dal 1992 l’azienda è guidata dalla nipote Sabine Mosbacher insieme al marito Jürgen Düringer, conosciuto durante gli studi a Geisenheim. Il Kieselberg di Deidesheim, proveniente da una minuscola parcella di 0,38 ettari sui 15,5 dell’intero cru, è un Riesling spiccatamente aromatico, il cui carattere si afferma con prepotenza nel corso del tempo. Al profilo dritto e succoso del 2019 e, con più calore, del 2018, ambedue giocati sui sentori di erbe, si affiancano un 2017 teso e deciso, dagli accenni minerali, e un 2013 di bella evoluzione: dal mazzo delle erbe spuntano le prime formazioni idrocarburiche (cherosene, petrolio) e l’agrume candito, mentre il taglio acido-sapido fa salivare a lungo il palato. Per tacere di una Spätlese 2003 dal frutto tardivo che profuma di petrolio, agrume dolce ed erbe balsamiche. L’Ungeheuer, da un appezzamento di 1,7 ettari sui 29 dell’intera Lage, vinificato in botti da 2400 litri, traduce il suolo di arenaria rossa con strati di argilla, sabbia, basalto e ghiaia in un Riesling incisivo e asciutto, che nel biennio 2018-19 è pietroso, compatto, piccante, e che nel 2017 si fa più minerale e officinale, con fragranze assortite (menta, erbe) e un palato arioso e penetrante. Il Freundstück (mezzo ettaro di vigneto sui 3,5 totali, fermentazione spontanea in acciaio) è succoso, brillante, minerale, prepotente nell’allungo, in un mix risolto di finezza e determinazione. Il Pechstein, da suoli basaltici, fa trasparire tutto il suo tipico lato affumicato-speziato, amplificato anche dalla maturazione in botte grande, così come il Jesuitengarten (da una parcella di duemila metri quadri), che fa tonneau e che combina efficacemente fumé e sapidità. L’Auslese Goldkapsel dell’Ungeheuer, fin dai suoi parametri tecnici (9% alcol svolto, 143 grammi di zuccheri residui, 11,8 g/l di acidità), dimostra quali meraviglie può compiere il Riesling in versione muffa nobile: purezza di frutto esotico (litchi, mango), mineralità, acidità radicale che rinfresca, finale luminoso e lunghissimo. BASSERMANN-JORDAN Deidesheimer Kieselberg Riesling GG 2019 Deidesheimer Hohenmorgen Riesling GG 2018 Forster Jesuitengarten Riesling GG 2018, 2014 Pechstein Riesling Beerenauslese 2018 Sfogliando l’album secolare della famiglia; ammirando il parco-cru di cui dispone (50 ettari ad agricoltura biodinamica con ben 20 Einzellage tra Forst, Deidesheim, Ruppertsberg, Königsbach); rimanendo a bocca aperta davanti alle rarità contenute nella Schatzkammer, la cantina delle riserve storiche, tra cui la leggendaria Kometenjahrgang (vendemmia cometa) del Forster Ungeheuer 1811; e assaggiando la proverbiale precisione di una serie di vini armoniosi che nulla lasciano al caso, si comprende il prestigio e la grandezza di questa cantina-casato, fondata nel 1718 da Pierre Jordan, trasferitosi nel 1708 dalla Savoia. Nel 2002 la tenuta fu venduta al magnate palatino Achim Niederberger, che, con le successive annessioni di Reichsrat von Buhl (2005) e von Winning (2007), divenne il proprietario del più grande vigneto privato tedesco (150 ettari complessivi). Alla sua morte, nel 2013, la proprietà è passata alla vedova Jana Seeger Niederberger, mentre la direzione tecnica è nelle mani di Ulrich Mell. Il Kieselberg, promosso Grosses Gewächs dal 2019, sfoggia desinenze rocciose (graniti, sassi, pietra focaia) e agrumate, un palato pieno e succoso, un gran finale in crescendo salino. L’Hohenmorgen non è da meno: profumi penetranti con agrume candito, accenno d’idrocarburo, riflessi di menta, palato invitante e gourmand, corposo e contrastato. Tra i cru di Forst, lo Jesuitengarten (acquistato nel 1793 dai Gesuiti) espande a raggiera il portato agrumato-minerale del Riesling, tendendo l’arco gustativo, con succo che si dirama, sale che cresce, acidità che vibra, un profilo radicalizzato in un 2014 a trazione integrale, senza tracce di cherosene (la sua evoluzione è lentissima), con nitidezza fruttata e balsamica, e un picco di sapore nel finale. Che dire poi della Beerenauslese del Pechstein? È la prima prodotta dopo una quindicina di anni, ha valori favolosi (190 grammi di zucchero e 12,8 di acidità), un olfatto che incanta (agrume esotico, ventaglio minerale, erbe officinali, basilico, accenno di pirite vulcanica, foglia di tè, fiore di camomilla) e un palato irresistibile per aromaticità, densità, contrasto, con