Pale Ale, la rivoluzione che cambiò la birra di Simone Nicoletto N on è semplice e immediato, trovandosi in un pub di fronte a una pinta di pale ale , riuscire a riconoscerle il ruolo fondamentale che essa ha avuto nella storia della birra. Lo sforzo da sostenere per capire di cosa si tratti, grazie alla capacità di sintesi del la lingua inglese, è davvero minimo: birra ad alta fer mentazione ( ale ), pallida o per meglio dire chiara ( pale ). Definirne invece i contorni e individuare i passaggi che hanno contribuito a rendere questo stile il caposaldo di due tradizioni birrarie connesse, ma distinte come quel la britannica e quella americana è altra cosa. Tra i diver si primati della pale ale c’è senza dubbio quello di essere stata il primo stile birrario “moderno”: a renderla tale, oltre al periodo di nascita – la prima metà del Settecento – c’è anche un aspetto visivo totalmente mutato grazie alle innovazioni tecnologiche portate dalla Rivoluzione Industriale. Le prime pale ale non saranno sicuramente state chiare, ma nemmeno scure come tutto ciò che era stato prodotto fino a quel momento e questo grazie all’av vento della cottura dei malti a fuoco indiretto e a tem peratura controllata. Erano birre che ora definiremmo ambrate, ma che per l’epoca erano quanto di più chiaro si potesse immaginare. Da quel momento in poi, per oltre un secolo, i birrai di tutta Europa rincorreranno i colleghi inglesi cercando in tutti i modi di avvicinarsi a quelle birre così attraenti e innovative; l’aggettivo pale, legato sin dall’origine a tali birre, in seguito è stato ed è ancora oggi utilizzato per de finire anche la particolare tipologia di malto che caratte rizza lo stile in questione. Sul palcoscenico dei pub ingle si la pale ale e la sua oggi ancor più celebre discendente, la India Pale Ale o più semplicemente IPA, sono state le protagoniste incontrastate per quasi due secoli, salvo poi venire relegate in una posizione secondaria a inizio Novecento con l’arrivo da oltremanica delle birre a bassa fermentazione di stampo germanico e di una tassazione sul malto che costringe i birrai a dedicarsi alla produ zione di bevande sempre più leggere. Il periodo di oblio della pale ale dura fino alla fine degli anni Settanta del Novecento quando questo stile stravolge nuovamente il mondo della birra, stavolta grazie ai birrai d’oltreoceano. Il mondo brassicolo statunitense del secondo do poguerra era stato dominato fino ad allora da birre cri stalline, poco alcoliche e poco complesse, in una parola light, create dai grandi birrifici con il dichiarato obbiet tivo di avvicinare un pubblico sempre più ampio e varie gato. La birra made in USA per come oggi la conosciamo nasce a opera di appassionati che, grazie all’abrogazione nel 1978 di una norma risalente al Proibizionismo che impediva la produzione casalinga di birra, possono de dicarsi alla sperimentazione ed eventualmente trasfor mare il loro hobby in una professione, aprendo i primi birrifici che definiremmo artigianali; la prima tendenza produttiva è ovviamente la rivisitazione di stili tradizio nali europei, pale ale in primis. Molto meno vincolati da tradizioni secolari rispetto ai loro omologhi europei, i birrai statunitensi sono stati liberi di rendere la pale ale qualcosa di diverso e, ancora una volta, rivoluzionario; fondamentali per questa trasformazione i luppoli, in particolare la varietà Cascade, ottenuta incrociando due varietà europee, diventata prima il complemento perfet to per una pale ale e poi, per estensione, il simbolo della rivoluzione craft americana. Malti che conferiscono note di biscotto e di lievi to stature, luppoli particolarmente aromatici e amaricanti – che fanno pensare a ogni genere di frutta e resine – e bevibilità estrema anche grazie alla gradazione alcoli ca moderata, quasi sempre al di sotto dei sei gradi: sono queste le caratteristiche della neonata american pale ale . Una birra che nella sua versione americana ha conserva to cromaticità e beva, acquisendo complessità e intensi tà; una birra che ha dato vita a una miriade di altri stili, a partire da tutte le declinazioni di IPA viste negli ultimi vent’anni. Una birra, soprattutto, che ha cambiato la bir ra due volte. LE DEGUSTAZIONI MOJO Fermentazione: Alta. Stile: American Pale Ale. Alc.: 4,7 %. Temp. servizio: 7 °C. Bicchiere: pinta americana. 