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BIO È SEMPRE
MEGLIO?

di Maurizio Gily
Un confronto sulla sostenibilità dei diversi modelli di agricoltura. Perché le cose sono più complicate di quanto sembrino

Quanto è sostenibile una bottiglia di vino?

Si usa comunemente la definizione di “convenzionale” per indicare un modello di agricoltura contrapposto al metodo biologico. In realtà, come si può facilmente immaginare, mentre il metodo biologico ha regole piuttosto precise e codificate, agricoltura “convenzionale” è una definizione molto generica, al cui interno possono convivere modelli molto diversi, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità ambientale del modello stesso. Sotto la definizione di convenzionale ci può essere l’agricoltore “bombardiere” e poco esperto che compra e spande tutto quello che i venditori gli propongono ai dosaggi massimi, e va oltre (purtroppo esistono), poco attento ai danni a se stesso e all’ambiente, e quello che invece ha conoscenze approfondite e usa in modo accorto i mezzi a disposizione, sia quelli offerti dal biologico che quelli della chimica di sintesi, in questo caso scegliendo i prodotti meno impattanti. Quest’ultimo modello è stato da tempo codificato sotto il concetto di produzione integrata, oggi anche disciplinato da norme nazionali e regionali e dotato di un sistema di certificazione ufficiale caratterizzato dalla sigla SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) e da un logo circolare con un’ape stilizzata e la scritta SQNPI QUALITÀ SOSTENIBILE.