tripudio di scorza d’agrume e un’acidità elettrica che rinfresca e illumina. VON WINNING Deidesheimer Grainhübel Riesling GG 2018 Deidesheimer Kalkofen Riesling GG 2018 Deidesheimer Kieselberg Riesling GG 2018 Deidesheimer Langenmorgen Riesling GG 2018 Forster Ungeheuer Riesling GG 2018 Forster Pechstein Riesling GG 2018 Forster Kirchenstück Riesling GG 2018 Riesling MarMar 2018 Riesling Ozyetra 2017 Fondata nel 1849 con il matrimonio tra Friedrich Deinhard, figlio dei proprietari della cantina spumantistica di Coblenza, e Auguste Jordan, che portò in dote alcuni vigneti, la Weingut Dr. Deinhard fu successivamente ingrandita dal figlio Andreas, ereditata dal genero von Winning, acquisita dalla famiglia Hoch e infine venduta nel 2007 ad Achim Niederberger, che scelse il nome attuale e la cui famiglia rimane proprietaria dopo la sua prematura scomparsa nel 2013. Il parco vitato è imponente (64 ettari a conduzione biodinamica non certificata, tra cui figurano le migliori Lage di Deidesheim e Forst), mentre lo stile barocco dei vini è improntato all’ascendenza del legno. I Grosses Gewächs, otto in tutto (quattro a Deidesheim e altrettanti a Forst), sono vinificati in tonneau da 500 litri (nuovi e di più passaggi) e tenuti sui lieviti per un anno e mezzo (i 2018 solo quindici mesi perché pronti anzitempo). Il Grainhübel, vigneto di un ettaro e mezzo esposto a sud, in pietra arenaria e calcare, generalmente vendemmiato per primo, ha côté di spezie orientali, gusto morbido e opulento. Fumé e speziato, il Kalkofen possiede tanto volume e un che di esotico. Il Kieselberg è burroso e boisé, con toni di agrumi canditi. Il Langenmorgen, il “filetto” in pietra arenaria del Paradiesgarten, ha colore dorato, sentori di menta, spezie, agrume candito, e una bocca delineata e armonica. Passando ai cru di Forst, l’Ungeheuer, impasto di arenaria, calcare e basalto vulcanico, ha note boisé su base agrumato-minerale, un tocco fumé che impreziosisce il quadro aromatico, un finale speziato. Il Pechstein valorizza la sua vena vulcanica in un profilo di pietra focaia e vibrazioni affumicate, con un palato che abbina energia e persistenza. Il prezioso Kirchenstück – seimila metri quadri vicino alla chiesa, terreni in pietra arenaria con calcare (meno dell’Ungeheuer) e basalto vulcanico (meno del Pechstein) – ha colore dorato, naso speziato, palato grasso (la “ciccia del bebè” come la chiamano qui), legno lussuoso e rifiniture minerali, un Palatinato che guarda alla Borgogna, uno stile che occhieggia al Corton-Charlemagne, con un finale di accelerazione sapida. MarMar e Ozyetra sono due “Super Riesling” al confine dell’esercizio di stile. Il primo, nato con il millesimo 2015, una selezione delle uve della parte più calcarea dell’Ungeheuer maturata in tonneau nuovi per due anni, ha un’aria di Borgogna al naso, palato grasso dalle note di pietra focaia, vibrazione minerale e finale sapido. Il secondo è una selezione dei migliori carati del Pechstein, con profilo speculare al precedente quanto esponenziale nell’espressione: gran fumé, tatto denso, un crescendo di progressione sapida. Sono due grandi bianchi prima di essere due grandi Riesling. CHRISTMANN Gimmeldinger Meerspinne im Maldelgarten GG 2019, 2017 Königsbacher Idig Riesling GG 2019, 2011 Ruppertsberger Reiterpfad GG 2010 Situata a Neustadt-Gimmeldingen, la cantina è stata fondata nel 1965 da Karl-Friedrich Christmann, novantuno anni e settantacinque vendemmie alle spalle. Il figlio Steffen, avvocato, se ne occupa dalla metà degli anni Ottanta e dal luglio 2019 è affiancato nel lavoro dalla giovane figlia Sophie, con studi a Geisenheim e Bordeaux. Il Kellermeister è l’italiano Oscar Micheletti. I 20 ettari, a conduzione biodinamica dal 2002, sono sparsi tra Gimmeldingen, Ruppertsberg, Königsbach e Neustadt. Il profilo dei Grosses Gewächs è teso, compatto, essenziale. Così il Meerspinne im Maldelgarten 2019, fresco e agrumato come acqua tonica. Il vigneto è adagiato alla fine della valle di Gimmeldingen su suoli calcarei misti a löss e arenaria rossa. Più espressivo il 2017, fresco di erbe e lime, succoso e saporito, con un’acidità al limone che lo conserverà a lungo in bottiglia. L’Idig è tra i cru più noti non solo di Königsbach, ma di tutta la Pfalz: citato per la prima volta nei registri pubblici del XIV secolo, quando faceva parte del patrimonio degli