Da almeno un quarto di secolo la Borgogna è la stella più luminosa nel firmamento del vino, questo lo sanno anche i sassi. La sua magnitudine oscura astri un tempo protagonisti assoluti del cielo enoico, come Bordeaux - che solo negli ultimi anni va riconquistando l’interesse degli appassionati, grazie a un paziente lavoro di ricucitura con le sue tradizioni storiche più nobili e antiche - e persino la Champagne: la quale non è più la solitaria detentrice delle bottiglie più rare e costose del mondo. Tutti ne parlano, tutti ne scrivono. Anche qui, in questa sorta di racconto a puntate di Vitae su vini gemelli o comunque parenti, ce ne siamo occupati almeno in un paio di altre occasioni.Tutti ne parlano e tutti ne scrivono: ma, ahinoi, sempre meno enofili ne bevono. La speculazione internazionale sta portando i prezzi dei vini borgognoni a livelli davvero astronomici. Solo i più facoltosi esseri umani sul pianeta hanno ormai le risorse finanziarie per acquistare le etichette più introvabili: fondatori della Tesla, emiri, banchieri, milionari cinesi, venditori di metano e simili. Qualche dato volante, giusto per capirci. Un vino qualsiasi della Romanée Conti, mitologico domaine a Vosne, ha subìto aumenti vicini - o in taluni casi superiori - al mille per cento in circa una decina d’anni. La Tâche si comprava per più o meno 900 euro ancora nel 2007 (vado a memoria), mentre oggi viaggia dalle parti dei nove-diecimila. Stessa cosa, pari pari, per i rossi di Armand Rousseau, o per quelli di Liger-Belair, o per eccetera eccetera. In questo contesto pressoché intangibile e remoto, come una nave che è salpata e si intravede ormai in lontananza, al bevitore attento, ma non ricco, rimangono da esplorare o le appellation considerate minori (Irancy, Givry, Montagny, Mercurey, Bouzeron e simili), oppure la produzione di giovani vignaioli la cui fama non sia già esplosa, insieme ai prezzi delle loro bottiglie. Quest’ultimo è il caso di uno dei due protagonisti di questo racconto, come vedremo più avanti.
Una delle denominazioni faro della Borgogna è certamente Pommard, cittadina che si trova in Côte de Beaune. I suoi saporiti rossi sono ricercatissimi da più di un secolo. Gli enofili che siano allo stesso tempo cinefili ricorderanno una scena iconica di Notorious - L’amante perduta, celebre film di Alfred Hitchcock del 1946, in cui Cary Grant scopre nella cantina dei nazisti del minerale di uranio nascosto in bottiglie di Pommard del 1934 (a voler essere maniacali, del produttore François Penot, oggi firma irreperibile).