Quanti sono i valori semantici del termine vino? Ogni periodo storico lo ha concettualizzato a modo suo, dal Medioevo al XXI secolo, passando dal Rinascimento e dai classici. Il vino ha un proprio linguaggio, inteso in senso lato come sistema di espressione e comunicazione, che ha dato vita a rappresentazioni contraddittorie in campi multidisciplinari e che ammette approcci da angolazioni complementari (degustazione/ispirazione) o talvolta opposte (moderazione/ubriachezza). Il suo valore aggiunto implicito gli conferisce quella carica culturale condivisa.
Il termine e il suo simbolismo possono essere ricondotti a tre comportamenti umani che sono caratterizzati da un preciso uso linguistico: il bevitore, il degustatore (che comprende anche la figura a noi cara del sommelier) e l’artista. Se la prima trasforma il vino in qualcosa di banale, la terminologia diventa metafora quando il bevitore si fa assaggiatore e raggiunge la sua sublimazione nelle sensazioni che l’artista (occasionalmente degustatore) proietta nell’originalità della sua creazione. Il vino parla e il suo effetto inebriante ci fa parlare, divenendo una bevanda eminentemente colta. Molteplici sono i valori socioculturali, infatti, che gli sono specifici e numerose le rappresentazioni simboliche in ambiti multidisciplinari come l’arte o la letteratura, dove questo termine è stato oggetto di varie concettualizzazioni nel corso della storia.
La semantica del termine vino e le sue diverse connotazioni, derivate dalla pressione dell’ambiente religioso, politico, storico e socioculturale, giustificano in qualche modo il suo ruolo di testimone delle più differenti civiltà. Nessuna bevanda ha raccolto così tanto interesse e rispetto. Il vino risveglia la creatività e l’arguzia, ma anche gli istinti più selvaggi e il lato oscuro che si nasconde dentro il nostro essere. È forse questa ambivalenza semantica del termine vino che si fonde con il carattere contraddittorio dell’uomo. Questa sostanza misteriosa diventa, dunque, la nostra compagna più fedele. Il simbolismo che lo circonda è semplicemente una prova della sua importanza non solo nel continente europeo ma anche in tutte le altre civiltà fin dall’antichità. Molti scrittori hanno cantato sin dalla sua origine le lodi di questo nettare divino, questa bevanda dell’immortalità, intramontabile come l’arte, di cui vino è stato indubbiamente una fonte inesauribile di ispirazione.
In poche pagine non è possibile sviluppare un discorso che meriterebbe lo spazio di volumi enciclopedici, ma possiamo almeno provare a suggerire qualche spunto di riflessione.