La Baviera, il Land più esteso dei sedici presenti in Germania, occupa una superficie che pressoché eguaglia quella del Piemonte, della Lombardia e del Veneto messe assieme. Dai paesaggi mozzafiato, non stupisce che da millenni l’uomo abbia cercato di insediarsi in questa regione meravigliosa. I celti prima e i Romani successivamente gettarono le basi per importanti città (come Augusta, dall’Imperatore Augusto appunto). Segnarono strade e tracciarono le colline per delineare quelli che sarebbero poi stati alcuni tra i più suggestivi percorsi conosciuti. Nel Medioevo venne divisa in alta e bassa Baviera ed ebbe un ruolo di fondamentale protezionismo del cattolicesimo nei confronti delle ondate di protestanti che fervevano durante la guerra dei Trent’anni. Questo, negli anni, le diede un ruolo di grande rispetto e lealtà nei confronti di Roma e il tutto si rimarcò nei secoli nel prestigioso quanto mirabile patrimonio architettonico e culturale. Fortezze, castelli, borghi, monasteri, città, abbazie e torri, ovunque è possibile riconoscere la firma stilistica di epoche passate, insignite dell’eleganza del tratto romanico, gotico, barocco o rococò.
In questo articolo potremmo descrivere la bellezza delle sue montagne, dei suoi laghi e delle sponde del Danubio che dipinge un tratto blu lungo la regione, potremmo parlare della potenza economica eccellente che ne fa una delle più importanti a livello europeo trainata da marchi leader a livello mondiale in ambiti industriale, tecnologico, automobilistico e finanziario. Potremmo descrivere le sue incantevoli città o alcune tra le più curiose festività popolari che consentono agli abitanti di non abbandonare i costumi tradizionali, figli di un artigianato qualitativamente di spessore. Potremmo, ma non lo faremo. Dobbiamo invece concentrarci in una valle specifica di circa 17.000 ettari, incastonata tra l’Alta e la Bassa Baviera, tra Monaco e Norimberga. Una “regione nella regione” che costeggia la meravigliosa Romantische Straße, segnata da dolci colline, clima mite e lievemente ventilato. Una valle di fondamentale importanza per tutto il comparto brassicolo mondiale: l’Hallertau, o Holledau come affettuosamente la vezzeggiano gli abitanti del luogo. L’etimologia del nome Hallertau non è chiara: si tratta forse di una parola antica composta formata da hardt (foresta) e hall, derivato di helan (nascondere), e significherebbe quindi letteralmente “la foresta che nasconde il suo interno”. Per dovere di cronaca, il suo scrigno prezioso custodito all’interno è ricolmo di qualcosa di molto speciale e tutt’altro che “nascosto”: si tratta infatti della regione con la più alta produzione di luppolo a livello mondiale. Se la Germania è famosa per produrre ogni anno circa un terzo di tutto il luppolo globale, nella sola valle dell’Hallertau si ha la produzione di circa l’85% di tutto il luppolo tedesco, numeri impressionanti che diventano ancor più sconvolgenti quando si comprende l’elevatissimo livello qualitativo che raggiungono queste coltivazioni. Ma facciamo un passo indietro.