Le Fattorie friulane alla conquista del web di Francesco Antonini Il Friuli Venezia Giulia non sa di avere tra le mani dei tesori, non è ancora abbastanza consapevole dell’alta qualità dei suoi prodotti. Se lo dicessimo soltanto noi potremmo essere facilmente accusati di partigianeria, ma qui a parlare è un esperto di marketing e mondo digitale come Raffaele Petriccione, artefice operativo del portale e-commerce dell’Associazione Allevatori, un sito attivo soltanto da pochi mesi eppure già ben frequentato, come capita alle idee che colgono nel segno. Fabiano Simsig, dirigente dell’Associazione di Codroipo e specialista dell’attività casearia incaricato di seguire questo negozio virtuale che può già contare sulla partecipazione di 60 aziende, ci aggiunge un aneddoto che spiega il concetto e per di più strappa un sorriso: “Un produttore della Carnia – racconta – realizzava un eccellente burro da affioramento. Era un prodotto talmente pregiato che i clienti se lo contendevano, non dico fino ad arrivare alle botte per accaparrarselo ma quasi. Ebbene, nonostante il boom della domanda quel produttore non voleva aumentare il prezzo del suo burro, faceva resistenza. Anzi era stato sfiorato dall’idea di non produrlo più per non creare scontento tra i suoi clienti, piuttosto che adeguare il prezzo come avrebbe suggerito la logica di mercato”. Certo si tratta di un caso-limite, ma emblematico di un mondo alle prese da sempre con il problema di far marciare sulla stessa strada le parole qualità e redditività. Tutto questo spiega perché all’Associazione Allevatori – storica realtà associativa friulana, con mille soci che producono principalmente latte, formaggi e carni di razza Limousin e Pezzata rossa – sia venuta l’idea del portale on line, un modo innovativo per aprirsi a un pubblico più ampio. E la miccia è stata naturalmente la pandemia con il suo corollario di divieti e chiusure, una crisi che ha scosso tutte le aziende e rischiava di metterne in ginocchio la maggior parte. “Nei primi mesi del Covid – ricorda ancora Simsig – c’è stato il boom dell’e-commerce, ma tanti nostri associati non conoscevano quel mondo ed erano in difficoltà a farcela da soli. L’Associazione allora ha messo in piedi questo progetto, rivolto in primis agli associati ma non soltanto a loro in quanto volevamo estendere la gamma dei prodotti: oggi la metà delle aziende coinvolte è esterna ad AssoAllevatori”. Con un criterio chiaro di scelta: privilegiare qualità e artigianalità piuttosto che l’industria. Fattorie Friulane – così è stato battezzato il portale per sottolineare la simbiosi tra i mestieri antichi e la modernità del commercio on line – ha infatti al suo interno numerose categorie: formaggi ovviamente, ma anche farine, salumi, vino, birra, dolci, frico, conserve e condimenti, con numerose offerte promozionali come nei negozi “veri”. Ci sono dunque anche settori che non rientrano nell’abituale campo d’azione dell’Associazione Allevatori. E il sodalizio guidato dal presidente Renzo Livoni e dal direttore Andrea Lugo – a cui tra l’altro è affidata da tempo la gestione di Malga Montasio che si rivela in tutta la sua bellezza nelle immagini di questo servizio – pensa già, come ci spiega Simsig, a un ulteriore ampliamento del progetto, con la possibilità di mettere in commercio attraverso il portale anche prodotti freschi come yogurt e carni. Un’ipotesi non certo immediata in quanto subordinata agli accordi con le catene che si occupano di trasporti refrigerati. In ogni caso non si tratta solo di vendere i prodotti a un pubblico ben più ampio rispetto alla clientela locale, avverte Petriccione, ma anche di promuoverli. O meglio di raccontarli, “perché oltre i 15 euro di prezzo è tutto lì, nella narrazione”, osserva l’esperto di marketing con un pizzico di compiaciuta esagerazione. “Una volta maturata l’idea – racconta