IL TÈ
Il tè è la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. La sua storia millenaria lo ha portato a essere declinato in tantissime tipologie, ognuna con le proprie peculiarità. In questo capitolo vedremo come viene coltivato e prodotto e quali possono essere i suoi usi e abbinamenti in cucina.
Breve storia della diffusione del tè
Leggenda vuole che la scoperta del tè risalga al 2737 a.C., quando il dio cinese Shennong, considerato il padre dell’agricoltura nonché grande esperto di erbe medicinali e velenose, assaggiò dell’acqua bollente nella quale, per caso, erano cadute delle foglie di tè. Trovò la bevanda non solo ottima ma anche rigenerante.
I cinesi furono i primi a coltivare la pianta del tè e a lavorarne le foglie per ottenere una bevanda dal consumo quotidiano e diffuso in tutto l’impero.
Per molti secoli, il consumo del tè rimase confinato in Cina, a partire dal VI secolo d.C. però la sua fama iniziò a diffondersi in Asia, raggiungendo il Giappone e la Corea grazie ai monaci buddisti che, di ritorno dai loro studi in Cina, portarono con sé i semi e li piantarono nei giardini dei monasteri, dove il tè veniva usato per mantenere la concentrazione durante le lunghe meditazioni.
La diffusione del tè prosegue grazie alle rotte carovaniere che raggiungevano l’Ovest, come la Via della Seta. Le foglie di tè, compresse in blocchi, venivano scambiate con sale, ferro o animali. Bisogna aspettare il XVII secolo perché il tè raggiunga l’Europa, il merito è degli olandesi che commerciavano con la provincia del Fujian, sulla costa sudorientale, e dei portoghesi, che avevano rapporti d’affari con Macao, vicino a Hong Kong. Furono proprio gli olandesi a introdurre il tè in Inghilterra, decretandone il successo.
Dal 1669 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali ottenne il monopolio dei commerci con la Cina, acquistando direttamente il tè e diventando in tutto dipendente dal paese orientale per il suo approvvigionamento.
Con la Prima guerra dell’oppio, nel 1839, e con il peggioramento dei rapporti commerciali tra i due paesi, l’Inghilterra iniziò a provare la coltivazione del tè al di fuori della Cina.
Intorno al 1830 iniziarono a essere coltivate le prime piantagioni nella regione indiana dell’Assam, e nel 1838 partì da Calcutta il primo carico di tè che fu venduto all’asta di Londra nel gennaio 1839. Alle coltivazioni in Assam seguirono, nel 1850, quelle nel Darjeeling e nel Nilgiri, sempre in India. Nel 1860 il tè inizia a essere coltivato nello Sri Lanka (allora chiamato Ceylon), rimpiazzando le piantagioni di caffè che qualche anno prima erano state distrutte da una malattia fungina. In quest’isola nacque la fortuna di Sir Thomas Lipton, che iniziò a rivendere il tè delle sue piantagioni nei suoi negozi di Londra, saltando così tutti gli intermediari e rendendo la bevanda accessibile a tutte le fasce sociali. L’enorme diffusione e la conseguente richiesta di tè condussero alla nascita e al brevetto, nel 1930 negli Stati Uniti, della prima bustina, la cui domanda crebbe in maniera esponenziale dopo la Seconda guerra mondiale. Per fare fronte al notevole interesse mondiale verso la bevanda le coltivazioni di tè si estesero anche in Africa, soprattutto in Kenya, Tanzania, Ruanda, Zimbabwe e Burundi.
