in pratica

ARANCIONE,
UN COLORE BEFFARDO

Consigli e trucchi per avere successo con gli orange wine in sala.
Gli ultimi tre migliori Sommelier del Veneto ce li svelano

di Giulia Tirapelle

Un vino, per essere apprezzato appieno, chiede di essere conosciuto e trattato secondo determinati crismi. In questo spazio dedicato ai consigli di servizio e abbinamento dei vini, quindi, data la peculiarità del mondo orange, abbiamo chiesto consiglio agli ultimi tre migliori Sommelier del Veneto. La prima è la rodigina Francesca Penzo, insignita del titolo regionale nel 2017 e nel 2019 premiata come Miglior Sommelier del Sagrantino. Per il trevigiano Cristian Maitan, invece, il 2018 è stato un anno da incorniciare, conquistando ben due titoli: Miglior Sommelier del Veneto e Miglior Sommelier Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Infine, il Miglior Sommelier del Veneto 2019 e attualmente in carica Alessio Serafini, originario di Schio. Certi di confrontarci con tre professionisti curiosi e sperimentatori, le aspettative sono state oltremodo confermate. L’universo orange, infatti, desta nei Sommelier grande interesse anche perché si tratta di un terreno relativamente nuovo: nonostante l’origine antichissima, i vini color ambra sono tornati a giocare un ruolo attoriale solo negli ultimi vent’anni. Ecco che il mondo della Sommellerie è ancora in fase di studio, muovendosi in punta di piedi e secondo una certa discrezione in base ai gusti personali. Che si tratti di prodotti biologici, biodinamici, naturali, da metodo ancestrale, impreziositi da una cornice narrativa mistica e controcorrente, l’importante è che il vino sia di qualità e non presenti difetti evidenti e ingiustificabili. 


Servizio curato dalla A alla Z 

Un vino particolare prevede delicatezza e precisione nel servizio.

Come prima cosa è importante preparare il terreno all’orange wine, soprattutto se in presenza di persone non particolarmente esperte. Spiegare perché il vino presenta caratteristiche visive e gusto-olfattive diverse dalle più comuni, aiuta a dissipare la nebbia del dubbio e del pregiudizio dalla mente del commensale e non rovinare l’assaggio.

In secondo luogo, attenzione alla temperatura di servizio. La scelta varia da vino a vino, con alcune linea guida. Francesca e Cristian concordano nel servire gli orange a una temperatura un po’ più alta rispetto ai vini bianchi, affinché si esprimano nella loro ampiezza e peculiarità olfattiva, valorizzandone morbidezze e tannini. Francesca indica una temperatura media di 12° mentre Cristian dà un range tra i 12° e i 16° in base alla macerazione. Alessio consiglia di servire tra i 10° e i 12° i meno strutturati, arrivando ai 14° per i vini di più lunga macerazione. Inoltre svela un piccolo trucco che utilizza con i suoi clienti affezionati: giocare leggermente sulla temperatura di servizio per assecondare i gusti del commensale, facendo emergere in modo più o meno deciso i profumi e la componente tannica.

Un altro punto interessante è la decantazione. Se Francesca preferisce stappare un po’ prima la bottiglia e lasciare ossigenare il vino nel calice, Alessio è più propenso a eseguire l’iter di caraffatura piuttosto di chiedere al cliente di attendere un po' prima di assaggiare, oltre che per allontanare eventuali preconcetti.

Ovviamente la decantazione è consigliata per tutti i vini che presentano riduzioni o sedimenti che possano compromettere l’assaggio.

Parlando di bicchieri, forma e apertura variano in base al livello di macerazione. In linea generale, tutti concordano nell’utilizzare calici più ampi rispetto ai bianchi, così da lasciar respirare il vino e far sì che la potenza iniziale lasci spazio ai profumi.

Maitan predilige il balloon o il balloon tagliato mentre Serafini opta per un calice di media ampiezza con bevante rientrante, un renano per un orange poco strutturato, più grande per una maggiore sosta sulle bucce.


Francesca Penzo: Miglior Sommelier del Veneto 2017