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RIBOLLA

L’ambra che si fa vino

di Davide Amadio

Gravner - Oggi, dopo un percorso di anni, Gravner coltiva solo ribolla come uva a bacca bianca nei suoi vigneti. Il resto è stato tolto. Tutto merito – o colpa – di un incontro con Gino Veronelli nei primi anni ’80. Dal 2001 le uve fermentano a contatto con le bucce per lungo tempo in anfore georgiane interrate, con lieviti indigeni e senza alcun controllo della temperatura. Dopo la svinatura e la torchiatura, affina in anfora per almeno 5 mesi prima di iniziare un periodo di 6 anni in grandi botti di rovere. Il vino viene imbottigliato senza chiarifiche né filtrazioni dopo 7 anni dalla vendemmia. Un numero che per Gravner è avvolto di magia.



2003
Riserva

Messo in commercio dopo 14 (7+7) anni di cantina, di cui gli ultimi 7 in bottiglia, viene venduto solo in magnum. Figlio di un’annata molto calda e siccitosa si apre alla vista con un’ambra intenso nel bicchiere. Il naso è potente ma elegante, con un’impronta di erbe che accompagnano verso la frutta secca, l’uva passa e le spezie. Monumentale in bocca, dove la trama tannica sorregge una grande ricchezza estrattiva, spalleggiata da un’acidità che dona scorrevolezza.


2007

La prima ribolla ad essere imbottigliata dopo sette anni di affinamento. L’annata qui è stata molto favorevole, con lunghi periodi asciutti intervallati da piogge. Ambra luminoso nel bicchiere, il naso si sofferma sull’albicocca, i fiori, la resina, il muschio, assieme a note mediterranee e balsamiche. Elegante e fine la bocca, dominata da una sorprendente sapidità e mineralità, ma che indugia in seguito su toni più rotondi e ricchi, fino a ricordi di tabacco e leggero fumo.