“La natura è la fonte di tutta la vera conoscenza” Stevie Kim Attraverso il personaggio che ci farà compagnia in questo Talks & Books – e dal quale ho preso in prestito la frase usata nel titolo – avrò modo di parlare sì di un significativo contributo al mondo del vino, ma anche di territorio, di amore per la natura, di storia, di scienza, di patrimonio culturale, di sostenibilità. Pensando poi al fatto che il modo migliore per godere appieno di questi elementi è immergersi direttamente nei loro scenari, perché non includere anche il suggerimento di una destinazione per il prossimo weekend fuoriporta? Confesso che mi sto prendendo una piccola licenza rispetto alle regole della rubrica. Il personaggio in questione, a differenza di quelli presentati in precedenza, è italiano. Credo però che chiunque sarà d’accordo nel riconoscerlo come una figura di portata internazionale. Sul suo conto, consiglio l’ascolto non di uno, ma di due episodi di Italian Wine Podcast: il n. 1383 e il n. 1339. Per queste registrazioni, io e la troupe del Podcast ci immergiamo nel paesaggio del Chianti e raggiungiamo un piccolo comune della provincia di Firenze. Nel centro di questo borgo abbarbicato sulle pendici del Montalbano c’è il Castello dei Conti Guidi, noto come “Castello della Nave” per la somiglianza della sua pianta a un’imbarcazione a due alberi. Un po’ più sotto, all’interno di una vecchia cantina rinascimentale, troviamo la location del nostro appuntamento. Non possiamo intervistare direttamente il nostro ospite, ma parliamo di lui con alcuni finanziatori e curatori del progetto che oggi la cantina ospita. Il progetto è un museo intitolato “Leonardo: il dono della vigna - Leonardo Wine Genius”. Entrando, un percorso di documenti e installazioni ci fa scoprire il Leonardo da Vinci agronomo, botanico, climatologo, il Leonardo della vite e del vino. Il nostro personaggio è lui. Figlio illegittimo di un notaio, Leonardo cresce assieme a suoi parenti proprietari di vigneti nella campagna di Vinci. È qui che comincia a nutrire interesse per la viticoltura. In particolare, è incuriosito dal processo che porta alla trasformazione del mosto in vino, sul quale s’interroga e compie diverse osservazioni. Dopo l’esperienza a bottega dal Verrocchio, approda a Milano per lavorare alla corte di Ludovico il Moro. Assieme alla casa, riceve un vigneto a cui lui tiene moltissimo e che sarà una presenza costante nella sua vita. Leonardo lo disegna in maniera molto puntuale e ne indica le caratteristiche, le misure e le varietà piantate. Racconta del vino da esso prodotto e di quanto lui lo ami anche nelle lettere scritte al suo fattore dalla Francia, includendolo persino tra i pochissimi beni materiali menzionati nel proprio testamento. Leonardo ha ben chiara l’importanza della natura e dell’adottare un approccio costruttivo a essa, fondato sulla rispettosa osservazione prima e sullo studio delle sue ragioni poi. Dalle prime stazioni del museo apprendiamo come Leonardo intuisse, pur senza avere gli strumenti per dimostrarlo con rigore scientifico, quanto le differenze nel suolo influissero sulla qualità del vino. Leggiamo poi le descrizioni dei vitigni che lui riteneva migliori e le critiche alle tecniche di vinificazione che venivano utilizzate al tempo. Troviamo accorgimenti su come coltivare le viti, come concimarle e preservare la salute delle radici. Scopriamo come si dovesse secondo lui estrarre il mosto, come ottenere il vino e come conservarlo; è, ad esempio, il primo a suggerire che la fermentazione dovesse avvenire in tini chiusi e che il vino non dovesse rimanere troppo sulle fecce. Leonardo realizza l’effetto dei cambiamenti climatici sulle viti, si accorge di come i tempi di vendemmia differiscano da quelli registrati precedentemente e di come gli anelli delle viti evidenzino un diverso ritmo di crescita. In questo percorso, ci ritroviamo a fare un tuffo nel passato per essere poi riproiettati, ma con una nuova consapevolezza, nell’attualità. Leonardo ha ben chiara l’importanza della natura e dell’adottare un approccio costruttivo a essa, fondato sulla rispettosa osservazione prima e sullo studio delle sue ragioni poi. Un’interpretazione di tutto questo ci viene da una riflessione del Prof. Attilio Scienza, curatore del percorso museale dedicato al Leonardo “Wine Genius”: “Oggi confidiamo sempre di più nelle nostre risorse e sempre meno nella natura. Io penso invece che si debba tornare alla natura e scoprirne i mille segreti che ancora ha: un po’ per rispettarla, ma un po’ anche per utilizzarla molto meglio. Le piante, ad esempio, hanno in sé dei segnali evolutivi straordinari che noi non assecondiamo. Hanno impiegato due miliardi di anni per adattarsi ai climi, hanno tutti i rimedi possibili e immaginabili per superare i grandi freddi, i grandi caldi, la siccità, la troppa acqua. Leonardo è l’uomo che può aprirci alla luce di queste conoscenze grazie al suo esempio e all’approccio che ci ha tramandato. Come ha fatto lui, dobbiamo osservare, andare fino in fondo e cercare di scoprire – ma con i nostri strumenti moderni – le risorse che queste piante hanno”. Stevie’s book corner • Attilio Scienza, Serena Imazio, Sangiovese, Lambrusco and Other Vine Stories, Positive Press, 2019 Dietro la coltivazione delle viti e la produzione del vino c’è la storia di uomini e donne che hanno lavorato la terra, trasformato il paesaggio e costruito comunità. In questo libro, il Prof. Scienza e Serena Imazio ricostruiscono l’origine di alcuni importanti vitigni e l’incrociano con storie di migrazioni, conquiste, esplorazioni e scambi culturali. Un capitolo racconta anche l’affascinante storia del vigneto di Leonardo, distrutto da un bombardamento americano nell’agosto del 1943 e di recente riportato alla luce. • Luca Maroni, Leonardo da Vinci and Wine, Sens, 2019 Le fonti che collegano Leonardo e il vino sono più di quante potremmo aspettarci: questo libro mette insieme una collezione di foto da codici autografi, trascrizioni e racconti coi quali si può ricostruire un ritratto del sommo Genio del Rinascimento nella veste di winemaker e di wine lover. Il rapporto di Leonardo da Vinci col vino si esplica sia nello studioso alla ricerca di una spiegazione per ogni fenomeno, sia nell’uomo con le proprie abitudini quotidiane, i ricordi dell’infanzia a Vinci, la sua anima agricola.