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25 ANNI
E NON SENTIRLI

di Luca Giaccone
Da un quarto di secolo la birra artigianale ci fa compagnia in Italia.
Ma la creatività non accenna a diminuire

Microbirrifi ci in attività in Italia: la serie storica

L’Italia sarà forse un paese di santi, poeti e navigatori, ma certamente non è mai stata celebre per i bevitori di birra. Nel 1861 consumavamo appena 0,3 litri pro capite di birra. Un nulla, soprattutto paragonato ai 102 litri di vino nello stesso anno. I consumi di vino - dopo aver raggiunto i 127 litri nel 1901 - sono poi progressivamente scesi, mentre quelli di birra sono cresciuti fi no ai 35 litri del 2019. Un dato incoraggiante, ma sempre fanalino di coda europeo ed enormemente più piccolo del 100 della Germania, del 107 dell’Austria o del 142 della Repubblica Ceca (dati Istat e Brewers of Europe). Nell’ultimo decennio del secolo scorso lo scenario birrario italiano è desolante. Consumi ancora più scarsi di oggi (24 litri nel 1996), accompagnati da un’off erta nazionale limitata alle sole produzioni industriali, nella maggioranza dei casi facili lager - quasi sempre prodotte con largo uso di succedanei - dal profilo organolettico molto semplice, per non dire semplicistico. Ma nella seconda metà degli anni Novanta tutto, inaspettatamente, cambia per sempre.


Un giovanissimo Teo Musso nel suo locale a Piozzo