Il vino e le sue leggi Coltivare la vite e produrre vino sono attività che l'uomo svolge da millenni, in origine disciplinate solo dalle leggi naturali, nel tempo regolate anche dalle leggi umane. I più antichi reperti oggi conosciuti risalgono circa al 5000 a.C.: si tratta di anfore rinvenute in Asia Minore, incrostate sul fondo da residui di acido tartarico. Metodi di coltivazione della vite e di vinificazione sono trascritti sulle tavolette di argilla sumeriche, risalenti alla civiltà mesopotamica del 3000 a.C. Alla civiltà egizia - già dal 2400 a.C. - appartengono incisioni sulle pareti di piramidi dedicate a Osiri, dio del vino. Bassorilievi e papiri riferiscono dell'uso sacro del vino riservato ai Faraoni, ai loro familiari e ai sacerdoti. In alcune tombe faraoniche sono state ritrovate anfore in terracotta con incisi il sigillo del Faraone, il nome del vignaiolo e della vigna, che possono essere considerati i più lontani precursori delle attuali Denominazioni di Origine. Lo Stato Italiano emana le leggi che lo riguardano, che non devono assolutamente essere in contrasto con quelle comunitarie, poiché dalla legislazione europea hanno origine quelle di tutti gli stati membri dell’Unione Europea. L’Italia, inoltre, si è dotata di un ordinamento regionale, conferendo alle Regioni la potestà legislativa, ma le loro leggi, così come i loro regolamenti, non possono prevalere su quelle statali di pari grado e superiori. Le fonti normative italiane sono le Leggi Ordinarie (L), i Decreti Legge (DL), i Regolamenti (Reg), i Decreti Ministeriali (DM) e gli Usi. Le norme attualmente in vigore in Italia riguardanti l'allevamento della vite e la vinificazione sono innumerevoli. ‘ ’ Così recita il Punto 1 dell’Allegato IV al Regolamento CE 479/2008, che certamente non traduce nulla di tutto ciò che il vino può raccontare, passione e impegno, scienza ed emozioni. Il vino è il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o no, o di mosti di uve.