Vitigno e portainnesto La produzione di vini di qualità è strettamente legata alla scelta del vitigno e del portainnesto, senza perdere mai di vista le caratteristiche pedoclimatiche della zona nella quale avviene l'impianto del vigneto. Non tutti i vitigni mostrano la stessa adattabilità alle diverse condizioni climatiche e territoriali. Dopo un breve periodo di ambientamento, alcuni in quasi tutte le zone, altri sono molto più . si adattano perfettamente esigenti Tra i primi si possono ricordare chardonnay, merlot, cabernet sauvignon e altri ancora, che pur affondando le proprie radici storiche a latitudini piuttosto elevate e con temperature fresche, hanno saputo acclimatarsi anche in regioni molto calde, sia in Italia sia in altre zone viticole mondiali. Tra quelli più esigenti, due esempi molto significativi sono il pinot nero e ancora di più il nebbiolo, che riesce a esprimere tutta la sua personalità quasi solo nelle Langhe, con l'eccezione circoscritta della Valtellina. Il rischio da evitare è quello che la rincorsa al risultato garantito, facile e immediato, porti all'abbandono di molti vitigni locali, che dovrebbero invece essere riscoperti e valorizzati per non perdere l'incredibile . patrimonio ampelografico italiano Estensione di vigneti nell’assolata terra siciliana La pianta della vite è formata dal e dal . vitigno o cultivar piede o portainnesto Per evitare l'azione micidiale della è quasi sempre di o è un ibrido euro-americano. In Valdadige e in alcune zone in Argentina, Cile e Portogallo, si trovano ancora vitigni coltivati su , cioè senza il portainnesto di origine americana. Le condizioni di fertilità e umidità del terreno di questi territori, favorendo un ampio sviluppo radicale della vite, la mettono infatti in condizione di resistere meglio agli attacchi del parassita. Vi sono poi rarissimi casi in cui l’alta percentuale di sabbia limita la diffusione dell’insetto, grazie all’azione abrasiva dei suoi granellini sui delicati tessuti delle viti neonate, ma la causa principale è sempre l’impossibilità di spostarsi nel terreno e quindi di estendere l’infezione. fillossera, il portainnesto origine americana piede franco Per migliorare la resistenza della vite alle malattie, la sua produttività e la qualità delle uve, attualmente si svolgono importanti ricerche e sperimentazioni per la selezione di nuovi cloni e per il miglioramento di quelli già esistenti. All’interno di ogni varietà esistono infatti diversi , cioè più individui geneticamente identici, con specifiche caratteristiche relative a fertilità, forma del grappolo e dell’acino, capacità di accumulo di zucchero e di sostanze coloranti e odorose. cloni Ad esempio, parlando di sangiovese, ci sono attualmente 90 cloni, distinti con numeri e/o sigle, e numerosi sono anche quelli di pinot nero, nebbiolo, barbera, vermentino, trebbiano e chardonnay. Spesso si sente parlare di vitigni autoctoni e alloctoni, a volte con un po' di confusione, perché per molti non è così semplice risalire a una loro origine certa. è quello che è nato in una certa zona e che lì continua a essere coltivato. Il punto è proprio questo: in alcuni casi non si sa bene se il vitigno sia nato effettivamente in quella zona. Questo termine sta quindi assumendo un'accezione più ampia, in quanto si riferisce a un vitigno che da molto tempo, almeno diversi decenni, cresce e fruttifica in un certo territorio. Esempi di vitigni autoctoni certi sono albana, schiava, grignolino, croatina, fiano, brachetto e nebbiolo, altri un po' meno sicuri sono barbera, aglianico, primitivo e vermentino. Il vitigno autoctono sono di più immediata identificazione. I vitigni alloctoni o internazionali Chardonnay, sauvignon blanc, riesling, cabernet franc e sauvignon, merlot, pinot nero, syrah e alcuni altri, sono ormai diffusi in ogni continente dove cresce la vite. Quasi sempre, fatto non trascurabile, con ottimi risultati. Merlot L'ambiente pedoclimatico Latitudine e altitudine, terreno e clima, sono i fattori che più di altri determinano la buona riuscita dell'impianto di un nuovo vigneto, sulla base di moderne tecniche colturali e di precise disposizioni legislative, sia italiane sia europee. Tutto questo concorre nel creare , un insieme di elementi che devono integrarsi perfettamente per rendere al meglio. Solo