Elettori Palatini, ha terreno molto calcareo con inclusioni argillose e limose, e deve il proprio nome a una croce sulla quale è riportata la scritta “Jesus Domine Jesus Gratia”, di cui Idig è l’acronimo. Il 2019 è brillante, incisivo, dritto e saporito quanto un 2011 ugualmente reattivo, dai sentori di menta fresca e dai contorni balsamici: è un cru così lento a uscire da sembrare giovane anche quando ha accumulato anni in bottiglia. Originale il profilo del Reiterpfad 2010, complice un’annata segnata dalla botrite, definita “umida e burbera”: sentori di muffa nobile, agrume candito, menta secca, con accenno d’idrocarburi; palato intenso, balsamico, dal tenore decadentistico: tenero e avvolgente, persistente e mielato. FRANK JOHN Riesling Buntsandstein Trocken 2018, 2017, 2016 Dopo dieci anni come direttore tecnico da Reichsrat von Buhl, con cui si è fatto conoscere nel mondo del vino, Frank John, personaggio dal pedigree articolato e tra i pionieri del biodinamico in Germania, si è messo in proprio nel 2003 con il progetto Hirschhorner Hof, che rimane tuttora il secondo nome della cantina di Neustadt. I cinque ettari – parte di proprietà, parte di vignaioli di fiducia che seguono le sue direttive – suddivisi in una ventina di parcelle tra Gimmeldingen, Königbach e Kallstadt sono certificati biodinamici dal 2013. Lo affiancano nel lavoro quotidiano i figli Sebastian e Dorotea, la quale sta ancora terminando gli studi a Geisenheim. Le scelte sono rigorose: fermentazioni naturali con pied de cuve diversi per ogni vigneto e suolo (Frank ricerca l’arenaria rossa, il Buntsandstein, di cui il suo Riesling porta il nome), solo selezioni massali, nessuna Lage in etichetta o classificazione VDP, nessuna stabilizzazione, nessun trattamento. Fedele al motto “grandi vini della vecchia scuola”, il Riesling fa macerazione per un terzo della massa, vinificazione e maturazione in botte grande. Il 2018 ha piglio “sauvage”, riduzioni naturali, fermenti di erbe, sentori di nocciola e albicocca; il palato, ancora embrionale, sprigiona elementi acidi e salini che lo rendono estremamente reattivo. Il 2017 è un trionfo di erbe officinali (timo, rosmarino e salvia, che per Frank è un elemento aromatico imprescindibile per il Riesling), di fiori e minerali, con bocca succosa, naturale, invitante, una lama di tonicità e sapore. Il 2016 ha evoluzione olfattiva lenta e graduale (fiori secchi, note minerali), un palato irriducibile che combina contrasto acido e infiltrante sapidità. RHEINGAU Celebre in tutto il mondo per lo Schloss Johannisberg, il Rheingau, pur nei numeri contenuti della sua produzione – 3185 ettari, di cui 357 occupati da Steillage (vigne ripide) con pendenze sopra il 30 per cento –, è una delle roccaforti storiche del Riesling tedesco. Nel XIX secolo le sue uve spuntavano una quotazione addirittura superiore a quelle di Bordeaux e i suoi Riesling – noti per l’aroma di pesca dovuto a una perfetta maturazione – sono sempre stati tra i più pregiati di tutta la Germania. Regione compatta, il Rheingau si allunga per 36 chilometri sulle sponde settentrionali dei fiumi Reno e Meno, suddividendo l’area in due parti principali: quella occidentale che ruota intorno ai vigneti più alti e ripidi, talvolta terrazzati, di Lorch e Rüdesheim, dal clima più fresco e dai terreni in quarzite e pietra d’ardesia; e quella formata dalla parte centrale (Eltville e dintorni) e orientale (Hochheim e dintorni), caratterizzate da terreni più piani e caldi formati da loess, argilla e ghiaia sabbiosa. La nascita nel 1983 dell’associazione Charta, dovuta a un gruppo di produttori capitanati da Bernhard Breuer, poi confluita nel VDP, ha svolto un ruolo determinante per la difesa dello stile classico del Riesling del Rheingau, per l’affermazione della tipologia Trocken e per l’introduzione della categoria Erstes Gewächs, assimilabile al Premier Cru francese. GEORG BREUER Rüdesheim Berg Rottland Riesling 2019, 2018, 2008 Rüdesheim Berg Roseneck Riesling 2016, 2015 Rüdesheim Berg Schlossberg Riesling 2018 Rauenthal Nonnenberg Riesling 2018, 2014 Riesling Auslese 2019 Fondata nel 1880 da Bernhard Scholl e Albert Hillenbrand, l’azienda è diventata di proprietà della famiglia Breuer ai primi del Novecento. Porta il nome di Georg, che ha investito nell’export e ingrandito la proprietà, come hanno fatto successivamente i figli