Al termine di tre mandati consecutivi, dodici anni ininterrotti alla guida dell’Associazione Italiana Sommelier, è venuto il momento di cedere il passo.
Ho avuto la fortuna di toccare tutti i traguardi più ambiziosi, compreso il mandato più duraturo e proficuo nella lunga storia dell’AIS; ora altre
colleghe e altri colleghi metteranno le proprie idee e le proprie capacità a disposizione del nostro sodalizio.
Una delle mie prime intuizioni, appena insediato nel 2010, è stata la creazione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio, grazie alla
quale oggi possiamo dialogare con le principali Istituzioni del nostro Paese mediante la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa – il primo nella
storia dell’AIS – con i Ministeri dell’Agricoltura, dell’Istruzione, della Cultura, in partnership con la RAI.
Questa rivista, nata in un momento di difficoltà che avrebbe potuto mettere in discussione la nostra stessa esistenza, è stata il primo tassello di un
rinnovato progetto editoriale e culturale che abbiamo chiamato Vitae, restituendo ai Soci uno strumento proprio di comunicazione e divulgazione. Un
progetto che si è trasformato nella cassa di risonanza di tutte le nostre attività. La nostra Vitae. Attraverso queste pagine abbiamo soddisfatto il
desiderio di conoscenza dei lettori e delineato la svolta comunicativa. Per il futuro mi auguro che mantenga le sue peculiarità, e che non venga
snaturata nei suoi autorevoli contenuti, impreziositi da una creatività di notevole impatto. Per la Guida ai Vini d’Italia auspico, invece, una netta
inversione di rotta, che la riporti al suo ruolo iniziale di strumento di lavoro, nel divulgare il profilo organolettico dei vini e il loro corretto
abbinamento.
Nel corso degli anni abbiamo creato Master prestigiosi in collaborazione con enti universitari e siamo approdati a un utilizzo più articolato ed
efficace della rete e dei social. Oggi siamo invitati a presenziare in qualità di portatori di opinione a eventi e manifestazioni di elevata caratura,
uno scenario inimmaginabile solo qualche anno fa. Questo significa che l’AIS occupa finalmente il ruolo che merita. Occorre capitalizzare tale consenso,
per dare ulteriore slancio alla nostra azione. Da qualche mese disponiamo anche di una nuova e bellissima sede, a Milano, dove poter sviluppare insieme
progetti multiculturali di ampio respiro.
Ho citato solo alcuni esempi, per dimostrare che gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati non solo raggiunti, ma anche superati, pur
trattandosi di tematiche impegnative e di forte rilevanza. In questi dodici anni, non senza difficoltà – anche a causa di ritrosie interne – siamo
riusciti a realizzare quello che da più parti è giustamente riconosciuto come il periodo di maggior successo della nostra Associazione.
Non esiste una ricetta replicabile. Al nuovo gruppo dirigente mi permetto di suggerire di saper ascoltare i nostri Soci, da sempre fucina di idee, di
mirare a orizzonti ambiziosi, di essere lungimiranti, ma soprattutto di agire con lealtà per il bene comune.
Un abbraccio a tutti e grazie per l’affetto che mi avete dimostrato in questo percorso.
Viva Vitae e viva l’AIS!