in questo caso la produzione sarà qualitativamente adeguata alle aspettative, anche se in vigna c'è l'incognita dell'andamento climatico stagionale, che nel viticoltore suscita sempre qualche timore, qualche ansia. Per questo, forse, la soddisfazione è ancora più grande quando l'annata è favorevole e le viti sono cariche di grappoli dolci e profumati. l'ambiente pedoclimatico Latitudine e altitudine La vite è una pianta piuttosto esigente nei confronti delle condizioni climatiche, perchè teme il freddo, ma anche il caldo eccessivo non fa produrre frutti di qualità. Nel nostro emisfero, quello boreale, la fascia territoriale nella quale la vite si sviluppa al meglio è compresa tra il 40°-50° parallelo di , in particolare , anche se alcune zone più settentrionali danno ottimi risultati. Tra tutti si possono ricordare i territori lungo la Mosella e il Reno, in Germania, dove attorno al 50° parallelo vitigni come il riesling e il gewürztraminer sviluppano i loro intensi profumi in modo straordinario. latitudine a cavallo del 45° Nell'emisfero australe le zone migliori si distribuiscono invece nella fascia compresa tra il 30°-40° parallelo. Tornando alla distribuzione delle viti in Europa, a seconda della latitudine il territorio comunitario è stato suddiviso in zone viticole corrispondenti a quelle del nord, del centro e del sud (N, M, S = nord, medio, sud) e i terreni in diverse categorie, in base alla differente vocazione viticola. L'Italia si trova in una posizione privilegiata, con zone soleggiate e molti terreni vocati per la produzione di vini di qualità (categoria 1), situati soprattutto . Il 60% circa della viticoltura si realizza in collina, il 32% in pianura e solo il restante 8% in montagna, dove la coltivazione è davvero difficile. in collina e in montagna La coltivazione delle uve destinate alla produzione di vini DOP (DOC e DOCG) è prevalentemente distribuita in collina e in montagna, anche se si nota un significativo incremento di alcune produzioni a Indicazione Geografica Protetta. I pendii collinari garantiscono infatti le migliori condizioni di insolazione e luminosità per le foglie della vite, nelle quali la fotosintesi clorofilliana permette la formazione degli zuccheri. La vite ha bisogno di luce (20000 lux) e di calore, con temperature comprese tra 25-28 °C. Ottimi risultati, a maggior ragione, si ottengono sulle scoscese terragne valtellinesi, sulle propaggini alpine valdostane e sui soleggiati terrazzamenti delle Cinque Terre, che costringono a una viticoltura ancora oggi definita eroica. Qui tutto si complica, perché la coltivazione della vite e la raccolta delle uve devono essere realizzate quasi esclusivamente a mano. I ripidi pendii collinari garantiscono le migliori condizioni di luminosità per la vite, ma ne rendono più difficile la coltivazione. La temperatura della vigna è condizionata anche . dall'altitudine Man mano che si sale in collina l'aria diventa più fresca e frizzante, soprattutto se si considerano le zone di produzione più calde, come quelle presenti nel sud e nelle grandi isole italiane, per esempio in Sicilia, dove la qualità del vino è quasi sempre legata a uve prodotte fino ai 600 m slm. Nelle regioni settentrionali il clima più fresco permette di coltivare la vite anche ad altitudini più basse, in genere comprese tra 50-500 m slm. Ci sono poi casi particolari, come l'Alto Adige e la Valle d'Aosta, dove il clima fresco si abbina a vigneti che salgono rispettivamente fino a 700-800 m e 1000-1200 m. Anche in questo caso ci sono delle eccezioni, perché alcune zone di pianura, come la Napa Valley in California e le Graves nel Bordolese, danno uve dalle quali possono essere elaborati grandi vini. In questo caso gioca un ruolo decisivo l'effetto climatico legato ai decisi sbalzi termici tra le temperature del giorno e della notte, soprattutto nella fase di maturazione dell'uva. La vite è esigente anche in fatto di . Se questa è eccessiva le muffe trovano un ideale e danneggiano le uve, ma se è scarsa le foglie chiudono , i loro pori superficiali, trattengono l'acqua e bloccano la produzione di zucchero. Non è quindi un caso che i vigneti si trovino spesso in territori che accompagnano il corso dei fiumi, che circondano i laghi e lungo le coste. umidità habitat gli stomi La presenza