Il primo editoriale del mio nuovo impegno come Presidente di AIS Veneto non può che iniziare con una parola: grazie.
il decanter
La parola al Presidente
di Gianpaolo Bredapresidente@aisveneto.it
Grazie a voi soci, che avete partecipato così numerosi alle scorse elezioni e che mi avete scelto. Grazie a Marco Aldegheri, che mi ha preceduto e dato fiducia in questi anni come Delegato a Venezia. Grazie alla squadra dei nuovi Delegati, con alcune riconferme a dire il vero, che hanno risposto con entusiasmo alla mia proposta. Ma dopo questi doverosi ringraziamenti è il momento di rimboccarsi le maniche, per portare a compimento il programma che i più volenterosi di voi avranno letto prima delle elezioni.
Un programma che vede la cultura del vino al centro, perché sono fermamente convinto che la figura del Sommelier possa ritagliarsi un ruolo sempre più importante come comunicatore e divulgatore.
E la rinascita dei vitigni dimenticati, a cui questo numero di Vinetia Magazine è dedicato, può passare attraverso di noi. Perché in questo mondo orientato alla globalizzazione c’è la necessità di porre attenzione sempre di più all’autenticità. E se c’è qualcosa che non manca ai vitigni di cui si parla nelle prossime pagine è proprio l’autenticità. Perché il sapore del tempo ritrovato che passa attraverso i vitigni dimenticati o i vitigni cosiddetti minori dà valore al territorio, alla sua storia alle persone che lo hanno lavorato e che continuano ad accudirlo.
I vitigni che i nostri nonni coltivavano per sostentamento, magari sfortunati, poco produttivi, ma perfettamente adattati all’ambiente in cui venivano coltivati, portano con sé un bagaglio di unicità, autenticità e riscoperta di un piccolo patrimonio che ogni regione detiene da secoli.
Alcuni di questi vitigni hanno superato devastazioni, fillossera, inondazioni e guerre. E noi come li abbiamo ripagati di tanto sforzo? Li abbiamo sostituiti con i grandi vitigni internazionali, più facili e redditizi, alle volte per pigrizia, altre per inerzia.
La gruaia, la dindarella, la boschera, la dorona, la pinella, la pavana, la turchetta chi le conosce? Eppure le sette province del Veneto sono un esempio del racconto di gusti e profumi della nostra storia, il vissuto dei nostri avi, le radici della nostra terra, la riscoperta di quel patrimonio piccolo senza il quale a oggi non saremmo niente.
“Quell’uva non viene più coltivata perché produce poco, ha foglie enormi ed è talmente brutta che non la mangiano neanche gli uccelli”. Ma chi lo ha detto che bisogna essere perfetti per piacere?
