Lasciato alle nostre spalle il minuscolo borgo di Pernand- Vergelesses, percorriamo la D18 in direzione Sud, tra linee panoramiche che tendono a
spalancarsi; avremo tuttavia la costante sensazione di procedere su un piano inclinato. Ci accompagnano infatti vigne a salire sulla destra, al di là di
un muretto a secco alto forse un metro, e vigne in dolce ma inesorabile discesa sulla sinistra, a perdita d’occhio verso la pianura orientale. Da quella
parte, il viavai di sagome di camion e automobili segnala non distante il tracciato della Dipartimentale 974, sulla quale ancora per un po’ eviteremo di
tornare, rimanendo invece su strade secondarie, collaterali, zigzaganti nella campagna.
Già, perché l’itinerario che ci siamo prefissati di seguire può fare a meno delle grandi direttrici: siamo ormai in vista del centro abitato di
Savigny-Lès-Beaune, l’inizio delle cui vigne è segnalato da una tozza croce bianchissima e squadrata alta due metri, presso un anonimo incrocio senza
altre segnalazioni che la croce stessa: si rischia di sapere dove pregare, ma non dove andare. Dopo nemmeno duecento metri, però, un cartello a un bivio
suggerisce di svoltare a destra se si vuole raggiungere il villaggio, il profilo spigoloso ma scorrevole dei cui vini è già tutto spiegato alzando gli
occhi e osservando l’ambiente. Si inquadra in basso il profilo delle case di Savigny, praticamente tutte di epoca tardo-medievale, e sullo sfondo
l’imbuto di una colossale “combe”, un varco in mezzo alle colline largo almeno 800 metri e che si restringe fino a meno di 120 superando il paese: dalla
Combe, per tutto l’anno, soffiano correnti fresche o fredde provenienti dalle desolate lande occidentali. Orientando lo sguardo a sud, ossia sulla
sinistra, ecco comparire un rilievo sormontato da un bosco, abbastanza simile alla collina di Corton da poco lasciata; ebbene, è il vero debutto della
Côte de Beaune intesa come dorsale, divisa in questo suo primo tratto tra i comuni di Savigny e di Beaune. Procederà verso sud per altri trenta
chilometri, fino a sfumare e appiattirsi definitivamente un chilometro dopo l’abitato di Santenay. Ma ci arriveremo.