in pratica

UN GIRO
DI VITE

di Davide Cocco
Portare in tavola vini con sistemi di chiusura diversi dal sughero non è mai facile. I consigli di Roberto Anesi

La distanza che intercorre tra un Sommelier e i suoi clienti seduti al tavolo in attesa del vino ordinato è più breve di quanto si immagini. È la distanza di un tappo. Un tempo non avrei avuto dubbi nello scrivere tappo in sughero, ma oggi la situazione è molto più complessa. Le bottiglie ormai sono caratterizzate da diversi sistemi di chiusura. Tanti ne vediamo cedere sotto il verme del nostro fidato cavatappi, tanti ne abbiamo visti nascere negli anni, tanti ne abbiamo visto morire perché troppo costosi, poco apprezzati, oppure semplicemente perché soppiantati da altri più efficienti. Nemmeno il mondo della birra è esente da questi cambiamenti, non tanto nel sistema di chiusura, dove il tappo a corona continua a dominare imperterrito, quanto nel contenitore. I più attenti di voi avranno infatti notato la grande diffusione delle lattine. Un tempo vituperate e identificate come contenitori di birre di bassa lega, le lattine vivono oggi una seconda giovinezza, anche grazie alla loro elevata sostenibilità. La lattina ha infatti un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto alla bottiglietta di vetro, in primis per la sua leggerezza. Basti pensare che una bottiglia da 33 cl pesa mediamente attorno ai 220 grammi, mentre una lattina da 40 cl - formato in voga - si ferma a 15 grammi. 


Le lattine sono inoltre più facilmente impilabili e molto più difficilmente danneggiabili. Tutti fattori che influiscono molto sul trasporto e sul suo costo ambientale in termini di inquinamento. L’alluminio è inoltre facilmente riciclabile all’infinito e - a differenza del vetro - ha un bilancio di riciclo in attivo: i costi per la raccolta sono cioè più bassi degli eventuali ricavi finali di vendita del materiale prodotto. Ma la lattina ha fatto breccia anche perché si è dimostrato un contenitore assolutamente attuale. La sigillatura infatti non permette in nessun modo all’ossigeno di entrare. Questa è una condizione perfetta per aumentare la shelf life, ma soprattutto è la condizione ideale per le birre molto luppolate che vanno ancora molto di moda, e che hanno nell’ossigeno e quindi nell’ossidazione il loro nemico principale. Da non trascurare nemmeno il fatto che la lattina sia molto più personalizzabile dal punto di vista grafico rispetto alla bottiglia di vetro, permettendo a birrai e grafici di dare sfogo alla fantasia. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 


Tornando al mondo a noi caro, cioè al vino, negli ultimi anni sempre di più produttori e mercato sembrano cercare un’alternativa al sughero. Un’alternativa che sia ecologicamente sostenibile e che garantisca quanti meno problemi possibili al vino contenuto nelle bottiglie.