Anna porta in tavola il sogno di Lisbona

di Mattia Violino, foto di Fabrice Gallina

La serendipità è un concetto che indica il trovare la propria strada mentre si sta percorrendo un’altra via, è la bellezza dell’inaspettato. Possiamo quindi definire serendipity, ciò che è successo ad Anna Barbina che dopo essersi laureata in giurisprudenza e aver completato il praticantato, ha deciso di reinventarsi e aprire un ristorante, o meglio un’Osteria Contemporanea. La miccia, che ha innescato il cambiamento, si è incendiata durante l’Erasmus a Lisbona quando, cucinando spesso per una ventina di persone, si è fatta largo in lei l’idea che il mondo della ristorazione potesse essere parte del suo futuro. 


Così, una volta rientrata in Italia e pur continuando gli studi di avvocatura, decide di iscriversi alla scuola alberghiera serale per crearsi le basi della conoscenza in campo culinario. Una volta terminata l’università, però, capisce che il suo cuore batte per la ristorazione e decide di intraprendere un percorso di alta specializzazione. A 26 anni, seguendo la sua passione, Anna si trasferisce a Castel di Sangro, nell’Accademia di Niko Romito, una tappa che segna una svolta importante nella carriera in quanto le permette di entrare in contatto con una formazione e una professionalità completamente differente a quella che finora aveva avuto modo di conoscere. Durante l’esperienza abruzzese impara a valorizzare al massimo il prodotto e a rispettarne la filiera: la conoscenza della materia prima. Viene anche contagiata dalla passione per la panificazione, caratterizzata da lente lievitazioni e dall’uso sapiente del lievito madre. Le abilità acquisite in Accademia le permettono di intraprendere una serie di esperienze che in poco tempo la porteranno in giro per tutta la penisola fino a farla approdare a L’Argine di Vencò. La collaborazione con la chef Antonia Klugmann arricchisce ancor di più il bagaglio culturale della giovane cuoca che migliora la sua conoscenza nell’utilizzo delle erbe e delle piante e consolida la sua idea riguardo il rispetto della stagionalità. Riassapora in questo modo il gusto di un sapere sopito che le ricorda le tradizioni ed evoca i ricordi dell’infanzia quando con la nonna andava per i campi alla ricerca di preziose spontaneità.