La collina di Corton è il miraggio della Côte

di Armando Castagno, foto di Andrea Federici

Dopo diversi chilometri di strada in direzione sud, passati a chiedersi dove sia finita la Côte che con tanta baldanza trionfava fino alle ultime colline di Nuits-Saint-Georges, ecco apparire, come un miraggio, la collina di Corton. È sulla destra di chi guida in direzione di Beaune; precisazione del tutto inutile, perché è impossibile non vederla, spettacolare com’è nella sua ordinata pettinatura di vigneti e nella corona boschiva che la sovrasta, regolare nella forma ovale, ed enorme per dimensioni. Il primo comune che ne possiede una sezione è Ladoix-Serrigny, nome per una volta non derivato dall’aggiunta a un toponimo antico di un “cru” (Musigny, Chambertin, Romanée, Saint-Georges…) ma dalla fusione forzosa di due minuscoli agglomerati urbani che erano rimasti divisi per un millennio. Uno è Ladoix, che sta proprio lungo la Dipartimentale 974 e l’altro è Serrigny, un po’ defilato nella campagna a est e attraversato da una strada principale; allontanandosi dalla Côte propriamente detta, questa strada scorta il visitatore verso quiete, fiabesche atmosfere rurali, tra aperture nella campagna e ruscelli dagli argini in pietra chiara, fino al muro di cinta dello Château de Serrigny. È questo un luogo sacro, ma dimenticato, della Borgogna del vino e in effetti ormai è inutile alla causa perché non produce più i suoi delicati Corton-Bressandes o Corton-Clos du Roi.