Heinrich e Bernhard. Alla morte di quest’ultimo nel 2004, è subentrata la figlia Theresa, che oggi guida la produzione con la collaborazione del Kellermeister Markus Lundén. Accanto ad alcune versioni più eterodosse – il Terra Montosa 2018 e il Terra Montosa Patientia 2016, un assemblaggio delle seconde migliori partite dei vigneti più ripidi, di “montagna” (da cui il nome), vinificate in legno – i Riesling più rinomati della casa, privi delle classificazioni VDP, provengono dai principali cru di Rüdesheim (27 ettari vitati con due terzi di Steillage) e dal monopole Nonnenberg di Rauenthal. Il passaggio nel legno è una loro costante stilistica. È quasi inavvertibile, benché le botti siano nuove, nel 2019 del Berg Rottland (terreni di ardesia blu), che conserva la freschezza erbacea della sua gioventù, mentre lascia più segno nelle note fumé del 2018 e nel mélange tra il lato boisé e quello balsamico-mentolato del 2008. Anche nel Roseneck 2016 (ardesia rosa) la speziatura della vaniglia e del cumino si compenetra nel tessuto acido-minerale, offrendo spunti di contrasto alla pienezza del palato. L’eleganza di un legno abbinato all’acidità del Riesling trova risvolti interessanti anche nel 2015. Il Berg Schlossberg (ardesia nera), che nel 2018 si fregia in etichetta dell’opera dell’artista finlandese Pietari Posti – raffigura un enorme piede bianco che si appoggia alla linea curva dei vigneti di Rüdesheim –, conferma la linea stilistica della cantina, appagando il palato di chi ama un Riesling concepito con il legno: c’è precisione tecnica, c’è pienezza di succo, c’è un impatto gustativo che abbina note pietrose e sentori affumicati, e che rimane un po’ in debito di sfumature nell’allungo. Maggiore purezza sembra spirare dal Nonnenberg, cinque ettari e mezzo dai sedimenti di argilla, ghiaia e sabbia che si allungano su pendii esposti a sud nel Rheingau centrale. Il 2018 ha attacco olfattivo marcatamente roccioso, con palato di guizzante acidità, fresco di limone e pompelmo, con finale asciutto, aspro, reattivo. Analogamente, il 2014 ha nuance di cedro candito, un sorso succoso e una lama acida rinfrescante, con finale di limone confit e afflato minerale. L’Auslese, infine, è un vino delicato, ancora embrionale, dai sussurri di frutta matura ed erbe aromatiche, con un palato di dolcezza e cristallina acidità. WEGELER Rüdesheimer Berg Schlossberg Riesling GG 2018, 2014 Rüdesheimer Berg Rottland Riesling Spätlese 2018, 2012 Bernkasteler Doctor Riesling GG 2018 (Mosel) Bernkasteler Doctor Riesling Spätlese 2018 (Mosel) Geisenheimer Rothenberg Riesling Beerenauslese 2011 La nascita della cantina Wegeler è legata al matrimonio nel 1861 tra Julius Wegeler ed Emma Deinhard, figlia di August, titolare della celebre cantina spumantistica Deinhardstein Sektkellerei. Dopo la prematura scomparsa di August, avvenuta nel 1865, la direzione della cantina fu assunta dal genero Julius, che nel 1882 fondò la propria cantina privata, acquistando vigneti a Rüdesheim e Oestrich- Winkel ancora oggi di proprietà della famiglia, insieme alla bella casa padronale a Oestrich-Winkel, attuale sede aziendale di rappresentanza; alla cantina di Bernkastel, in Mosella, costruita nel 1902 dallo stesso Julius Wegeler secondo moderni principi di gravità; e al celeberrimo Doctor, il vigneto più pregiato di Germania. Con i suoi 48 ettari di solo riesling nelle Grosse Lage di Rüdesheim (Berg Schlossberg, Berg Rottland, Berg Roseneck), Winkel (Jesuitengarten, Hasensprung), Geisenheim (Rothenberg, Kläuserweg), Johannisberg (Hölle), Mittelheim (St. Nikolaus) e Oestrich (Lenchen), Wegeler è la più grande cantina privata del Rheingau. Lo stile è di stampo classico, molto attento agli equilibri alcolici: per Michael Burgdorf, dal 2004 responsabile tecnico dell’azienda, gli indici troppo alti di alcol sono la morte del Riesling. Dai due ettari del Berg Schlossberg di Rüdesheim nasce un Riesling che nel 2018 vira alla freschezza delle erbe e all’intensità del sapore, e che nel 2014 evolve verso toni di idrocarburi e agrumi, con un respiro balsamico di menta e un’accensione gustativa incisiva, sapida, corroborante. Analoga evoluzione per il Berg Rottland, le cui fresche erbe di gioventù si traducono nel 2012 in quel tratto di agrume candito, di “liquefazione” idrocarburica (petrolio), di tatto carezzevole, di morbidezza golosa e risoluta