dell'acqua ha anche altri vantaggi. L'acqua riflette la luce, immagazzina calore durante il giorno e lo cede lentamente durante la notte, svolgendo un'azione di volano termico, in grado di attutire gli eccessivi sbalzi termici, che potrebbero essere molto dannosi nelle zone più settentrionali, dove di notte il freddo è pungente e penetrante. Negli ultimi decenni, nel mondo sono aumentate le zone che non avevano mai visto la vite, caratterizzate da un clima con temperature molto alte. In queste condizioni, grazie a diffusi interventi di irrigazione, si producono grandi quantità di uve, che però non sempre corrispondono a un livello qualitativo altrettanto elevato. Il concetto di per i territori vocati alla produzione di qualità diventa quindi sempre più importante, perché è proprio in questi che si dovrebbe indirizzare l'impianto dei nuovi vigneti. Il cardine della zonazione è . zonazione l’interazione tra vitigno e ambiente Tra le zonazioni si può ricordare quella effettuata in Piemonte nella zona del Barolo, identificando in vigne come Cannubi, Cerequio, Bussia, Vigna Rionda e altre ancora, luoghi privilegiati e storicamente riconosciuti per la produzione di grandi vini da nebbiolo, destinati a lunghi invecchiamenti. Vigneti affacciati sul lago di Caldaro, in Alto Adige, dove altitudine, clima, terreno e adeguata umidità creano un ambiente ideale per lo sviluppo della vite. I VANTAGGI DELLA COLTIVAZIONE IN MONTAGNA E IN COLLINA migliori esposizione e illuminazione migliori fotosintesi e deposito di zuccheri temperature mediamente più fresche, sbalzi termici più accentuati nelle diverse stagioni e tra notte e giorno maggiore acidità fissa e corredo aromatico più ricco e, soprattutto, più elegante migliore ventilazione minore sviluppo di muffe regime idrico più siccitoso durante la maturazione riduzione o annullamento dell’attività vegetativa a favore dell'accumulo negli acini degli zuccheri, degli aromi e dei polifenoli nobili Il terreno La vite, così esigente nei confronti delle condizioni climatiche, non richiede terreni fertili, ma al contrario predilige quelli piuttosto poveri, che si differenziano in base alla loro composizione e tessitura. Calcare, marne, scisti, argille e altre ancora sono le componenti più diffuse nei terreni destinati alla viticoltura. Il calcare, carbonato di calcio, entra in modo determinante nella maggior parte di essi, mentre la marna è costituita da una miscela di calcare e argilla in pari quantità. conferiscono ai vini colori compatti e profondi, profumi intensi e variegati, buona struttura generale, ricchezza di alcol etilico, bassa acidità, finezza e longevità. Terreni calcareo-marnosi contiene sabbia in discreta percentuale e dà vini equilibrati nelle componenti alcoliche e fenoliche, con profumi fini ma non sempre predisposti a lunghissimi invecchiamenti. Il terreno calcareo-arenaceo e le terre rosse danno in genere vini di ottima qualità. Anche i terreni marnoso-ferruginosi Se i terreni sono , più idonei alla coltivazione di uve a bacca nera, si ottengono vini con pigmentazioni molto intense, sensazioni olfattive complesse, ricchezza di alcol etilico, morbidezza e longevità. tendenzialmente argillosi della maggior parte delle nostre regioni, così come quelli ricchi di calcare della Champagne, permettono produzioni di grande qualità. I terreni calcareo-argillosi Alcuni terreni presentano composizioni ancora più particolari. In Alsazia, la componente in arricchisce i profumi dei vini bianchi di sfumature minerali, comuni anche nei Riesling prodotti dalle viti che crescono nei della Mosella; anche nei del Médoc, dotati di buona permeabilità e capacità di trattenere il calore del sole durante il giorno e di cederlo ai grappoli durante la notte, si ottengono grandi risultati. gneiss terreni scistosi terreni ciottolosi e ghiaiosi Se ci si sposta in Australia, le caratteristiche danno ai vini ottenuti da cabernet sauvignon e syrah le tipiche sfumature di mentolo e colori intensi e compatti. terre rosse del Coonawarra Al contrario, non garantiscono in genere la produzione di uve in grado di dare vini ricchi di colore e struttura. Spesso piacevoli, con sfumature cromatiche delicate e dotati di buona acidità fissa, questi vini semplici sono da bere giovani e da apprezzare per le doti di freschezza e