Storia di un vitigno dimenticato che ce l’ha fatta. Con il Metodo Classico se la gioca con i più blasonati spumanti italiani

Storia di un vitigno dimenticato che ce l’ha fatta. Con il Metodo Classico se la gioca con i più blasonati spumanti italiani
Durello, durella. Il vino, l’uva. Maschile e femminile. Durello-monello, con il suo slancio frizzante birichincitrino; durella-saputella, con le sue settecento primavere. L’unione della durella nel Durello, benedetta dal serale vento di tramontana delle valli lessine, era scritta illo tempore, per il piacere degli amanti delle bollicine autoctone.
L’uva duràsena (nel Cinquecento la durella portava questo nome) generava il vino bevuto da due celebri innamorati protagonisti dell’Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti, vergata dall’aristocratico vicentino Luigi da Porto (che fu d’ispirazione al mitico Shakespeare per il suo Romeo e Giulietta). Pare che diventò conosciuto come “il vino di Giulietta”.
Seguimi, ripercorriamo insieme le tappe secolari durellesche.