Il sughero ed il tappo da dove viene e dove va...

Parlare di sughero e del tappo è pratica molto comune nel settore enoico proprio per l’intimo connubio che lega queste quest’ultimo al vino. Il loro legame, infatti, è talmente stretto ed intimo che uno riesce oramai ad identificare l’altro: insomma l’oggetto (tappo di sughero) molto spesso si confonde con il soggetto ( il vino ) nell’ immagine stessa della bottiglia. Parlare del solo sughero però, vuol dire aprire un vasto orizzonte che pochi conoscono e che si perde nelle nebbie del tempo, prima della storia stessa, prima che il “nettare degli dei” divenisse quello che conosciamo e di cui tutti, o quasi, parliamo.

La classificazione ufficiale definisce la quercia da sughero Quercus Suber L. pianta appartenente alla famiglia delle fagacee, sempreverde, che può raggiungere i 20 metri di altezza, 1,5 metri di diametro all’altezza di 130 cm o come si dice ancora “ a petto d’uomo “ e può vivere fino a 200 anni. E’ una pianta endemica della regione mediterranea occidentale con propaggini in Spagna, Portogallo Nord Africa e sud della Francia. Proprio perché endemica fa parte delle foreste native di questo continente che come sappiamo condivide con moltissime altre piante ma anche, e soprattutto con la vite. Si presume che la sughera sia originaria della penisola Iberica e già tra i 7 e i 12000 anni fa abbia iniziato la sua migrazione, prima verso il nord africa, e successivamente verso la sponda occidentale del Mediterraneo. Attualmente si sviluppa un 1,7 milioni di ha nell’Europa continentale ed altri 700.000 nel Nord Africa. E’ una pianta che privilegia i terreni sciolti e non particolarmente fertili, e la sua forte “ personalità” ne fa un essenza vegetale in grado di stabilizzare il terreno e frenare l’avanza del deserto. 


A questo proposito, è bene ricordare che 1 ettaro di sughereta è in grado di assorbire fino a 15 tonnellate di CO2, e soprattutto che la foresta di piante da sughero è considerata come uno degli hotspot di biodiversità del nostro pianeta, non considerando che questa pianta permette ancora la presenza di forti comunità agricole nel territorio di sua appartenenza in quanto la maggior parte della decortica che avviene nelle stesse piante ogni 9 anni è ancora affidata alla manualità di persone con specifiche competenze e conoscenze. Insomma, sughero, uomo, natura e vino sono stati e rimangono ancora uno dei perni più importanti dell’agricoltura e della cultura del vecchio continente. La maggiore attenzione alla sostenibilità ed alla riduzione dell’impatto umano sull’ ambiente, fanno si che proprio il tappo di sughero si possa collocare come fattore chiave nella filiera del vino al fine di renderla sostenibile ora ed anche per il prossimo futuro. 


Stefano Zaninotto 

Direttore tecnico AMORIM CORK ITALIA 

 www.amorimcorkitalia.com