La Puglia è rinomata soprattutto per gli eccellenti vini rossi e per gli splendidi rosati e non manca certo di bianchi di spiccata personalità. Meno nota è la sua produzione spumantistica, guardata di solito con un certo scetticismo, sia per la carenza in tale ambito di una tradizione vera e propria, sia per il clima caldo e per la relativa scarsa diffusione di vitigni ampiamente collaudati per la produzione di bollicine.
Eppure, vi sono nel vasto e variegato territorio pugliese aree come l’agro di San Severo, che sembrano avere le carte in regola per demolire facili pregiudizi e mettere in crisi idee preconcette.
Terra storicamente vocata per la produzione di vini bianchi, ottenuti principalmente da bombino bianco, quella di San Severo è stata nel 1968 la prima in Puglia a ottenere il riconoscimento della DOC. L’antico centro storico sanseverese è disseminato di chiese, i cui campanili, sovrastando le abitazioni, puntano dritto verso il cielo, mentre nel sottosuolo da secoli sono state scavate innumerevoli cantine utilizzate da privati per l’affinamento dei vini. La San Severo underground è una sorta di groviera, un labirinto di gallerie, cunicoli e stanze, che, negli ultimi decenni, si sta popolando di cataste di bottiglie di spumante metodo classico in affinamento.