che si identificano con il classicismo della Spätlese. È stato impossibile resistere alla tentazione di assaggiare il prestigioso Doctor. Vinificato in acciaio, il 2018 ha un’espressione di eleganza e purezza: fiori, agrumi, menta, basilico, con palato tonico, succoso, fresco-esotico, invitante, balsamico, saporito. La versione Spätlese sfoggia tutta l’ariosità dell’orto con sentori di salvia, basilico, erbe e verzure che si sollevano dappertutto, e un palato che nasconde meravigliosamente i 95 grammi di zucchero in uno sviluppo setoso e intrigante. La Beerenauslese del Rothenberg è un incanto: veste dorato brillante, olfatto irresistibile di botrite esotica, agrume candito, lime, zenzero, con palato di frutta candita, grande dolcezza e convincente contrasto. CORVERS-KAUTER Rüdesheimer Berg Roseneck Riesling Trocken 2019, 2018, 2017, 2016, 2015 Rüdesheimer Berg Schlossberg Riesling Trocken Spätlese 2016 Rüdesheimer Berg Rottland Riesling Trocken Spätlese 2016 Erbacher Marcobrunn Riesling Feinherb 2019 Erbacher Marcobrunn Riesling Kabinett 2019 Winkeler Hasensprung Riesling Auslese 2018 Rüdesheimer Berg Rottland Riesling Auslese 2010 Hattenheimer Mannberg Riesling Trockenbeerenauslese 2019 Le tradizioni vinicole delle famiglie Corvers di Rüdesheim e Kauter di Winkel risalgono al XIX secolo e la nascita dell’azienda, come naturale coronamento delle rispettive storie familiari, avviene a metà degli anni Novanta con il matrimonio tra Matthias Corvers, enologo, e Brigitte Kauter, la sopraffina cuoca del Gutsausschank (ristorante aziendale) di Oestrich-Winkel, dove ha sede la cantina. Il giovane Philip, studi a Geisenheim, affianca il padre nel lavoro aziendale. Con la recente acquisizione dei 15 ettari a Eltville, l’estensione vitata, che insiste su più comuni, raggiunge i 35 ettari, tutti a conduzione biologica: la conversione è cominciata nel 2005 con certificazione del 2012. La produzione è rinomata per i vini dolci, ma anche sul fronte dei Trocken la gamma garantisce un’alta qualità. Come un ritorno alle origini e un omaggio alla tradizione, il Berg Roseneck è vinificato in grandi botti di rovere, dove matura per un anno. In gioventù – 2019 e 2018 – vibra di contorni fumé, ammalia per le note d’agrume, convince per la dinamica interna. Con l’evoluzione – 2017, 2016 e Feinherb 2015, quando il vino ancora ricadeva nella tipologia Spätlese – il rilievo minerale si fa più spiccato, il granito convive con le spezie, lasciando respirare la roccia d’ardesia, il fumé è capillare e incorporato, la buccia d’agrume si fa largo (nel 2015 anche il frutto esotico), il cuneo acido dona contrasto. Specularmente, il Berg Schlossberg congiunge brillantemente erbe, minerali, fumé e agrumi con un’accelerazione di sapore che non lascia indifferenti, mentre il Rottland è più tardivo e maturo nel profilo, pur conservando tonicità e contrasto. Nelle zone più calde e argillose della parte orientale, i Riesling si esprimono appieno con tipologie più morbide e amabili. Il Marcobrunn ha profumo di agrume candito e un palato tondeggiante, placido e assorto, con punture acido-minerali che lo vivacizzano nel finale, mentre il Kabinett dello stesso cru (dal 2019 finalmente di proprietà dopo anni di affitto) è più espressivo, succoso, aromatico. Infine, i vini dolci. L’ancora giovane Auslese Hasensprung ha sentori di erbe di campo, pera, pomi maturi, un palato morbido, dolce, garbato. L’Auslese Berg Rottland, che invece ha una decina d’anni in più, è più intenso al colore e concentrato all’olfatto, scandito da frutta esotica e zenzero, con un palato fitto di sensazioni (camomilla, scorza d’arancia, cedro candito), in cui un’acidità citrina dona brillantezza. Il Mannberg di Hattenheim è vicino al Marcobrunn di Erbach e in questa parte più orientale del Rheingau la formazione di muffa nobile è favorita dal clima più caldo, dai terreni più profondi, dalla maggior presenza di umidità. La TBA, ancora embrionale, offre sentori di erbe e zucchero filato, albicocca e agrume candito, ha un palato denso, viscoso, ricco di voluttuosità zuccherina, con un’acidità rinfrescante di rinforzo, invitante, di bella purezza, dal futuro radioso. KÜNSTLER Rüdesheimer Berg Schlossberg Riesling GG 2019 Rüdesheimer Berg Rottland Riesling GG 2019, 2015 Kostheimer Weiss Erd Riesling GG 2019 Hochheimer Kirchenstück Riesling GG 2019, 2015, 