in pratica L’OSTE È UN SARTO Per Fabrizio Conforto il vino da osteria è quello cucito addosso al cliente. E con i cocktail è giusto sperimentare, ma senza esagerare di Chiara Brunato La brigata dell'Osteria ai Trani Nate come luogo di ristoro nei punti cruciali per gli scambi commerciali, le osterie sono entrate di diritto nel patrimonio enogastronomico del nostro paese. Fin dalla notte dei tempi hanno accolto viaggiatori provenienti dai luoghi più lontani, dando loro la possibilità di fermarsi e di assaporare un pasto caldo accompagnandolo a un calice di vino. Nel tempo sono diventate veri e propri luoghi d’incontro e di socialità, al pari delle chiese e delle piazze. Una sorta di agorà godereccia, un posto dove incontrarsi e dove discutere dei temi più diversi, accompagnando alle parole il vino – il famigerato veneto – e i piatti della cucina povera. Smesse le vesti di luogo alla buona e senza pretese, l’osteria oggi ha cambiato volto, rimanendo sì un posto informale, ma con piatti e vini che, molto spesso, possono giocarsela ad armi pari con le preparazioni dei ristoranti più raffinati. Ambienti e persone accoglienti come una casa, ma che allo stesso tempo riservano all’ospite tutte le dovute attenzioni ritornando di fatto alle origini, alla parola che connota il luogo. In questa famiglia rientra anche l’Osteria ai Trani, locale storico di Rovigo guidato da vent’anni dalla famiglia Conforto. Un luogo dove i sapori più tipici della tradizione polesana si sposano felicemente con nuovi profumi e ingredienti. A coronare il tutto una carta vini che parte dal Veneto e che fa viaggiare l’ospite in tutta Italia e non solo. A firmarla è Fabrizio Conforto, che si occupa anche della mixology e dei cocktail serviti nel locale e che ci ha raccontato la sua idea di osteria. goto La nostra osteria ha aperto i battenti nei primi anni del Novecento, quando una famiglia di pescatori pugliesi che per una vita navigò tra Brindisi e Venezia decise di fermarsi a Rovigo e aprire un locale chiamandolo con il nome della città da cui provenivano, Trani. Un nome che in effetti ricorre spesso nella tradizione dell’ospitalità del nord Italia, a dimostrazione del fatto che quella di fermarsi in queste zone una volta terminata la carriera marinara fosse una pratica diffusa. Qui i vini pugliesi portati con le navi venivano tagliati con quelli veneti e serviti agli avventori dell’osteria, in un incontro tra il nord e il sud del Paese. Negli anni a seguire il locale ha saputo mantenere la stessa atmosfera calda e accogliente, da osteria appunto. Qual è la storia che si cela dietro questo locale? Nel 2004, assieme alla mia famiglia, abbiamo rilevato l’esercizio e dato vita a quella che è l’odierna Osteria ai Trani: un luogo dove trovare i piatti della tradizione polesana come il baccalà, i bigoli con le salsa di sarde e la pasta e , che rappresentano lo zoccolo duro della nostra cucina, ma anche ricette nuove e sperimentali, come gli spaghetti all’aglio polesano reinventati introducendo ingredienti del sud. Un menù che rispecchia appieno la nostra identità e che permette a noi e ai nostri ospiti di continuare a giocare con nuovi sapori, gusti e consistenze. Dal 2015 proponiamo anche gli hamburger, preparati con ingredienti freschissimi e con il nostro pane fatto in casa, e una sezione dedicata ai cocktail e alla mixology. Come è cambiata con il vostro arrivo? fasoi