Simsig – abbiamo preso contatto con i nostri associati per verificarne il grado di interesse. È partita dunque una campagna di informazione e formazione sulle opportunità dell’e-commerce, con l’obiettivo di inserire nel portale una cinquantina di produttori”. Risultato centrato se è vero che fin da subito hanno aderito sessanta aziende, e che nessuna finora è uscita dal progetto, aperto ovviamente a ulteriori adesioni. Di certo Fattorie Friulane non è solo un negozio virtuale dove si possono acquistare centinaia di prodotti, “ma una sorta di magazine – spiega ancora il referente dell’agenzia consulentiweb.com, con cui gli Allevatori collaborano da tempo – da aggiornare quotidianamente. E quest’iniziativa è nata sulla base di un piano industriale a medio e lungo termine, come tutto l’e-commerce serio. I bilanci veri si potranno fare solo tra qualche anno”. Del resto la realtà digitale in Friuli Venezia Giulia è, sempre secondo Petriccione, ancora agli albori: “Bisogna evangelizzare, si dice proprio così, sulle opportunità dell’on line”. E si tratta di monitorare con attenzione maniacale gli accessi al sito per capire quanti si limitano a un “giro” ricognitivo, quanti poi acquistano e quanti si fidelizzano. L’analisi dei primi mesi di Fattorie Friulane ci racconta allora che già il settanta per cento dei visitatori digitali viene da fuori regione. Il portale è stato avviato nel novembre del 2022 e di fatto i primi ordini sono arrivati a dicembre, con segnali subito importanti dalle quattro regioni più ricettive: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Ma hanno pescato prodotti dall’e-commerce dell’Associazione Allevatori anche clienti della Calabria e della Sardegna. E il Friuli Venezia Giulia come ha reagito? Molto bene, se pensiamo che all’inizio era in testa alla classifica degli ordini, com’è naturale avvenga nelle prime fasi. C’è anche la simpatica curiosità di due friulani che sono diventati clienti abituali, uno a Ruda e l’altro a Staranzano. “In sostanza fanno la spesa sul portale – spiegano Simsig e Petriccione – e tutto sommato può essere vantaggioso se consideriamo che questi prodotti, tutti di qualità, vengono da zone molto diverse della regione e sarebbe ben difficile trovarli in un unico luogo fisico”. Come ogni iniziativa commerciale – per quanto legata alla promozione del territorio e dei suoi prodotti – il portale ha impostato una politica dei prezzi con l’obiettivo di consolidarsi e restare a galla. Perché l’e-commerce comporta una serie di costi fissi importanti, a partire dal magazzino di stoccaggio delle merci che si trova a Rodeano, dove si concentra la merce, si ricevono e si evadono gli ordini, si preparano le confezioni e si fanno partire le spedizioni. E poi ci sono, ovviamente, le persone che lavorano nel negozio virtuale di Fattorie Friulane: tre a tempo pieno nell’agenzia consulentiweb.com, incaricate della gestione del sistema e dell’aggiornamento del sito giorno dopo giorno, e altre 4, di cui una a tempo pieno, all’interno dell’Associazione Allevatori. “Dobbiamo ringraziare anche la Regione – tiene a sottolineare Simsig – che ha creduto in questo progetto e ci ha dato una mano”. Tutti questi pesi finanziari vanno ovviamente distribuiti, in parte sul prezzo finale dei prodotti, in parte sulle aziende (alle quali è richiesto un investimento iniziale con la garanzia di un rapido recupero), in parte sui clienti che pagano il costo di spedizione. La campagna di marketing nel frattempo cerca di fidelizzare gli acquirenti attraverso accordi con i circoli dei dipendenti delle realtà più svariate, da Google alla Regione Lombardia. E a chi acquista per la prima volta viene garantito uno sconto, un po’ come nelle strutture commerciali di vecchio stampo, dove si usano i piedi per camminare più che le mani per digitare. Come faremo sempre più spesso nel nostro futuro.