A un metro dal tavolo dove siedo scorre uno stretto canale, vi passa a malapena qualche gondola che potrei toccare con mano se la vicina finestra fosse aperta. Sono a Venezia, all’interno di uno splendido bistrot. Un moro in ceramica alle mie spalle regge un candelabro mentre un malinconico movimento di Vivaldi fa da sottofondo al cortese benvenuto del maître. Un’atmosfera surreale ha preso forma davanti a me, sembra la scena di un libro di Hemingway dove abbandonarsi con leggerezza, peccato che la sala sia quasi deserta e la mia dama si chiami Bruno.
Sergio, il titolare, passa a salutarci e ci intrattiene pochi minuti. Sorvola con garbo sulle calli e i campi pressoché deserti svuotati dalla pandemia e sul difficile momento del ristorante. Sembra quasi volerci risparmiare questo peso dirottando amabilmente la conversazione su vecchie ricette dimenticate, su nuovi progetti, sui tempi duri che prima o poi passeranno, come lo scirocco che spinge l’acqua alta dentro le case. Questo breve incontro mi ha aiutato a fare un passo avanti, a capire l’indole e la forza dei veneziani, la loro innata resilienza. Venezia nella sua lunga storia ha imparato ciclicamente a resistere, a qualcuno o a qualcosa: ai barbari o ai francesi, agli assedi o ai rivali nei mari, la lista è lunga.
Eppure questo non l’ha mai penalizzata, al contrario l’ha resa più forte. Invece che chiudersi in sé stessa, invece che piangersi addosso, ogni volta si è rimboccata le maniche ed è ripartita, e ogni volta ha aperto le braccia costruendo così nei secoli il mito di città cosmopolita, simbolo di accoglienza.
Tutto questo si è impresso nel carattere dei suoi pochi ostinati abitanti, lo possiamo cogliere anche oggi. Gli eventi e la storia, si sa, forgiano le genti, laddove c’è ancora qualcuno pronto a coltivarne la memoria, anche attraverso la cura di una pietanza o la narrazione di un vino. Un processo di sedimentazione culturale che parte dal mare e dalla terra, attraversa le porte della cucina passando dal banco dell’osteria. Un concetto caro al mondo della sommellerie, da ricordare più spesso.
