Il temine giapponese nagomi indica il raggiungimento di una condizione di equilibrio e di armonia fra i diversi elementi che caratterizzano la nostra vita. Nel caso di Giuseppe Faggiotto, che nel lontano 1974 si innamorò della professione di artigiano del cioccolato e fondò lo storico marchio Peratoner, questi elementi a Trieste sono rappresentati dal Caffè degli Specchi, dal Caffè Tommaseo e dalla pasticceria La Bomboniera di cui è il vulcanico proprietario. Si tratta di tre realtà in cui la tradizione sfida l’innovazione e la creatività. Il nostro percorso ha inizio dal Caffè Tommaseo, il più antico di Trieste, intitolato allo scrittore e linguista Niccolò Tommaseo, aperto quasi duecento anni fa, nel 1830, e situato proprio davanti al mare. L’interno, diviso in una zona bar e una zona ristorante, racchiude un arredamento fine ‘800 con sedie realizzate dall’ebanista Michael Thonet e specchi da parete belgi che ci trasportano immediatamente in un’atmosfera tipicamente viennese. Da sempre uno dei centri culturalmente più attivi della città, ha ospitato fra i suoi clienti personaggi del calibro di Henri Beyle (Stendhal), Virgilio Giotti, Giani Stuparich, Pier Antonio Quarantotti Gambini, Italo Svevo, Claudio Magris e Umberto Saba, che in una lettera inviata a un’amica nel 1953 sottolineava come il Tommaseo fosse stato il primo caffè della città a servire il gelato. Gli ambienti si prestano bene per cene di lavoro, conferenze, presentazioni di libri o eventi. La rivisitazione in chiave moderna dei piatti tradizionali della cucina locale è accompagnata da un’attenta scelta di vini prevalentemente del territorio, in particolare del Carso triestino. Lasciato alle nostre spalle il molo Audace, ci dirigiamo verso piazza Sant’Antonio alla volta di quella che viene considerata una delle pasticcerie più belle d’Italia, La Bomboniera.