Viviamo in un mondo di contraddizioni, e certamente associare alla qualifica di Sommelier l’aggettivo “astemio” potrebbe sembrare una di queste. Eppure,
questo insolito e forse un po’ bizzarro connubio è oggi una sorprendente realtà.
Tutto nasce in Puglia, nella città di Bari, adagiata sulle sponde del mar Adriatico, con il borgo antico e le sue chiese che si stagliano verso
l’infinito azzurro. La Delegazione AIS di Bari, guidata da Raffaele Massa, ha dato vita a un progetto unico in Italia, “Il Sommelier Astemio”.
Dinamica e vivace, questa Delegazione ha sempre incluso nella propria attività iniziative di solidarietà, perché il mondo del vino può essere, a pieno
titolo, veicolo e strumento per sostenere idee e progetti in favore dei meno fortunati.
L’incontro, qualche anno fa, con un gruppo di ragazzi disabili che gestiva un ristorante nella provincia ha fatto balenare nella mente di
Raffaele Massa un’intuizione ardita e originale: rendere la conoscenza del vino uno strumento di inclusione sociale per ragazzi portatori di disabilità
non gravi, creando un modello di formazione compatibile con le loro patologie e idoneo a un possibile ingresso nel mondo del lavoro.
Per rendere concreta questa idea occorreva però adattare il percorso didattico dell’AIS alle condizioni psicofisiche di questi ragazzi speciali. In
particolare, non potendo questi aspiranti Sommelier assumere in alcun modo sostanze alcoliche, era necessario eliminare la fase dell’esame
gusto-olfattivo.
Possibile? E perché no? Il vino parla di sé stesso ancor prima di essere assaggiato. La vista, con le sue tante sfumature di colore, ne
racconta l’età, la consistenza e la struttura, mentre l’universo dei sentori svela già parecchio del gusto, della qualità, della tipicità e
dell’evoluzione.
Non c’era ragione, dunque, per impedire a questi giovani ragazzi di acquisire una conoscenza tecnica del vino in una forma adeguata alla loro
condizione, ovvero imparare a descriverlo attraverso il solo uso della vista e dell’olfatto.