La lingua del vinoha bisogno di umiltà di Matteo Bellotto, foto di Fabrice Gallina E sistono essenze volatili che, come nel vino, sono ca paci di far uscire mondi e incastrano i sentori e i sa pori tra il bene e il male. Ogni sentore è una notizia, vera o falsa che sia, di ciò che il percorso che ha trasformato l'uva in vino racconta. Il lavoro dei lieviti, se abbandonati, lascia spazio ai batteri, e ogni volta che il nostro linguaggio si avventura a raccontare qualcosa di “volatile” come una sensazione, rischia di schiantarsi come l'oceano sulle rocce, lasciando spazio alla terra. La lingua del vino è lontana dal vino, è lontana dalla terra, è vicina agli uomini e alle donne che la abitano per provare a sopravvivere nel marasma delle sensazioni. Noi abitiamo il linguaggio. Ogni parola è una casa che rendia mo o meno accogliente in base a come sappiamo utilizzarne gli spazi, abitandoli e vivendoli. Ogni luogo dove il linguag gio necessita spazio è sostanzialmente parte di un'unità abitativa, dove le persone che vi entrano devono, o meno, trovarsi a proprio agio. Il linguaggio del vino è l'abitazione del racconto di una sostanza, distante dall'uomo e vicina alla terra, dove noi cerchiamo di trovare spazio. La complessità del lavoro della terra e del suo successivo trasformarsi in vino, fa parte del le fondamenta del nostro vivere il mondo del vino. Chi si occupa di tale materia deve, o dovrebbe, fuggire la semplifi cazione della complessità nell'ottica di una semplificazione del linguaggio; restando nella metafora, deve far trovare la casa pulita agli ospiti senza fare in modo che all'interno ci siano mobili che, solo urtati, potrebbero rompersi. Sempli ce non vuol dire meno complesso: semplice significa corret to e preciso. Studiare il vino, l'uva e la terra, richiede impegno co stante e spesso difficile da sostenere specie se non si è parte attiva nel processo produttivo. Basta guardare come Insta gram riesce a esporre certe immagini di calici lanciati rote ando forte a far uscire il vino per capire che il contenitore ha superato il contenuto. Lungi da me e da queste parole pretendere di giudicare la comunicazione e come essa tro vi spazio nelle abitazioni, quindi linguaggi, legate ai social che esistono e resistono alle generazioni. Il tema è tutt'al tro. Ogni luogo ha il proprio linguaggio e ogni parola ha il proprio luogo, come una scarpa per il piede, che permette al discorso di continuare. Le parole nel vino stanno cambiando, veloci, forse trop po, ma non importa. Smettiamola di accanirci sulle parole e cominciamo a fare i Sommelier, persone preparate che conoscono i processi produttivi e i produttori, che vogliono e sanno degustare, che non giudicano, ma pesano il valore del lavoro nella terra, del lavoro enologico, che si interro gano senza dare risposte e che non smettono di darsi alla domanda. Basta buttare vino nelle vigne, basta scegliere il proprio corpo o la propria immagine per far finta di voler bene al vino. Prendiamo posizione, da professionisti, fac ciamoci magari anche dare del boomer in certi casi, ma ri cordiamoci, da abitanti del linguaggio, di essere noi a utiliz zare i mezzi che il linguaggio offre, invece di farci utilizzare dal mezzo stesso. Questo vale per ogni azienda, ogni Sommelier, ogni ap passionato del mondo del vino: è questo l'appello a vivere la grande complessità che è insita nella natura, la stessa com plessità che vorremmo fosse applicata a noi quando venia mo giudicati sommariamente così come sommariamente giudichiamo un vino. Il futuro delle parole del vino passa attraverso il minor utilizzo delle parole, in funzione di uno studio un appro fondimento e un'umiltà che, ahimè, si capisce sempre trop po tardi. Volevo parlarvi degli hashtag, delle tendenze, delle parole più ricercate sui social e sulle piattaforme, ma lo farò magari un'altra volta. Se vuoi bene al vino cura le tue paro le. Se vuoi bene alla terra, cura le tue parole. Se vuoi vivere in equilibrio cura la tua complessità e dai accesso alla com plessità, che ti abiti, che abusi di te e del tuo essere perché ogni vino insegna la vita che accade e che resiste al tempo.