2014, 2005 Hochheimer Hölle Riesling GG 2019, 2018, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013, 2012, 2011, Terrasse 2005, Auslese Trocken Goldkapsel 2003, Spätlese Charta 1992 Hochheimer Kirchenstück Riesling Beerenauslese 2015 Hochheimer Hölle Riesling Trockenbeerenauslese 2015 Hochheimer Hölle Riesling Beerenauslese 1999 Dalla metà del XVII secolo i Künstler hanno prevalentemente amministrato la loro tenuta a Untertannowitz, nella Moravia Meridionale, regione dell’odierna Repubblica Ceca, finché, dopo la Seconda guerra mondiale, Franz Künstler è stato costretto ad abbandonare la patria. In Rheingau ha diretto alcune aziende prima di fondare la sua nel 1965, affermandosi negli anni Settanta con vini di qualità. Dal 1992 Gunter Künstler, dopo gli studi a Geisenheim, è subentrato al padre, acquisendo nel 1996 l’azienda Aschrott Erben, che diventa il nuovo quartier generale produttivo, per poi trasferirsi nel 2006 negli ampi spazi di un’ex azienda spumantistica a Hochheim. Produttore curioso ed eclettico, Gunter gestisce 49 ettari vitati, di cui 39 dedicati al riesling in una nutrita serie di cru. Ognuno asseconda lo stile sostanzioso, talvolta potente, della casa, senza che questo sacrifichi il carattere e le differenze del terroir, visibile soprattutto nel confronto tra la zona occidentale di Rüdesheim e quella orientale di Hochheim. Le temperature più fresche e i terreni più minerali del Berg Schlossberg (una minuscola parcella di 1000 metri quadri vicino al castello Ehrenfels) e del Berg Rottland (3000 metri quadri) generano Riesling dal piglio dinamico, succosi e salini, dagli aromi di buccia d’agrume, con tratto gustativo che procede per salivazione e contrasti. Il Weiss Erd di Kostheim (poco meno di un ettaro e mezzo) poggia su terreni di marna calcarea (da cui il nome, che in tedesco significa “terra bianca”) e produce un Riesling polposo e insinuante, dai sentori di agrumi freschi, erbe, muschio. Il Kirchenstück – due ettari e mezzo di calcare, loess e argilla – genera un vino dai sentori di frutta gialla tropicale e dal profilo maturo e pieno. Situato nella parte est di Hochheim, il vigneto Hölle, l’alfiere della casa che si estende a sud per quasi 10 ettari dei 48 di cui si compone la Lage, dà vita a Riesling potenti e longevi, come ha dimostrato appieno una verticale di rango. La ricchezza delle annate più giovani (l’intensità del 2019, il calore del 2018, la forza del 2017, la succosità del 2016, la morbidezza del 2015) acquisisce dinamismo nel tempo. Così il 2014 e il 2013 fondono l’agrume candito con il petrolio, la parte morbido-succosa con le vibrazioni minerali; il 2012 bilancia il peso della terra e del miele con le accensioni balsamiche; il 2011 ha il respiro della menta e dell’eucalipto; il Terrasse 2005 si offre esotico, speziato e aromatico; la brillante Trocken Goldkapsel 2003 splende di erbe, effluvi balsamici, toni esotici; la strepitosa Spätlese 1992 (l’ultima prodotta seguendo le regole dell’associazione Charta) ha l’oro idrocarburico, il minerale liquefatto, il mango, lo zenzero, la scorza del pompelmo, il sottobosco, la menta in un sorso contrastato e lunghissimo. I vini botritizzati, infine, sono di alto profilo. La versione Beerenauslese del Kirchenstück ha purezza di muffa nobile e frutta esotica a gogò, iridescenze balsamiche e vibrazione acida, mentre quella dell’Hölle di sedici anni più vecchia non perde un grammo di brillantezza, purezza, leggiadria, ed è giocata sui toni dell’arancio al colore e sull’arancia ai profumi (candita) e al gusto (scorza sanguinella). La Trockenbeerenauslese arde di botrite, albicocca, frutta tropicale: in bocca sembra di addentare la polpa del mango. Desta impressione per concentrazione e acidità. NAHE Tra il Rheinhessen e il Mittelrhein si annida la zona, sconosciuta ai più, della Nahe, quasi 4300 ettari di vigna che scorrono seguendo il corso del fiume che le dà il nome, dove il riesling, che rappresenta il 29 per cento del totale, è coltivato su pendii dolci e scoscesi lungo terreni di varia natura: quarzite e ardesia (quest’ultima più morbida e friabile di quella della Mosella), pietra arenaria e porfido. Se nel XIX i vini della regione godevano di una fama non inferiore a quella del Rheingau, il secondo dopoguerra ha assistito a una crescita dell’autoconsumo e una progressiva perdita di notorietà. Fino