Questione di gusto.
E di neuroscienze.

Vincenzo Russo

Il sapore di un vino può essere modificato da aspetti che nulla hanno a che fare con il prodotto stesso?

Ovvero la qualità percepita di un vino può essere modificata da elementi esterni al prodotto, come per esempio le luci di una cantina, la musica di sottofondo o il contatto con un sottobicchiere ruvido o morbido, il colore di un’etichetta? In effetti, come dicono alcuni noti neurobiologi, Morrot, Brochet e Dubourdieu, “il gusto di una molecola o di una miscela di più molecole si costruisce nel cervello di un assaggiatore”. In realtà, il sapore del vino può essere influenzato da aspettative e condizionamenti che nulla hanno a che fare con le nostre papille gustative. In questo nuovo appuntamento dedicato alle neuroscienze, marketing e vino proveremo non solo a descrivere l’effetto che alcuni stimoli hanno sulla percezione dei prodotti, ma soprattutto ci soffermeremo sul funzionamento cerebrale alla base dei processi percettivi e le applicazioni di marketing finalizzate a migliorare l’esperienza enologica nei diversi contesti.

Si tratta certamente di un abito di indagine di grande interesse che ha stimolato numerose ricerche e lo studio di diversi fattori capaci di influenzare l’esperienza degustativa: dall’effetto dei colori di un vino alle luci del luogo in cui si degusta, dalla musica di sottofondo in fase di assaggio alla forma o alla consistenza del bicchiere.