fragranza. i terreni sabbiosi Infine, i terreni con acida donano ai vini colori poco intensi ma vivaci, discrete sensazioni olfattive e buona freschezza, ma in genere sono leggeri di alcol etilico e con struttura piuttosto debole. decisa componente Oltre che per la composizione, i terreni si distinguono per una diversa (o granulometria), che consiste nella composizione percentuale di sabbia, limo e argilla, legata a particelle di diametro differente e che svolgono specifiche funzioni. tessitura del terreno, composto dalle particelle più grossolane, non ha funzioni agronomiche, se non quella di rappresentare un po' il canovaccio che ne definirà la tessitura; la presenza di ciottoli e pietre può ostacolare i mezzi meccanici. Lo scheletro svolge un'azione meccanica, perché attorno alle sue particelle si dispongono quelle più piccole, rendendo il terreno più poroso. La sabbia L'argilla ha invece la capacità di assorbire l'acqua, pur permettendone un buon deflusso, e di cederla gradualmente alle radici delle piante; trattiene inoltre gli elementi concimanti, preservandoli dal dilavamento, e questo va a vantaggio del nutrimento delle viti. L'argilla conferisce anche compattezza e plasticità al terreno, ma se è troppo abbondante lo rende impermeabile all'acqua e all'aria, con danni per le radici e per i microrganismi che si trovano nel terreno stesso. ha caratteristiche intermedie tra la sabbia e l'argilla. Il limo Alcuni tra i terreni migliori per la coltivazione della vite presentano percentuali variabili delle diverse componenti, come per esempio 30-50% di sabbia, 20-40% di limo, 20-40% di argilla. LA TESSITURA DEL TERRENO Il clima Pioggia e siccità, temporali e grandinate, condizionano ogni anno la produzione viticola, alternando annate ricche e opulente ad altre con rese quali-quantitave al disotto delle aspettative. Il clima è quindi un altro dei fattori determinanti per la buona riuscita di una vendemmia, nei confronti del quale la vite è molto esigente. Per limitare i danni dovuti alla grandine, si possono sistemare delle reti che riparano i filari, e in alcune zone si può ovviare a lunghi periodi siccitosi con interventi di irrigazione artificiale. Ma sugli effetti delle variazioni climatiche, l'uomo, più di tanto non può fare. Per garantire buone caratteristiche di eleganza e qualità, devono essere temperate, né troppo elevate né troppo basse; le gelate, soprattutto quelle tardive primaverili, potrebbero compromettere lo sviluppo delle gemme. le temperature Negli ultimi tempi, rispetto alla coltivazione tradizionale, la viticoltura si è tuttavia spostata in zone più fresche, come quelle di alcuni territori in Australia, Repubblica Sudafricana, Cile, Argentina e Oregon. Un intervallo di temperatura diurno particolarmente favorevole sembra essere quello tra i 25-28 °C, che però si riscontra per periodi molto brevi e in alcune zone ristrette. Ma anche temperature più fresche, come spesso si verifica in collina, possono favorire un adeguato sviluppo della vite. Quello che più conta, in ogni caso, è tra le temperature della notte e del giorno, perché permette la concentrazione nella buccia degli acini di sostanze aromatiche con profumi più intensi ed eleganti, oltre che di acidi fissi nella polpa. l'escursione termica Il regime di ventilazione è un altro fattore che può favorire la crescita della vite, perché il soffio della fresca contribuisce a determinare un adeguato livello di umidità dell'aria, scongiurando pericolosi ammuffimenti. brezza collinare In primavera, nel periodo di sviluppo vegetativo della pianta, e in estate, nelle zone più calde, le piogge svolgono il loro effetto benefico. Al contrario, il viticoltore le teme in prossimità della vendemmia, quando potrebbero causare un negativo dilavamento sulle bucce degli acini, con colori più sbiaditi e profumi meno intensi. Tutto questo e altro ancora è perfettamente riassunto nel termine , fattore fondamentale nel creare di ogni piccola zona, nel quale intervengono anche del terreno, che delineano il carattere specifico di ogni territorio. microclima l'ambiente pedoclimatico la composizione chimica e la struttura fisico-microbiologica In primavera, nel periodo di sviluppo vegetativo della pianta, e in estate, nelle zone più calde, le piogge svolgono il loro benefico effetto.