un sacco di patate
Morello Pecchioli

Nasce sottoterra, ma la sua gloria senza tempo è così radiosa da illuminare le preparazioni di ogni angolo del pianeta con umile e rassicurante pienezza.

Duemila anni fa, al tempo dei romani, e fino a tutto il Medioevo e il Rinascimento, la patata se ne stava nel mondo di in attesa di essere conosciuta dal mondo di qua. Scoperta l’America, il Solanum tuberosum arrivò in Europa viaggiando nelle stive dei galeoni di Pizarro & C. Gli Inca del Perù la chiamavano batata. Conquistata dai conquistadores non conquistò subito il Vecchio Continente. Le ci volle del tempo. Molto tempo. Per oltre due secoli, nel Cinquecento, nel Seicento e all’inizio del Settecento, la patata è stata un ortaggio criptico, arcano, inaffidabile. Come le attuali criptovalute. Bitcoin del sottosuolo, la patata è stata ritenuta a lungo un tubero inaffidabile e oscuro.


Nascere sottoterra, poi, aggravava la sua situazione. Per molti era uno sgorbio sulfureo da imparentare col diavolo. L’accusa si appoggiava sul fatto che proveniva da una terra abitata da indios, i quali, secondo alcuni teologi spagnoli favorevoli ai conquistadores e alle loro sopraffazioni, probabilmente non avevano l’anima. I no-patata tirarono in ballo la Bibbia: in nessun passo, dicevano, il libro sacro nomina questo vegetale stortignaccolo e sporco di terra. Ergo, non si deve mangiare. Qualcuno ribatté che la Bibbia non nominava nemmeno l’America, ma questo non impediva di depredarla dell’oro, dell’argento e delle pietre preziose di cui era ricca.


La povera patata, Rigoletto degli ortaggi, fu oggetto di altre infamanti falsità. Fu accusata di essere velenosa e di avere infettato parecchi cristiani, ma si scoprirà più tardi che non bisogna mangiare le foglie della solanacea, né i frutti troppo verdi, né i germogli, perché carichi di tossica solanina. Giovanni Ballarini, docente emerito dell’Università di Parma e presidente (altrettanto emerito) dell’Accademia italiana della cucina, ne La cucina dei numeri primi racconta che la patata fu incolpata da fanatici pseudoscienziati di provocare la lebbra in quanto, destinata ai maiali considerati animali infernali, trasformava i suini in portatori della terribile malattia.

Alla fine, più della pessima fama, fu la potente fame dell’accresciuta popolazione europea a far capire le virtù della patata, sdoganandola nell’alimentazione quotidiana. Anche i governi del Vecchio Continente fecero la loro parte, finanziando le ricerche su nuovi vegetali che potessero sostituire i cereali nei periodi di carestia ed evitare così che popoli affamati si ribellassero (vedi la Francia).


Olandesi, tedeschi, irlandesi, inglesi e italiani impararono, chi prima e chi dopo, dalla seconda metà del Settecento, ad apprezzare il Solanum tuberosum usato fin come pianta ornamentale per i bellissimi fiori. E non poterono più farne a meno. L’umile e utile ortaggio francescano dimenticò i torti subiti salvando cristiani e sottraendo masse di persone alla fame, alla malattia e alla morte.