Periodo difficile, la primavera. Ne associamo mentalmente il vero inizio dell’anno grazie al risveglio alla vita che osserviamo ogni giorno dalla natura che ci circonda. Le campagne sono in tumultuoso fervore, un’esplosione di colori e profumi ci bombarda senza sosta. Anche in città questi cambiamenti sono incredibili e, come un magnifico film che guarderemmo centinaia di volte, ne restiamo incantati e colpiti, almeno per gli animi più sensibili e romantici si intenda. Repentini cambiamenti di presenza quasi ingombrante, a ben riflettere. Colpiti da tutto ciò, volenti o nolenti, noi stessi usciamo lentamente da un torpore invernale all’interno del quale probabilmente non sapevamo nemmeno di essere e in questo contesto assonnato, lento e spesso oziante, è facile immaginare come l’estate, senza colpo ferire, abbia dato scacco matto alla soporifera primavera in fatto di birre. Badate bene, non si tratta – banalmente – solo di una questione di temperature esterne che in estate ci rendono più desiderosi – assetati – di birre, ma si tratta anche di un nostro atteggiamento. Siamo mentalmente talmente sconvolti e destabilizzati dal confusionario risveglio primaverile che inconsapevolmente restiamo in attesa, quasi “imbambolati”. In attesa che questo periodo finisca, che arrivi il vero caldo, che i pollini smettano di dare tanto fastidio a tante persone e che l’aria delle meritate ferie – quasi sempre assoggettate all’estate – si avvicini. Ebbene sì, l’estate, signori miei, è artigiana sapiente nella preparazione di birre, ma è altresì spesso silente ladra di altri splendidi momenti brassicoli di altre stagioni di cui invece potremmo godere a pieno. Vediamone alcune, risvegliamo i nostri sensi vogliosi di malto come se l’estate, quella bellissima promessa che è, non esistesse affatto e dissetiamoci delle ideali birre che questa stagione ci può offrire. In questo scenario appena descritto, può far sorridere come uno degli stili che faccio ricadere nell’ideale consumo primaverile sia molto probabilmente nato ancora una volta per il consumo estivo, ma questa potrebbe essere vista come una silenziosa piccola rivincita di mezza stagione. Alla luce del fermento brassicolo degli ultimi vent’anni mi piacerebbe riconsiderare un celebre stile in una chiave di lettura più moderna, più consapevole dell’attuale produzione di birre. Stiamo parlando delle Saison. Spesso assoggettata alla leggenda, si pensa che queste birre belghe ad alta fermentazione, originarie della Vallonia, siano nate per dissetare i lavoratori migranti stagionali (Saisonniers) dei campi.