33 cl. Euro 3,50. Dorato chiaro e schiuma fine. La luppolatura è ben calibrata, dal gusto nitido e di grande piacevolezza. Sviluppa freschi sentori di agrumi, poi mela matura, frutti di bosco, pesca sciroppata e un tocco di resine a sostegno del corredo olfattivo. Sorso snello e secco, che evidenza la piena corrispondenza naso bocca. Sogliola in panatura di agrumi. BASEI Via Risorgimento, 6 Latisana (UD) Tel: 328 9683646 AGRO APA Fermentazione: Alta. Stile: American Pale Ale. Alc.: 5 %. Temp. servizio: 7 °C. Bicchiere: pinta americana. 75 cl. Euro 10,50. Giallo dorato pieno, schiuma chiara, compatta e persistente. Profumi briosi e invitanti in cui le sensazioni date dal luppolo, dalla frutta e dagli agrumi si uniscono a una scia di macchia mediterranea. Al palato è fresca, saporita, con un piacevole spunto amaro finale. Beva di grande piacevolezza e scorrevolezza. Pizza con Black Angus e misticanza. BIRRIFICIO ÀGRA Via della Centrale, 2 Giais (PN) Tel: 339 1398900 POINT BREAK Fermentazione: Alta. Stile: American Pale. Alc.: 5,2 %. Temp. servizio: 6-8 °C. Bicchiere: pinta americana. 33 cl. Euro 4,50. Colore giallo dorato. Birra dal concetto moderno per il bouquet dei luppoli. Al naso si declinano con chiarezza miscellanea di agrumi, passion fruit, camomilla ed effluvi di resine delicate. Bevuta rotonda e gradevole. L’ingresso amaro è seguito da proporzionata dolcezza che accompagna il gusto nel lento finale di frutta esotica. Tonnarelli cacio e pepe. BONDAI Viale Val Calda, 1 Sutrio (UD) Tel: 347 2367680 BABÉL Fermentazione: Alta. Stile: American Pale. Alc.: 5 %. Temp. servizio: 6-8 °C. Bicchiere: pinta americana. 33 cl. Euro 4,50. Giallo dorato tenue. Ventaglio odoroso di frutta tropicale, agrumi, resine e delicate sensazioni erbacee che richiamano le piante officinali. L’ingresso riporta alle note di biscotto e il finale è mediamente amaro e rinfrescante. Il sorso è guidato dal corpo leggero e dalla spiccata facilità di beva. Tortilla con maiale speziato e guacamole allo yogurt. FOGLIE D’ERBA Via Nazionale, 14 Forni di Sopra (UD) Tel: 347 3555197 TWO LEFTS (DON’T MAKE A RIGHT) Fermentazione: Alta. Stile: American Pale. Alc.: 5 %. Temp. servizio: 6-8 °C. Bicchiere: pinta americana. 50 cl. Euro 5,90. Colore leggermente ambrato. La luppolatura generosa delle piante americane conferiscono aromi floreali, agrumati e di frutta a pasta bianca che ben si legano all’impronta balsamica e resinosa. Il sorso è di corpo medio e buona frizzantezza. Ottimo l’equilibrio gustativo con un finale dominato dai luppoli. Arancini di riso con vitello e provola affumicata. BIRRIFICIO MANIAGO Via Cavasso Nuovo, 20 Maniago (PN) Tel: 348 7893174 CREPUSCOLO Fermentazione: Alta. Stile: Pale Ale. Alc.: 5,5 %. Temp. servizio: 7-8 °C. Bicchiere: pinta americana. 50 cl. Euro 5,50. Delicato giallo dorato. Il comparto odoroso è inizialmente valorizzato da freschi cenni di frutta tropicale a cui seguono fiori gialli, sfalci d’erba, mentuccia e agrumi a polpa bianca. Il corpo è medio, ben caratterizzato da malto e luppolo. La beva è pulita, netta, diretta e piacevolmente secca nel finale. Hamburger con Cheddar e salsa al mango. VILLA CHAZIL Via Vittorio Veneto, 89/C Nespoledo (UD) Tel: 324 9248593