L’ANALISI ORGANOLETTICA

Il vino, come ogni altra bevanda o alimento, può essere analizzato in due modi, diversi ma complementari. Si può effettuare un’indagine chimico-strumentale utilizzando particolari apparecchiature di laboratorio, reagenti e tutto ciò che permette di quantificare ogni singolo componente e la sua rispondenza ai parametri di legge. Questa modalità consente di indirizzare correttamente le scelte enologiche e i vari processi produttivi.

Molto diversa è l’analisi organolettica, che prevede l’impiego dei nostri apparati sensoriali per identificare, quantificare e qualificare le caratteristiche di un vino senza indagare il contenuto molecolare. Questa valutazione è efficace e affidabile quando si applicano precise metodologie, riducendo al minimo la soggettività, intesa come gusto o preferenze personali.

La soggettività assume un significato diverso e positivo quando diviene parte dell’esperienza sensoriale del singolo degustatore. Sarà proprio l’esperienza a permettere di definire correttamente i parametri di piacevolezza, eleganza, espressività o il carattere di un vino e il suo valore organolettico: considerazioni che un’analisi chimico-fisica non è in grado di definire.