Le tecniche colturali Se le condizioni naturali sono assolutamente fondamentali, l'intervento dell'uomo nella vigna può migliorare lo sviluppo della vite e la ricchezza delle uve, determinanti negli ultimi anni per un notevole incremento della qualità del vino. Vitigno e portainnesto, densità di impianto e sistema di allevamento in funzione delle condizioni pedoclimatiche, potatura e periodo della vendemmia, sono solo alcune delle scelte che condizionano fortemente il risultato finale, un vino di qualità discreta, buona, ottima o eccellente. La densità di impianto Il raggiungimento dell'obiettivo della qualità in vigna passa anche attraverso la mano dell'uomo, che può diventare decisiva nel momento in cui si deve impiantare un nuovo vigneto e decidere la densità di impianto. Le tendenze più recenti mirano , che porta il numero di ceppi per ettaro fino 6500-9000, al posto dei più consueti 2500-3500, in media 4500-5500. all'infittimento degli impianti La Francia si è sempre distinta per gli impianti molto fitti, in modo che le piante siano meno sfruttate e sviluppino meno grappoli, in grado di dare un succo più ricco di estratto e componenti eleganti. I francesi non ne hanno mai fatto una questione di contenuto zuccherino e infatti permettono lo zuccheraggio dei mosti - -, perché premiano la qualità assoluta dell'uva, non il futuro grado alcolico. chaptalisation L'alta densità d'impianto non è tuttavia sufficiente, perché deve essere abbinata a una riduzione del , quindi dei grappoli. numero di gemme per ceppo Inoltre, la contemporanea applicazione dell’infittimento degli impianti e della drastica potatura delle gemme porta alla formazione di grappoli con acini più piccoli, nei quali aumenta il rapporto tra la superficie della buccia e il volume dell’acino, con una maggiore ricchezza in polifenoli e sostanze aromatiche, che daranno vini più colorati e profumati. LA DENSITÀ DI IMPIANTO alte ed espanse, distanti da terra e con ceppi lunghi, danno produzioni molto abbondanti anche con elevate densità d'impianto. Forme di allevamento Nei climi più freddi le forme basse favoriscono la maturazione dell'uva, mentre in quelli più caldi, come i nostri, si ottengono elevate percentuali zuccherine anche con sistemi di allevamento alti e più vecchi. Ovviamente, a parità di forma di allevamento, le densità di impianto più elevate danno qualità ed estratto migliori, perché il peso dei grappoli e delle bacche diminuisce, favorendo un maggiore . rapporto buccia/polpa Un'altra considerazione importante riguarda , in Italia spesso obbligato da terreni ripidi e da piccoli appezzamenti. Nelle zone settentrionali si rivelano migliori le esposizioni nord-sud, in quelle centro-meridionali quelle est-ovest: le prime permettono una maggiore insolazione estiva e un minore rischio di brinate tardive primaverili, mentre le seconde evitano l’insolazione diretta delle ore centrali della giornata. l'orientamento dei filari Nei paesi del nuovo mondo vinicolo, le condizioni diverse, i terreni più pianeggianti e le estensioni decisamente maggiori, permettono di scegliere l'orientamento migliore per favorire la . captazione giornaliera di luce La massima esposizione fogliare alla luce del sole si ottiene con , come quelli a spalliera, e un maggiore rapporto superficie fogliare attiva/peso dei grappoli risulta più efficace per lo svolgimento della fotosintesi clorofilliana. Ma è sempre la resa per ceppo a incidere maggiormente sulla qualità, non tanto quella per ettaro. sistemi a portamento eretto o inclinato Situazione pedoclimatica, combinazione vitigno-portainnesto, tipologia e caratteristiche del vino che si vuole produrre, dettano una densità di impianto che non può essere indicata a priori, ma deve tenere conto di tutte queste variabili. La densità di impianto eleva quindi la qualità solo quando ambiente pedoclimatico, vitigno, portainnesto e sistema di allevamento creano un . vigneto in piena luce La luce è infatti un elemento indispensabile per lo svolgimento della . All'interno delle foglie una serie di reazioni enzimatiche, catalizzate proprio dalla luce, permettono la trasformazione di acqua e anidride carbonica in ossigeno, prezioso elemento che arricchisce l'atmosfera, e zuccheri, sostanze organiche che si sposteranno negli acini, rendendoli dolcissimi. fotosintesi clorofilliana La fotosintesi clorofilliana La potatura Uno degli interventi più comuni in viticoltura è , pratica colturale utilizzata per orientare la produzione in senso quantitativo e qualitativo, oltre che per dare una forma alla pianta e mantenerla nel tempo. In inverno è effettuata solo una volta (potatura secca), almeno un paio di volte in primavera–estate (potatura verde). la potatura si decide quale sarà che daranno origine ai grappoli, per cui si hanno se la filosofia produttiva è orientata verso (7-10 gemme), oppure lunghe se interessa solo la quantità (15-25 gemme). Prima di ogni taglio, il personale specializzato che esegue la potatura valuta la vigoria della pianta in relazione all’età e al sesto di impianto, alla tipologia di vitigno e all’ubicazione del vigneto. Con la potatura