spirito in chiesa
Antonio Furesi

L’immaginifica opera di un imprenditore irlandese che ha fatto di un’antica cattedrale gotica una moderna distilleria

Sappiamo che un alone di mistero avvolge, ancora oggi, l’origine del whisky (in gaelico irlandese uisce beathadh, letteralmente “acqua della vita”), da secoli motivo di controversia fra gli irlandesi e il loro cugini scozzesi. La Scozia, dal suo canto, vanta un’indubitabile prova scritta che assegna al primigenio scotch whisky una precisa data di nascita: nel 1494 negli Exchequer Rolls, il registro dei conti dello Scacchiere scozzese, veniva riportata, a firma di re Giacomo IV, la seguente iscrizione: “Et per liberacionem factam Fratri Johanni Cor per preceptum compotorum rotulatoris, ut asserit, de mandato domini regis ad faciendum aquavitae, infra hoc compotum VIII bolle brasii ovvero in sintesi “su ordine del re, si concedono al frate John Cor 8 bolls (antica unità di misura equivalente a circa 25 kg) di malto per la produzione di acquavite”. Grazie a ciò, oggi l’Abbazia di Lindores, nella città di Newburgh, sede in cui operava l’abate John Cor, può considerarsi la culla del Whisky Scozzese.


Nella sponda irlandese, le antiche storie sulla vita di San Patrizio si mescolano con la leggenda; da esse si racconta che il Santo avesse importato l’ars distillandi dall’Egitto dopo un suo viaggio, allorché nel 432 d.C. si stabilì in Irlanda. È peraltro difficile dare credito a queste leggende, se consideriamo che nel periodo di vita del Santo, morto fra l’altro in Britannia sotto la dominazione romana, non sono riportate testimonianze scritte di alcuna produzione di distillati. Un’altra notizia che sposta lo zero temporale del whiskey irlandese si riferisce all’invasione da parte degli eserciti di re Enrico II d’Inghilterra all’incirca nel 1170; si tramanda, infatti, che le sue truppe s’imbatterono in una bevanda prodotta localmente, fortemente alcolica, analoga all’acquavite; pur tuttavia anche questa narrazione non viene avallata da reperti oggettivamente conservabili. In realtà, oggigiorno, una prova tangibile che scardinerebbe in parte la teoria di una primogenitura scozzese data dai già citati Exchequer Rolls, sarebbe presente nel Red Book of Ossory, un manoscritto del 1324 redatto da Richard de Ledrede, vescovo di Ossory, e ritrovato nella cittadina di Kilkenny, in cui sono riportate testimonianze della produzione di acquavite in Irlanda.


Non sapremo mai alla fin fine come realmente si sono svolti i fatti, ma per noi questa diatriba tutta britannica rimane ammantata da quel fascino di mistero che fa dei whisky di quei territori motivo di continuo e piacevole approfondimento.