al 1971, anno in cui la Nahe è diventata una zona di produzione a sé stante, il riesling era considerato un vitigno secondario, se non addirittura da taglio, mentre oggi è a pieno diritto uno dei protagonisti della scena enologica tedesca. DÖNNHOFF Schlossböckelheimer Felsenberg Riesling GG 2019 Norheimer Dellchen Riesling GG 2019 Niederhäuser Hermannshöhle Riesling GG 2019, 2013, 2011, 2010 Niederhäuser Hermannshöhle Riesling Spätlese Trocken 1994 Oberhäuser Brücke Riesling Auslese 2019 Oberhäuser Brücke Riesling Auslese Goldkapsel 2009, 1999 Niederhäuser Hermannshöhle Riesling Auslese Goldkapsel 2019 Niederhäuser Hermannshöhle Riesling Beerenauslese Goldkapsel 2019 Niederhäuser Hermannshöhle Riesling Trockenbeerenauslese 2003 Il legame dei Dönnhoff con Oberhausen è secolare. La prima citazione storica in cui compare il nome della famiglia risale al 1761. Il fondatore Hermann fu il primo negli anni Venti del Novecento a imbottigliare e vendere i suoi migliori Riesling con l’indicazione del cru in etichetta. Il figlio Hermann Jr. costruì la cantina nella seconda metà degli anni Trenta. Il nipote Helmut, che prese in mano le redini dell’azienda nel 1971, impose il nome dei Dönnhoff a livello internazionale, puntando tutto sul riesling in un’epoca in cui era il terzo vitigno coltivato nella Nahe dopo müller thurgau e sylvaner. Dal 2007 suo figlio Cornelius, che rappresenta la quarta generazione, ha assunto la direzione aziendale. Oggi come ieri, le espressioni di questi Riesling sono tra le più compiute ed eleganti di tutta la Germania. Il Felsenberg di Schlossböckelheim (dalla parcella più vecchia della Lage, viti di cinquant’anni in forte pendenza, suolo vulcanico, fermentazione in botte grande, maturazione in acciaio) è un Riesling brillante, fresco, succoso, lievemente speziato, dal finale dritto, tonico, saporito; quanto il Dellchen di Norheim (1,2 ettari terrazzati di ardesia e porfido) è fruttato, maturo, preciso. Il maestoso Hermannshöhle di Niederhausen è uno dei simboli della Nahe. Deve il nome a un piccolo tunnel minerario (Höhle), mentre la parola Hermann richiama il dio romano Hermes, probabile riferimento a un antico luogo di culto. La porzione dei Dönnhoff è la più estesa del cru (4,2 ha su 8 totali), ha esposizione solatia, terreni in ardesia grigio-nera, pietra vulcanica, porfido e calcare, viti di oltre settant’anni. Il 2019 ha il tratto fruttato tipico della casa (maturità di pesca e albicocca), una vibrazione di lime, un’anima tonica e sapida. Il contrasto tra il profilo succoso-tardivo e i rinfrescanti toni acido-minerali è una costante anche delle annate più vecchie, tra un 2013 dai toni pietrosi e balsamici, un 2011 di polpa pazzesca, ariosità officinale e fenomenale allungo sapido, un 2010 tanto mediterraneo ai profumi quanto tedesco al palato, e un iperbolico 1994 in versione Spätlese Trocken di colore topazio che sprigiona agrume candito, “petrolio balsamico”, tenerezza tattile, acidità elettrica e ragguardevole persistenza. I vini dolci della casa sono altrettanto cristallini. La Brücke Auslese è puro succo tropicale, la Goldkapsel 2009 l’esaltazione di un terroir (pirite, frutta gialla, buccia candita d’agrume, acidità minerale) e la 1999 è roba da sollucchero: finissima e fragrante botrite con sentori di frutta tropicale, agrume candito, camomilla, zucchero filato, menta, erbe officinali, con palato denso, fresco, puro. L’Hermannshöhle Auslese Goldkapsel 2019 è giovane, fresca, elegante, piena di succo e di equilibrio. L’Hermannshöhle Beerenauslese Goldkapsel 2019, tra i loro migliori vini dolci degli ultimi quarant’anni a detta degli stessi produttori, è brillante al colore, invitante ai profumi (purezza di pesca, botrite e frutta esotica), densa al tatto, seducente al gusto (ananas e mango), irresistibile per il mirabile equilibrio tra zuccheri e acidità. L’Hermannshöhle Trockenbeerenauslese è un altro capolavoro: ha il colore del tramonto, un naso di pura botrite con profumi di arancia candita, kumquat, frutta esotica, e una bocca densa, una coltre viscosa di muffa nobile con sensazioni di arancia candita e confettura di albicocche, dall’interminabile persistenza dolce-acida. EMRICH-SCHÖNLEBER Monzinger Frühlingsplätzchen Riesling GG 2019, 2018, 2005 Monzinger Halenberg Riesling GG 2019, 2018, 2017, 2013 Monzinger Auf der Ley Riesling GG 2019 Monzinger