IL NUOVO MILLENNIO

Con gli anni Duemila la cucina irrompe in televisione e diventa uno dei contenuti più popolari e amati dal grande pubblico. La trasmissione “La Prova del Cuoco”, basata sul format inglese “Ready Steady Cook”, è andata in onda dal 2000 al 2020 ed è stata a lungo il programma con più alta audience al di fuori della fascia serale. Ma è con “Masterchef” che l’alta cucina si apre al grande pubblico. Lo show, versione italiana del talent show inglese, va in onda dal 2011 con enorme successo. Di puntata in puntata gli spettatori seguono le vicissitudini e le ricette elaborate da parte degli appassionati talenti (dilettanti) per arrivare a definire il vincitore attraverso una serie di prove a eliminazione. Il programma ha trasformato molti di questi aspiranti chef in professionisti affermati.

Non è solo la televisione ad aver cambiato la percezione del mondo della ristorazione, ma anche internet. Un secolo esatto dopo la Guida Michelin, nel 2000 nasce TripAdvisor, che oggi conta quasi un miliardo di recensioni e una media di oltre 400 milioni di visitatori al mese; sul sito non c’è un reale controllo e vi circolano delle fake review che mirano a danneggiare la concorrenza, ma nonostante questo è la guida più utilizzata al mondo.

Il nuovo millennio vede anche la proliferazione dei foodblogger. Il fenomeno è diventato rilevante con il dilagare degli smartphone che permettono a chiunque di scattare foto in qualsiasi situazione. I foodblogger sono ormai migliaia in ogni nazione del mondo. Le immagini accompagnano quasi sempre i post e anzi, si fanno protagoniste di questo successo. Quasi tutti i foodblogger hanno iniziato l’attività per passione e quando il loro sito raggiunge visualizzazioni importanti, riescono a monetizzare il proprio lavoro, i migliori sono diventati professionisti. Da una parte è apprezzabile il fatto che i foodblogger ci “mettano la faccia”, quindi al contrario di quei finti recensori di TripAdvisor, giocano apertamente, dall’altra è un ambiente in cui non esistono regole consolidate e non di rado a un’opinione sincera si alterna una pubblicità occulta, recensioni a pagamento ecc. senza alcuna dichiarazione di trasparenza.

È del 2005 il primo Congresso Italiano di Cucina d’Autore: “Identità Golose”, ideato da Paolo Marchi traendo spunto dall’esperienza del “Lo Mejor de la Gastronomia” di San Sebastian. A Paolo Marchi si è subito unito Claudio Ceroni e insieme hanno fatto diventare questo Congresso l’evento di Alta Cucina più importante d’Italia, con un fitto calendario di lezioni e interventi, dibattiti e incontri per discutere e approfondire il tema dell’evento, ogni anno diverso.

La cucina è diventata uno degli argomenti di cui si parla e su cui ci si confronta di più. Gli chef sono ormai personaggi dalla chiara fama e popolarità. Viviamo l’epoca dei celebrity chef: Carlo Cracco, Davide Oldani, Mauro Uliassi, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Heinz Beck, Ciccio Sultano e molti altri ancora. Chef bravissimi, certo, ma anche maestri nel saper sfruttare al meglio il favorevole momento della cucina nei media, e nel saperlo gestire in prima persona.
Sono anche gli anni della Famiglia Cerea, di Enrico Bartolini e Niko Romito, che stanno impressionando non solo per la qualità della loro cucina, ma per le capacità imprenditoriali che hanno messo in mostra, riuscendo a moltiplicare i ristoranti che portano il loro nome o la loro consulenza pur mantenendo alto il livello della proposta gastronomica. Sono gli anni di Massimo Bottura, che convince il mondo con una cucina di straordinaria ispirazione, che guarda all’Italia e al gusto italiano: perché tra le molte ragioni di desiderabilità e di fascino del nostro paese agli occhi del mondo, la cucina gioca il ruolo di indiscussa protagonista.

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