“Ad ogni birra, il suo bicchiere tradizionale!”, un paradigma di facile intuizione che abilmente ci introduce in un argomento vastissimo. La storia delle birre è talmente ampia e articolata che con grande naturalezza nei secoli sono nate coppe, calici, boccali, bicchieri, piuttosto che corni o tazze, tutti con lo scopo di consumare la nostra amata cerevisia. Un copioso pullulare di “cocci e vetri” di differenti stili e tipologie, spesso bizzarri, si è poi via via orientato verso design sempre più ragionati, in funzione delle diverse categorie brassicole che li vedeva attori non-protagonisti. In questa breve raccolta non avremo certamente modo di citare e ripercorrere tutte le tipologie di birra e i relativi calici storici, ma osserveremo assieme quelle che sono le forme generiche di alcuni dei principali, spiegandone le caratteristiche e i motivi che hanno condotto a immaginare determinati lineamenti.
Di base dobbiamo immaginare che un calice nasce con l’obiettivo di esaltare le caratteristiche principali di una determinata birra a prescindere da quale essa sia, poiché tra le finalità di alcuni stili potremmo tranquillamente talvolta scovarvi “il largo consumo” (si pensi ai classici boccali). La lucentezza e la trasparenza di un bicchiere lo rendono adatto per osservare le tonalità e le sfumature della nostra birra, così come ci dà visione della diversa trama e stratificazione della compattezza della schiuma. Non ultimo, via via che procediamo al consumo, ci consente di osservare i caratteristici (ove presenti) merletti di Bruxelles, le piacevoli orlature disegnate dalla schiuma sui bordi del bicchiere che ci danno una lettura indiretta dell’adesività della stessa e quindi della sua buona tenuta. Ovviamente, per poter esaltare al meglio una birra, il bicchiere dev’essere opportunamente trattato poco prima del servizio mediante lavaggi e risciacqui ripetuti. Certamente la forma del bicchiere è decisiva, così come del resto una corretta tecnica di servizio da modulare di volta in volta. Sì, perché calici dalle forme più diverse sono nati adottando contestualmente una spillatura specifica studiata ad hoc; obiettivo unico: impreziosire e valorizzare al meglio l’elaborato lavoro svolto dal Mastro Birraio.
Laddove una birra si presentava con aromi delicati e con una modesta struttura, il bicchiere veniva pensato per non vanificare questa tenue ed elegante caratteristica. Con queste “generiche” birre, facemmo la conoscenza di calici stretti e alti, tendenti alla forma del cilindro molto stretto, la quale consentiva la creazione di una colonna di schiuma molto stabile e una verticalità degli aromi netta, che confluivano in un’unica e ristretta zona di olfazione (flûte da pilsner, Stange…).