Halenberg Riesling R 2017, 2015 Monzinger Frühlingsplätzchen Riesling Spätlese 2019 Monzinger Halenberg Riesling Spätlese 2019, 2018 Monzinger Frühlingsplätzchen Rutsch Riesling Spätlese 2015 Monzinger Frühlingsplätzchen Riesling Auslese 2019, 2013 Monzinger Halenberg Riesling Auslese 2019, 2016 Monzinger Halenberg Riesling Beerenauslese 2019, 2011 Monzinger Halenberg Riesling Trockenbeerenauslese 2018 Viticoltori da più di 250 anni, gli Schönleber hanno cominciato a imbottigliare solo alla fine degli anni Sessanta con la cantina fondata da Hannelore e Werner a Monzingen, e oggi guidata dal figlio Frank. Dai due ettari iniziali si è arrivati ai venti attuali e la produzione ha segnato anno dopo anno una qualità crescente, quasi esponenziale, con vini sempre più precisi ed espressivi in tutte le categorie. Il Frühlingsplätzchen, che nasce dall’omonima, ripida Lage di quattro ettari e mezzo dai terreni di ardesia rossa, ciottoli e argilla rossa (il nome, “posticino primaverile”, si deve al fatto che l’estrema pendenza fa sciogliere in fretta la neve, facendo sentire anzitempo la primavera), ha in gioventù una limpidezza olfattiva tra riduzioni minerali (2019) e note di erbe e agrumi bianchi (2018), con un palato nitido, contrastato, dritto, che evolve nel tempo, come testimonia il 2005, verso i sentori rinfrescanti della menta e dell’eucalipto, il lime candito, gli accenni di cherosene, con palato penetrante e persistente, di lunga gittata sapida. L’Halenberg, che proviene dai cinque ettari di ardesia blu e quarzite della più piccola e storica Lage di Monzingen, è un Riesling pulsante e cristallino, dal profilo spiccatamente minerale-sassoso. Il 2019 è turgido, vibrante, frontale, continuo. Il 2018 è un’esplosione di graniti (l’olfatto sembra una Felsenwand, una parete di roccia), con un palato pieno d’agrume (cedro), fresco e incisivo. Il 2017 si accende d’idrocarburo, ha vibrazione acida e sussulti minerali, una progressione sapida e contrastata. Il 2013 esibisce un frutto esotico innervato da un’acidità agrumato-minerale, con un finale preciso e tonificante. L’Auf der Ley, meno di un ettaro sopra l’Halenberg, è la vigna che, pur essendo la più alta dell’azienda e quella che gode di maggiori escursioni termiche, viene vendemmiata per prima. Ha terreni ciottolosi di ardesia blu e genera un Riesling, in produzione dal 2008, che in precedenza andava solo all’asta in grandi formati, di forte intensità (pietra, menta, agrumi in scorza), dal palato pieno, compatto, slanciato. L’Halenberg R è un Halbtrocken dalla fermentazione molto lenta (anche un anno) piuttosto secco, con profluvio di fiori ed erbe, e uno spiccato carattere varietale, che nel 2015 tende a un cangiante plateau aromatico. Molto invitanti e gourmand le versioni Spätlese, con una Frühlingsplätzchen esotica e carezzevole, morbida e contrastata; un’Halenberg fragrante e succosa; e un gioiello, il vino d’asta Frühlingsplätzchen Rutsch 2015, dalla parcella più ripida del vigneto (Rutsche in tedesco è lo scivolo) che, nelle annate in cui tutto fila per il verso giusto (2015, 2011, 2004, 2002), regala una grande Spätlese: ampiezza aromatica, impeccabile tonicità, sapidità crescente. Molto fragranti, eleganti e godibili le Auslese più giovani (pesca, pera, salvia, menta). La Frühlingsplätzchen Auslese 2013 sfoggia invece tanto zafferano, un palato flessuoso e modulato, a iniezione minerale. Squisita l’Halenberg Beerenauslese: il 2019 è un soffio di erbe aromatiche, brillante nella botrite, nell’acidità, nella persistenza di salvia; il 2011 è un tripudio di frutta esotica, un prato di erbe balsamiche, una delizia di albicocca, con un palato grasso, avvolgente, puro. L’Halenberg Trockenbeerenauslese scintilla di frutta esotica (ananas, papaia, litchi), ha una concentrazione di pura botrite (peraltro nel 2018 avara e precoce in vendemmia), un sorso di succo tropicale che si accende di rifrazioni balsamiche, di brillanti contrasti acidi, di persistenze aromatiche. L’autore ringrazia il Tourist, Kongress und Saalbau GmbH di Neustadt an der Weinstrasse e il Rheingauer Weinwerbung GmbH di Oestrich-Winkel per la preziosa collaborazione. Pellegrini Spa di Cisano Bergamasco per la campionatura di alcuni vini della cantina Georg Breuer non presenti durante la degustazione in azienda. Britta Nord per l’attività di interprete e traduttrice.