generazioni del Villamagna
Antonello Maietta

Dalla sommità della collina su cui è adagiato il piccolo borgo di Villamagna, a circa 250 metri di altezza, volgendo lo sguardo in tutte le direzioni, è difficile immaginare una vocazione diversa da quella agricola. Lo suggerisce il nome stesso, dal latino villa, inteso come luogo di campagna, podere o fattoria, unito all’aggettivo magna, ossia grande, importante.
Parrebbe un luogo in cui la tranquillità regna indiscussa da sempre; invece, fin dall’antichità i suoi abitanti hanno dovuto fare i conti con il pericolo delle invasioni provenienti dall’Adriatico, che dista in linea d’aria non più di dieci chilometri. Dopo la caduta dell’Impero romano si allestirono le prime opere rudimentali di difesa, proseguite nel IX secolo con l’arrivo dei Benedettini, dal momento che la prosperità agricola e commerciale incrementava non solo la fama della zona, ma pure l’esposizione ai saccheggi. Non a caso il monastero fu intitolato a san Severino, che nel V secolo, oltre a divulgare la religione cattolica lungo le rive Danubio, si era adoperato a contrastare militarmente le invasioni barbariche.

 
La fortificazione vera e propria, che trasformò l’ameno borgo rurale in una roccaforte inespugnabile, si data all’XI secolo ed è testimoniata dalla bolla papale di Niccolò II emanata nel 1059. Si tratta di una sorta di censimento dei beni immobili di proprietà della diocesi di Chieti, in cui è citato il “castellum de villa magna”. Per gli appassionati di vino risulterà curioso sapere che, prima di essere eletto papa, si chiamava Gerardo di Borgogna, anche se probabilmente era nato nella regione del Rodano, e aveva legato il suo nome ad altri luoghi di particolare pregio per la produzione vitivinicola. Ad esempio, nel 1058 presenziò alla fondazione della Badia di Coltibuono, nei pressi di Gaiole in Chianti, e successivamente alla consacrazione dell’Abbazia della Santissima Trinità di Venosa, areale in cui oggi si produce l’Aglianico del Vulture.
Sempre a proposito del toponimo, in un documento del 1308 il luogo è citato come “villa Majna”. In epoca più recente, il centro storico subì ingenti danni durante il secondo conflitto mondiale.