La Ribolla gialla nata nel silenzio di Giassico

di Vladimiro Tulisso, foto di Loredana Bensa

Aoltre cinque metri di profondità in un luogo che ogni vignaiolo considera sacro – e non solo perché questo è stato costruito sullo spazio di una vecchia chiesa – la cantina di Giassico (Cormons) è stata il ventre che ha custodito per cinque anni l’ultimo vino nato nell’azienda Borgo San Daniele. Cinque anni di gestazione tutti trascorsi a cercare equilibri: prima quello in vigneto per tenere a freno un vitigno produttivo che fin da giovane desidera strafare; poi in cantina, dove individuare il percorso migliore di una vinificazione che deve scegliere se abitare l’acciaio o il legno, oppure entrambi. Cinque anni per sentirsi pronti a mostrare l’esito della propria sensibilità e del proprio lavoro. Pronti ad appiccicare l’etichetta sulla bottiglia e annunciare: “Ho un nuovo vino, assaggiamo la mia Ribolla gialla?”.

“Ho provato a lungo prima di decidermi a imbottigliare – racconta Mauro Mauri che con la sorella Alessandra è il proprietario dell’azienda – Ho vinificato in silenzio per ascoltare meglio le caratteristiche di un vitigno, la Ribolla gialla, che tende a produrre grappoli e acini grandi con buccia sottile. È stato un alternarsi di decisioni, prove e verifiche a partire delle potature, dai diradamenti, dai periodi di maturazione. Ho testato anche una vendemmia tardiva che però ha portato a un vino troppo aggressivo. Dopo cinque anni di prove mi sono sentito forte di un’esperienza sufficiente a individuare il giusto equilibrio e ho messo il vino in bottiglia”.