secca il numero di gemme potature corte l’elevata qualità Per ottenere grappoli di qualità, ricchi di colore, profumi e sapori, si devono realizzare potature corte. Ci sono poi dei casi in cui, pur volendo produrre vini di alta qualità, si è costretti a eseguire potature medio-lunghe (12-14 gemme), come per il cabernet sauvignon, la croatina e il nebbiolo, che hanno una bassissima fertilità basale e solitamente non differenziano grappoli sui primi 2-3 tralci; per queste varietà si interverrà quindi in maniera più drastica nelle operazioni di diradamento dei grappoli. si dà forma alla pianta, la si pulisce dai germogli fuoriusciti dal tronco (spollonatura), si eliminano le foglie che impediscono una buona aerazione dei grappoli, si sistemano regolarmente i germogli permettendo un ordinato sviluppo verticale. Con la potatura verde Tutto questo fino a circa fine giugno, da quando i germogli continuano ad allungarsi e a infoltirsi fino alla fine di luglio. Per accorciare i germogli, pur mantenendo una lunghezza minima di 1-1.1 m, si effettuano delle cimature, mentre le sfogliature devono garantire piena luce ai grappoli ed evitare una eccessiva sottrazione di energia da parte della vegetazione. Quando i grappoli si sono formati, in periodi diversi secondo le zone, ma in genere dalla seconda metà di luglio, si deve ricorrere al , tagliando quelli a terra. diradamento dei grappoli In questo modo si ottiene un rapporto ottimale tra la superficie fogliare e i frutti, in modo da ottenere una maggiore concentrazione delle sostanze estrattive e quindi della densità del mosto, che elevano la qualità del prodotto finale. Spollonatura a terra I sistemi di allevamento Vitigno e condizioni pedoclimatiche dettano le scelte relative al sistema di allevamento da adottare nel nuovo vigneto, che deve garantire un'ottima esposizione delle foglie ai raggi del sole, oltre a un'ideale circolazione dell’aria tra le foglie e i grappoli, per evitare ristagni di umidità che potrebbero causare pericolosi ammuffimenti. Sistemi come quelli , e altri di origine etrusca ormai poco diffusi, danno un'abbondante produttività, ma questa grande vigoria porta a vini poco eleganti e fortemente marcati da toni erbacei. a tendone a raggi Una forma antica di allevamento della vite è quella , il cui tronco è mantenuto tra i 40-60 cm da terra, a volte interrato nel terreno, come a Pantelleria. In questo caso la vite non ha sostegno e spesso è sottoposta a una potatura che lasci poche gemme (6-8), sempre per le produzioni di qualità. Questo sistema di origine greca si adatta molto bene ai climi caldi delle nostre regioni meridionali, ma è utilizzato anche in Spagna e nella Valle del Rodano. ad alberello basso L’alberello è un’antica forma di allevamento della vite, di origine greca. I tradizionali sistemi , diffusi in Trentino e in Alto Adige, hanno uno sviluppo fogliare che ripara i grappoli dall'azione diretta del sole. Anche in queste regioni si assiste a una sostituzione di questi impianti con quelli - soprattutto guyot e sylvoz -, che occupano ormai quasi la metà del vigneto italiano e che a parità di altre condizioni garantiscono i migliori risultati qualitativi, seppure a discapito della quantità. a pergola, semplice e doppia a spalliera I sistemi a spalliera sono i più utilizzati anche nelle regioni fredde, proprio perché permettono di ottimizzare l'insolazione e quindi la capacità fotosintetica all'interno delle foglie. In Europa il più usato è , abbinato a una potatura che lascia 8-15 gemme per ceppo, mentre nel resto del mondo il più diffuso è . Applicato anche in produzioni di massa, è più semplice da lavorare anche da mani poco esperte, e soprattutto è più adattabile sia alla potatura sia alla vendemmia meccanizzata, così come (GDC). il guyot il cordone speronato il geneva double courtain Pergola trentina semplice Pergola trentina doppia Tendone Pergola valdostana Cordone speronato orizzontale Guyot GDC Capovolto doppio Capovolto doppio Casarsa La lavorazione del terreno e l'irrigazione La vite assorbe acqua e sostanze nutritive dal terreno, del quale si è già vista l'enorme importanza. È quindi indispensabile che in primavera sia curato e rimosso, per distruggere le radici avventizie delle viti e favorire così lo sviluppo di quella principale. La lavorazione del terreno permette anche di arieggiarlo e di eliminare le erbe infestanti, favorendo la formazione dell'humus. Se il clima è molto asciutto, addirittura arido come in alcune zone in Australia, Spagna, Cile e Argentina, è necessario ricorrere all'irrigazione artificiale. Nei territori molto estesi il sistema più impiegato e meno costoso è quello per scorrimento in fossi, mentre più comunemente si realizza , con tubi di plastica disposti tra i filari, che attraverso piccoli fori distribuiscono piccole quantità d'acqua, per garantire una buona umidità senza provocare alcun marciume. In Italia molti disciplinari di produzione vietano qualunque intervento di irrigazione artificiale. un'irrigazione a goccia L’irrigazione a goccia distribuisce piccole quantità d’acqua e garantisce al terreno l’umidità adeguata.